
“Ancora oggi la narrazione delle vicende del Maggio Musicale prosegue con i soliti toni rassicuranti. Va tutto bene, grazie a questa gestione il bilancio è in pareggio, aspettiamo la conferma del milione della Regione, le dichiarazioni preoccupate del supercommissario Pinelli vanno ridimensionate, la programmazione artistica è ok, i dettagli dello stralcio delle banche (quali banche e quanto ognuna? Come è stato possibile lo stralcio?) ce le faranno avere, (mi aspetto la stessa rapidità di inoltro del piano di risanamento e del bilancio che ancora dopo mesi non abbiamo avuto modo di vedere). Insomma tutto a posto.
Tranne che il commissario nella sua relazione al Senato sulla situazione del Maggio ha dichiarato che i costi sono elevati (spettacoli, teatro, marketing, management), i ricavi dagli sponsor inferiori alle attese, non è stata impostata una gestione ordinaria efficace e che nel 2015 il Teatro conseguirà una perdita operativa e di cassa importante (non inferiore ai 3 milioni) nonostante un risultato netto positivo ottenuto però grazie a partite contabili.
A questo si aggiunge che gli orchestrali hanno definito il programma del Maggio impalpabile e inadeguato e che il Presidente della Regione ha confermato il milione di euro in meno nel bilancio della cultura toscana.
E Come se non bastasse “Classic Voice” ci mostra i risultati dell’”Art Bonus” e delle sponsorizzazioni private del Maggio. E anche qui i risultati sono poco incoraggianti. Il Teatro dell’Opera occupa le ultime posizioni. Poco sponsorizzato rispetto ai finanziamenti pubblici (la Scala ha il 53,6% di finanziamenti privati rispetto al contributo pubblico, Firenze il 13,8) a testimoniarne la scarsa attrattiva.
In pratica abbiamo un Teatro che è il più finanziato dal contributo statale, ma è in fondo alla classifica per i risultati del piano di risanamento e per gli sponsor privati. L’esatto opposto di quello per cui è stata istituita la legge sulle fondazioni lirico sinfoniche: concedere un importante finanziamento pubblico a cui corrispondesse un grande sforzo gestionale e di risanamento.
Quali sono dunque i meriti di questa gestione, ci chiediamo nuovamente?
Vorremmo vedere i conti nel dettaglio e sapere - anche se le fondazioni non ne hanno l’obbligo - ogni partita di bilancio. Perché se la natura giuridica del Maggio è privata, i soldi sono quasi tutti pubblici e vorremmo ci venissero mostrati i numeri. Così sarebbe veramente il Teatro di Firenze e dell’Italia”.
Cristina Scaletti, consigliera comunale La Firenze viva
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