
"Venerdì 12 febbraio, su convocazione del Presidente Filomena Chimenti, si è tenuta una riunione della Commissione Statuto e Regolamenti. All’o.d.g. la Mozione presentata dal Presidente del Consiglio Comunale, Giuseppe Lombardo, avente ad oggetto, “Modifica regolamentare al regolamento del Consiglio Comunale”.
In siffatta Mozione, è stata chiesta l’introduzione di una norma del seguente tenore : “Il primo intervento dei consiglieri dovrà contenersi all’interno dei 7 minuti. Il secondo intervento non dovrà eccedere i 5 minuti. Superati i limiti di tempo il Presidente ha facoltà di interrompere il consigliere nel suo intervento.”
In Commissione, svoltasi l’illustrazione del presentatore, intervenuto il Presidente Chimenti, in qualità di componente la Commissione predetta, ho esposto il mio punto di vista qui sinteticamente riportato.
Trovo “inopportuno” che una Mozione dal contenuto di quella presentata, sia proposta dal Presidente del Consiglio Comunale.
Il Regolamento per il funzionamento del Consiglio Comunale è certamente una disciplina tecnica, ma con evidenti ricadute politiche. Di qui l’inopportunità che della sua redazione se ne occupi ilPresidente del Consiglio, organo di natura istituzionale e non politico-fiduciaria. In caso contrario, infatti, avremmo la paradossale situazione per cui un unico soggetto eserciterebbe cumulativamente le funzioni di creatore di norme e di interprete della loro corretta applicazione. Di qui l’istanza a che, eventualmente, di una modifica regolamentare, la maggioranza se ne faccia carico attraverso un suo organo politico. Quanto detto a presidio non solo della dialettica tra le forze politiche ma anche e soprattutto in difesa di quella terzietà del Presidente del Consiglio che non può assolutamente risultare intaccata.
Nel merito, poi, appare singolare che tale modifica inerisca i soli tempi di intervento dei singoli consiglieri. Premesso che nessuna intemperanza regolamentare può risultare all’origine di questa iniziativa, è evidente che una eventuale modifica dei tempi di intervento deve necessariamente riguardare tutti i soggetti facenti parte il consiglio comunale. Non solo i consiglieri, quindi, ma anche gli assessori e il Sindaco. Non solo. Ma una modifica come quella proposta necessita comunque di una disciplina più articolata, dovendosi valutare i tempi stabiliti in relazione agli argomenti e alla natura degli atti all’o.d.g. del Consiglio.
Quanto detto risulta particolarmente doveroso se si considera che la Mozione in questione riguarda sì tutti i consiglieri, ma essenzialmente quelli di minoranza.
Il Consiglio comunale, infatti, ha la funzione di indirizzo e di controllo (art. 42 T.U.E.L.) dell’operato del Sindaco e della Giunta dalla quale si differenzia, in quanto sono presenti maggioranza e minoranza e nel cui seno si deve equilibrare l’esercizio di due distinti diritti: quello della maggioranza all’attuazione dell’indirizzo politico e quello della minoranza a rappresentare e svolgere la propria opposizione.
La Mozione quindi investe (anche) il delicatissimo ruolo di controllo.
Risulta pertanto inopportuna la circostanza che prima ancora della discussione in Commissione, la Mozione risulti all’o.d.g. del Consiglio Comunale. Trattandosi della redazione delle c.d. regole del gioco, che com’è notorio, appartengono a tutti, non è consigliabile la fretta. Mai come in questa materia è infatti necessario che la maggioranza si produca in un tentativo di coinvolgimento della minoranza tutta.
L’auspicio quindi è che la maggioranza si faccia carico di queste esigenze disponendo le opportune cautele e provvedimenti a beneficio del giusto approfondimento".
Giuseppe Romano, Consigliere Comunale Forza Italia Certaldo
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