
Mattinata da incubo per il Reparto di Polizia Penitenziaria della Casa Circondariale di Firenze Solliciano, dove questa mattina un detenuto straniero ha tentato di aggredire un poliziotto penitenziario in servizio con una lametta.
“L'aggressione è avvenuta al Reparto Transito 1. Già tre giorni fa il poliziotto penitenziario oggi aggredito era stato oggetto degli ingiustificati strali verbali e delle minacce di un detenuto straniero, che oggi, non appena l’ha visto entrare in sezione, approfittando del fatto che era fuori dalla cella per fare la doccia, ha subito tentato di colpirlo con una lametta nascosta in bocca. La repentinità dell’assalto ha fatto cadere il poliziotto penitenziario che però è riuscito a difendersi, anche per l’intervento di un altro detenuto”, spiega Pasquale Salemme, segretario regionale per la Toscana del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, il primo e più rappresentativo della Categoria, che esprime “la solidarietà e la vicinanza del SAPPE” al poliziotto ferito ed evidenzia come l’aggressione sia “sintomatica del fatto che le tensioni e le criticità nel sistema dell’esecuzione della pena in Italia sono costanti. E la situazione è diventata allarmante per la Polizia Penitenziaria, che paga pesantemente in termini di stress e operatività questi gravi e continui episodi critici. Proprio a Sollicciano, dove 10 giorni fa c’era stata un’altra analoga violenta aggressione contro un altro poliziotto penitenziario”.
Da Roma, il Segretario Generale del SAPPE Donato Capece aggiunge: “Le carceri sono più sicure assumendo gli Agenti di Polizia Penitenziaria che mancano, finanziando gli interventi per far funzionare i sistemi antiscavalcamento, potenziando i livelli di sicurezza delle carceri, espellendo i detenuti stranieri. Altro che la vigilanza dinamica, che vorrebbe meno ore i detenuti in cella senza però fare alcunchè. Le idee e i progetti dell’Amministrazione Penitenziaria, in questa direzione, si confermano ogni giorno di più fallimentari e sbagliati”.
Capece conclude sostenendo che “la Polizia Penitenziaria continua a ‘tenere botta’, nonostante le quotidiane aggressioni. Altro che dichiarazioni tranquillizzanti, altro che situazione tornata alla normalità, altro che le reazioni stizzite delle Camere Penali ai nostri costanti allarmi sulla critica quotidianità delle carceri italiane. Le polemiche strumentali e inutili come le loro non servono a nessuno. I problemi del carcere sono reali, come reale è il dato che gli eventi critici nei penitenziari sono in aumento da quando vi sono vigilanza dinamica e regime aperto per i detenuti”, aggiungee il leader del SAPPE.
“Quelli del carcere non sono problemi da nascondere come la polvere sotto gli zerbini , ma criticità reali da risolvere. I numeri dei detenuti in Italia sarà pure calato, ma le aggressioni, le colluttazioni, i ferimenti, i tentati suicidi e purtroppo anche le morti per cause naturali si verificano costantemente, spesso a tutto danno delle condizioni lavorative della Polizia Penitenziaria che in carcere lavora 24 ore al giorno. Con buona pace di talune dichiarazioni corporative che non rappresentano affatto la realtà quotidiana che si vive nelle nostre strutture detentive. E’ sotto gli occhi di tutti che servono urgenti provvedimenti per frenare la spirale di tensione e violenza che ogni giorno coinvolge, loro malgrado, appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria nelle carceri italiane, per adulti e minori. Come dimostra quel che è accaduto questa mattina nella Casa circondariale di Firenze Sollicciano”.
Erano 714 i detenuti presenti nella Casa Circondariale fiorentina di Sollicciano il 29 febbraio scorso: 399 i condannati, 315 gli imputati. 464 gli stranieri ristretti, per una percentuale del 65% dei presenti.
Fonte: Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria
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