Amianto all’ITI L. Da Vinci, il prof. Macrì (RSU): "Il Biennio è ancora li. Non si gioca con la vita umana"

Ogni tanto sembra che arrivi una buona notizia: entro il 2018 il biennio dell’ISIS Leonardo da Vinci, infarcito di amianto, verrà buttato giù. Ci vogliamo credere? Era il 1994 quando l’allora assessore Katia Franci disse la stessa cosa: il Biennio verrà buttato giù e rifatto tale e quale al Professionale Nuovo. Niente da fare. Siamo nel 2016 e il Biennio è sempre lì tale e quale.

Eppure, pare incredibile, sul Biennio dell’ITI Leonardo da Vinci pende dal 1997 un provvedimento di chiusura dell’ASL e dell’ARPAT mai eseguito e che tutte le volte che se ne parla o se ne scrive tutti stanno zitti e nessuno fiata, autorità comprese. Ma continuano a dire che ci sono le misure delle fibre nell’aria che tranquillizzano! Ma mi faccia il piacere direbbe Totò, lasciamo perdere le misure che è meglio. Se l’intenzione del Comune di Firenze è quella di buttare  giù il Biennio entro il 2018 chiudiamolo da subito, ha già fatto anche troppi danni. E incredibile  che alcuni insegnanti quando si recano al Biennio si equipaggino di una mascherina, perché loro non si fidano e vorrei vedere.  Riteniamo che, come la Legge prescrive,  occorra sottoporre a sorveglianza sanitaria tutto il personale insegnante, custodi e studenti che hanno frequentato la scuola Leonardo da Vinci negli ultimi 50 anni. L’amianto non era presente solo al Biennio, ma come i documenti in nostro possesso attestano, si trovava un po’ dappertutto ed era in pessime condizioni. Era dappertutto: nel tetto del professionale vecchio, nel tetto delle Officine meccaniche , nei tetti dei magazzini accanto al Biennio,  nel tetto del Professionale nuovo, nell’edificio della mensa, nelle tettoie dei motoristi, più in altre parti minori e dulcis in fundo utilizzato nelle esercitazioni di Laboratorio di Odontotecnica (così come di prassi in tutte le scuole d’Italia). I documenti parlano chiaro: tutta la scuola era impestata da amianto, quindi la sorveglianza sanitaria in casi come questi è obbligatoria per tutti coloro che l’hanno frequentata. E anche gli anni di esposizione devono essere riconosciuti a tutti coloro che ci hanno lavorato e studiato. Da tempo chiediamo una indagine epidemiologica che comprenda tutti coloro che hanno lavorato o studiato in queste strutture, in quanto riteniamo molto strane tutte le patologie riscontrate all’ITI, ricorrenti e in gran parte letali. Da più di un anno la Magistratura sta valutando il caso dell’amianto all’ITI: noi attendiamo fiduciosi, ma andremo anche in altre sedi se si rendesse necessario. Di scuole con l’amianto ce ne sono ancora a Firenze  e il Comune le dovrebbe conoscere perché sono state oggetto di interrogazione a risposta scritta  in Consiglio comunale. Se il Comune fa sul serio, se davvero  l’annuncio non è politico, chiuda da subito il Biennio, abbiamo scherzato anche troppo con la salute, è arrivato il momento di affrontare una volta per tutte l’amianto, il killer silenzioso. Ed anche le scuole di amianto chiuse, ma abbandonate (come la ex Sassetti Peruzzi e la ex succursale del Pascoli, attuale CPA in Via Villamagna) vanno demolite, onde evitare lo spargimento delle fibre di asbesto. A furia di dire che l’amianto non fa nulla si finisce per crederci: è solo un killer silenzioso che agisce a distanza di decine di anni attraverso un processo ben conosciuto. Non si tratta di fare il tifo per l’amianto si o amianto no, è in gioco la vita umana, non scherziamoci sopra.

 

Luciano Macrì Componente indipendente R.S.U. ITI Leonardo da Vinci Firenze

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