
Assolto perché il fatto non sussiste. Questa la sentenza dei giudici (presidente Marco Bouchard) per Paolo Cocchi, ex assessore regionale al turismo della giunta allora guidata da Claudio Martini, che era accusato di corruzione insieme all'imprenditore Danilo Cianti nell'ambito di un'inchiesta sull'urbanistica a Barberino di Mugello. Secondo il pm Leopoldo De Gregorio tra il 2005 e il 2010 alcuni imprenditori avrebbero goduto di sponsorizzazioni e agevolazioni da parte di politici e amministratori in cambio di contributi in campagna elettorale, vacanze pagate e persino un appartamento da 250 mila euro. Proprio quest'ultima accusa non ha retto davanti ai giudici che hanno assolto anche la moglie di Cocchi, Barbara Bardazzi, e il figlio dell'imprenditore, Simone Cianti, entrambi accusati di aver concorso ai reati. Ha prevalso invece il "non doversi procedere perché il reato è estinto per intervenuta prescrizione", per l'accusa di corruzione legata ai soldi per le elezioni e le 'vacanze'.
Prescrizione che per i giudici è da applicare anche per i reati contestati ad altri imputati: Gian Piero Luchi, Alberto Lotti, Luca Luchi e Paolo Pinarelli.
Quest'ultimo, attuale dirigente del Comune di Empoli, è stato condannato in primo grado a 1 anno e due mesi, oltre al pagamento delle spese processuali, per falso in atto pubblico. Pinarelli ha sostituito l'architetto Marco Carletti lo scorso febbraio come dirigente del settore Lavori Pubblici e Patrimonio oltre al Servizio Edilizia Privata e Condono, e Servizio Urbanistica del Comune di Empoli. La condanna, a quanto si apprende, non pregiudicherà il suo attuale incarico.
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