
La notizia è trapelata solo nella tarda serata di ieri; due agenti di Polizia Penitenziaria, sono stati aggrediti da altrettanti detenuti ristretti nella Casa Circondariale di Prato; I fatti: In data 7 marzo 2016, un detenuto di origini magrebine K. A. condannato per violazione dei reati sugli stupefacenti, recluso al 1° piano del settore Casa Circondariale, nel primo pomeriggio ha aggredito l’agente di Polizia Penitenziaria di servizio per futili motivi. L’aggressione costringeva il collega a recarsi alle cure del P.S. che diagnosticava gg. 5 di prognosi.
In data 8 marzo 2016, un altro detenuto D.A. di Nazionalità Tunisina, condannato per violazione dei reati sugli stupefacenti, aggrediva un agente di Polizia Penitenziaria, scagliandosi contro per incomprensibili motivi, costringendo il collega a ricorrere alla cure del P.S. che diagnosticava gg. 7 di prognosi s.c. Ai colleghi,coinvolti, va tutta la nostra solidarietà augurando loro una pronta guarigione.
L’ignobile aggressione fa seguito a precedenti analoghi fatti accaduti nell’ultimo anno all’interno della Casa Circondariale di Prato che insiste su una presenza di 650 detenuti in costante aumento negli ultimi mesi di circa 100 soggetti - meno male che vi era stata la legge “svuota carcere”, ormai i numeri sono già ritornati come qualche anno fa alla soglia dei 750 detenuti, rispetto a una capienza “tollerabile” di 613, con una forte presenza in termini percentuali del 60% di extracomunitari.
Commenta Massimo Lavermicocca, Segretario Territoriale della UIL PA Polizia Penitenziaria di Prato: "Ormai siamo di nuovo a livelli di insostenibilità per il continuo aumento di detenuti nell’Istituto Pratese, complice anche la chiusura da quasi 1 anno dell’Istituto di Pistoia per inagibilità per il forte vento del 5 marzo 2015 che ne scoperchio i tetti - ciò costringe le forze dell’ordine a consegnare tutti gli arrestati alla C.C. di Prato. Il personale di Polizia Penitenziaria risulta carente con una forza di circa 220 agenti a fronte dei 345 agenti previsti con una carenza di 125 uomini".
Chiosa Il Segretario: "L’amministrazione farebbe bene ad intraprendere una tempestiva azione di sfollamento di qualche centinaia di detenuti ad altre sedi prima che sia troppo tardi".
FONTE:Unione Italiana Lavoratori Pubblica Amministrazione - Coordinamento Terriotoriale Prato
LA NOTA DEL SAPPE
Alta tensione nel carcere di Prato, con due poliziotti penitenziari aggrediti da detenuti stranieri in altrettanti episodi violenti accaduti in carcere. La denuncia è del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE che sollecita “urgenti determinazioni per il carcere di Prato e la sospensione del regime penitenziario aperto, concausa di situazioni di allarme tra le sbarre”.
Il resoconto delle giornate di follia è affidata a Pasquale Salemme, segretario regionale SAPPE per la Toscana: “Situazione insostenibile a Prato: due maghrebini aggrediscono due agenti della Polizia Penitenziaria, entrambi finiti in ospedale con prognosi. Sono volati spintoni e sgabelli, tutto in due giornate differenti: uno verificatosi nella giornata di lunedì e l'altra aggressione il giorno successivo. Sovraffollamento e problemi non risolti e chi ha il dovere di intervenire sembrerebbe non farlo: chiediamo un intervento del Provveditore regionale affinché possa ripristinare l'ordine e la sicurezza nell' Istituto pratese nonché l'apertura della sezione chiusa come da accordi regionali. In mancanza di riscontri urgenti il SAPPE proclamerà lo stato di agitazione della Polizia Penitenziaria”.
Il SAPPE denuncia la crescita esponenziale degli eventi critici in carcere in Toscana: “ancora una volta il plauso del SAPPE va al personale di Polizia Penitenziaria che, tra mille difficoltà, cerca quotidianamente con professionalità e spirito di sacrificio di mantenere ordine e sicurezza nelle carceri della Toscana, nonostante la carenza di organico”.
Da Roma, il Segretario Generale del SAPPE Donato Capece aggiunge: “Le carceri sono più sicure assumendo gli Agenti di Polizia Penitenziaria che mancano, finanziando gli interventi per far funzionare i sistemi antiscavalcamento, potenziando i livelli di sicurezza delle carceri, espellendo i detenuti stranieri. Altro che la vigilanza dinamica, che vorrebbe meno ore i detenuti in cella senza però fare alcunchè. Le idee e i progetti dell’Amministrazione Penitenziaria, in questa direzione, si confermano ogni giorno di più fallimentari e sbagliati”.
Capece conclude sostenendo che “la Polizia Penitenziaria continua a ‘tenere botta’, nonostante le quotidiane aggressioni. Altro che dichiarazioni tranquillizzanti, altro che situazione tornata alla normalità, altro che le reazioni stizzite delle Camere Penali ai nostri costanti allarmi sulla critica quotidianità delle carceri italiane. Le polemiche strumentali e inutili come le loro non servono a nessuno. I problemi del carcere sono reali, come reale è il dato che gli eventi critici nei penitenziari sono in aumento da quando vi sono vigilanza dinamica e regime aperto per i detenuti”, conclude il leader del SAPPE. “Quelli del carcere non sono problemi da nascondere come la polvere sotto gli zerbini , ma criticità reali da risolvere. I numeri dei detenuti in Italia sarà pure calato, ma le aggressioni, le colluttazioni, i ferimenti, i tentati suicidi e purtroppo anche le morti per cause naturali si verificano costantemente, spesso a tutto danno delle condizioni lavorative della Polizia Penitenziaria che in carcere lavora 24 ore al giorno. Con buona pace di talune dichiarazioni corporative che non rappresentano affatto la realtà quotidiana che si vive nelle nostre strutture detentive. E’ sotto gli occhi di tutti che servono urgenti provvedimenti per frenare la spirale di tensione e violenza che ogni giorno coinvolge, loro malgrado, appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria nelle carceri italiane, per adulti e minori. Come dimostra quel che è accaduto negli ultimi giorni nel carcere di Prato, a Trieste, ad Alessandria ”.
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