Vescovo in visita al distretto conciario: "Vicinanza della Chiesa ai lavoratori"

Domani, giovedì 11 febbraio, e venerdì 12 il vescovo Andrea visiterà il distretto industriale di Santa Croce sull'Arno e San Miniato. «Sono felice di poter visitare questa importante realtà del territorio - ha dichiarato mons. Migliavacca -. Non nascondo una certa curiosità e attesa per questa visita, che vuol essere un segno di vicinanza della chiesa ai lavoratori».

Già in occasione degli auguri di natale il vescovo aveva mostrato la sua vicinanza al modo del lavoro, riassumendo negli auguri a tutte le famiglie un augurio universale che abbracciava tutte le situazioni della vita.

Anche nel corso dell'apertura della Porta Santa della famiglia a San Romano, Sua Eccellenza è tornato sul tema della famiglia, alla luce dell'anno della Misericordia

«Entrando per questa porta che abbiamo aperto si potrà celebrare il Giubileo, scoprire e lasciarci rinnovare dalla misericordia di Dio, chiedere perdono e riprendere il cammino. Vuole essere questa, però, una porta speciale per le famiglie. E’ la porta che si apre per tutte le famiglie, quelle che negli anni camminano e crescono nella serenità, quelle che attraversano difficoltà e trepidazione, quelle segnate dal dolore e dal dramma, quelle ferite o segnate da una unione precedente, quelle ricche di figli e quelle che, pur desiderandolo, non hanno la gioia di avere bambini in casa. E’ la porta per chi si incammina verso la scelta del matrimonio, di chi è ai primi passi del cammino dell’amarsi. Ogni famiglia senta che questa è una porta che si apre, e si incontra il Signore. Per tutti, nella via dei sacramenti o grazie ad altri itinerari che il Signore conosce, è offerta la misericordia».

Ecco il testo integrale dell'omelia.

«Le letture ci aiutano a leggere il significato della Porta santa che abbiamo aperto.

La prima lettura, Isaia, dipinge per noi la scena dell’ingresso nel tempio, l’entrare dalla porta del tempio e all’interno si può vedere, incontrare, contemplare Dio: “io vidi il Signore seduto su un trono alto ed elevato…”. L’ingresso nel tempo è cammino che porta ad incontrare Dio, apre alla contemplazione, alla preghiera, all’ascolto della sua parola e alla scoperta della sua opera. Israele vive ogni anno il pellegrinaggio verso Gerusalemme per entrare in quella porta e vedere Dio.

Oggi apriamo questa porta santa a San Romano. La si apre, entriamo per vedere anche noi Dio. Siamo invitati a contemplare, riconoscere la grandezza, la signorìa di Dio sulla nostra vita; siamo chiamati a lasciarci amare e trasformare. “… uno dei serafini volò verso di me… è scomparsa la tua colpa e il tuo peccato è espiato…”. L’entrare dalla porta, entrare nel tempio, nella Chiesa, vedere Dio significa che apriamo la porta del nostro cuore e ci lasciamo amare da Lui. E addirittura nasce la missione: “Chi manderò e chi andrà per noi?” E io risposi: “Eccomi, manda me”. La scoperta, il gusto dell’amore e della misericordia di Dio per noi ci invia a raccontare il bene che Dio ci ha fatto, a raccontare che Lui è buono. E siamo chiamati a fare un racconto particolare: dovremo mostrare e narrare che siamo peccatori perdonati.

La vicenda di Isaia ricorda alle famiglie che sono qui e che verranno che il matrimonio è vocazione, è progetto di Dio, è opera buona sua per noi. Lo ricordino le coppie giovani, magari conviventi, che per tante ragioni non riescono a decidersi per il matrimonio: il Signore chiama; lo pensino tutte le famiglie che vengono qui: state vivendo l’avventura dell’amore come il Signore ama. E anche le famiglie ferite in vario modo sentano per loro ripetersi la bellezza del progetto di Dio e del suo amore.

La seconda lettura della lettera di Paolo ai Corinzi.

Paolo racconta le tappe della sua vocazione… Egli ci sta dicendo che l’incontro con il Signore ha cambiato radicalmente la sua vita; egli ha sperimentato nel tempo il cammino della conversione. Incontrare Cristo, accoglierlo, lasciare che passi dalla porta anche lui per venirci incontro cambia la vita.

E’ questo il senso del nostro vivere il pellegrinaggio in questa Porta santa. Ci cambia la vita. Ci sono dei doni che vorremmo chiedere al Signore per noi, per un cambiamento? Provo a dirne alcuni: la gioia, il sorriso, la capacità di perdonare, lo sguardo attento a rispondere a domande di carità…

E’ la tua vita che così cambia. E’ la resa a Dio che ci ama e ci rende amanti.

La parola di Paolo ci fa pensare alla famiglia, in particolare al bisogno di riconciliazione e di dialogo che riconosciamo. Conversione è cammino di risanamento, di riconciliazione, di pace. Quante famiglie hanno bisogno di questo dono!

Il vangelo ci rivolge un ultimo invito: “Prendi il largo…”. Se ascoltiamo questa parola per la nostra porta santa allora l’invito di Gesù potrebbe risuonare così: “Sei entrato, ma ora esci, non stare qui, passa dalla Porta santa per uscire, per camminare. La Porta santa dunque si apre anche per uscire. Papa Francesco tante volte ci ha chiesto di essere chiesa in uscita. Ma è la porta, esserci passati, che ci potrà suggerire dove andare. Il vangelo annota che presero una quantità enorme di pesci. Si esce per vedere le cose belle che il Signore fa in mezzo a noi, ancora oggi.

Ecco ancora un altro motivo per passare da questa porta santa: potrai uscire e vedere il Signore all’opera, tra di noi, la nostra gente. Uscire per vedere prima di tutto e poi per raccogliere la pesca, una quantità enorme di pesci.

In tanti modi la famiglia può vivere questi “uscire”. Si tratta di ridire l’annuncio bello della buona notizia della famiglia. Si tratta di uscire anche per incontrare altre situazioni familiari. Si esce per diventare compagni di strada. C’è un annuncio bello da fare a tutti: alla famiglia serena, a chi non vive ancora la pienezza del matrimonio, a chi ha memoria di amori feriti e conclusi, a chi la pensa diversamente da noi… A tutti l’annuncio, uscendo dalla porta santa, non si racchiuderà più in sole parole, ma si tratterà di abbracciare, accogliere, curare, medicare… Si esce per vivere il vangelo, viverlo tra di noi.

Sii vigilante Porta Santa di San Romano: presenta al Signore, al suo amore, tutti coloro che entreranno da te, in particolare le famiglie; e poi scruta anche chi esce, come esce, come cammina nel mondo. Possa a tu custodire la memoria di volti e di storie che qui cambiano vita.

Rivelati a noi, Porta Santa, tu sei il Cristo, il redentore».

 

Fonte: Diocesi di San Miniato

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