Caccia: via libera ai cinghiali tutto l'anno. Commenti e reazioni

Durerà tre anni la legge per una gestione speciale degli ungulati in Toscana. Il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza, con il voto contrario di Sì Toscana a sinistra e M5S e l’astensione della Lega nord, l’articolato, definito con l’istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale (Ispra), messo a punto per contrastare l’aumento di un fenomeno inconfutabile, che necessita di una normativa precisa ma che, ha spiegato il presidente della commissione Sviluppo rurale Gianni Anselmi (Pd), nell’illustrazione in Aula, “non è fatta né è pensata per la caccia”. L’attività venatoria, semmai, è “solo strumento che insieme al controllo e al rilevamento scientifico, affronta l’emergenza per come si presenta. Lo scopo che la legge si propone, approfondito seriamente in commissione, è esattamente quello di flessibilizzare gli strumenti di intervento: non solo quello venatorio, che non rappresenta la finalità di questa legge, ma anche facendo ricorso a strumenti di controllo faunistico. Per tutelare la vita economica in campagna, la biodiversità, la sicurezza delle persone che si muovono sulle strade di questa regione. Un lavoro che si propone di essere serio ed equilibrato dal punto di vista delle finalità rispetto agli strumenti. Una misura straordinaria, per far fronte a una situazione non ordinaria”.

Il lavoro svolto in commissione ha anche portato alla previsione di un “tagliando” annuale per valutare esiti ed effetti di un testo che, nei limiti della legge 157/1992, consente di proporzionare la presenza degli ungulati alle diverse caratteristiche del territorio regionale per garantire sia la conservazione delle specie autoctone nelle aree ad esse riservate, sia la conservazione delle attività antropiche e dei valori ambientali tipici del paesaggio rurale regionale, nelle altre aree. Sono infatti individuate aree vocate e non vocate, si realizzano forme di gestione venatoria e di controllo e si creano percorsi di filiera per valorizzare il consumo in sicurezza delle carni di ungulati. Nel testo si prevede inoltre, entro novanta giorni dall’entrata in vigore, l’approvazione, da parte dell’esecutivo regionale, di uno stralcio al piano faunistico venatorio per la revisione degli attuali confini delle aree non vocate per ciascuna specie. Aree nelle quali sono comprese le zone di ripopolamento e cattura, le aree coltivate soggette a danni documentati o potenzialmente danneggiabili, terreni potenzialmente coltivabili da rimettere a coltura, le frazioni boscate e cespugliate tra loro intercluse. Il prelievo selettivo sarà autorizzato per i soggetti individuati in legge mentre la densità venatoria ottimale sarà stabilita nei piani di gestione annuali degli Atc (ambiti territoriali di caccia) approvati dalla giunta.

Per garantire l’efficacia degli interventi di gestione straordinaria, sono previsti piani di selezione, accompagnati da appositi calendari venatori, nei quali indicare le necessarie metodologie di prelievo. Per assicurare, invece, la gestione straordinaria degli ungulati in modo unitario su tutto il territorio regionale, il passaggio di competenze dalle Province alla Regione in materia di controllo faunistico viene anticipato. La materia coinvolta dall’intervento normativo è infatti la gestione faunistico venatoria degli ungulati, materia di competenza residuale della Regione, fermo restando il rispetto nelle norme nazionali a tutela della fauna che, viceversa, per il loro carattere ambientale, sono di esclusiva competenza statale.

Di legge “inservibile”, che tra tre anni vedrà la Toscana ritrovarsi con lo stesso problema non risolto”, parla Irene Galletti (Movimento 5 stelle). “Mi faccio anche portavoce di quella che è una sensibilità sulla materia e un approccio che è proprio del Movimento 5 Stelle. Abbiamo molte contrarietà, nei confronti della caccia abbiamo una forte sensibilità animalista. Questa legge-obiettivo è fatta espressamente ad uso e consumo della caccia e dei cacciatori. Ci sono tutte le evidenze – prosegue Irene Galletti – all’interno dell’articolato: sosteniamo la nostra posizione con 15 emendamenti su 19 articoli. Non rinneghiamo che ci sia un problema legato ai danni alle attività economiche, prima di tutto l’agricoltura, ma le misurazioni della popolazione animale si basano, ed è la prima volta, sui dati dell’incidentistica stradale. I dati più attuali basati sui rilevamenti diretti risalgono invece al 2012/13, sembrano un po’ vecchi. Mi spiace dirlo, ma gli agricoltori continueranno ad avere il problema, con questa legge siamo ben lontani dalla soluzione, mentre la Toscana diventerà una enorme piazza per le battute di caccia, con 150mila capi di bestiame sterminati, in funzione di quella che dovrebbe essere una gestione ambientale e invece alimenterà il business della filiera delle carni di cinghiale”.

Fortemente contraria anche la posizione di Sì-Toscana a sinistra, espressa in Aula dal capogruppo Tommaso Fattori, che parla di “proposta di legge inemendabile. Sbagliata nella filosofia di fondo e che ha visto le associazioni ambientaliste di fatto escluse dal momento di ascolto fortunatamente organizzato dal presidente della commissione Anselmi, che, però, rispetto a quanto sarebbe stato necessario è troppo poco”. Una legge “molto pericolosa e con un sapore vagamente estremista, nella ferocia con cui affronta il tema del rapporto con gli animali”, aggiunge Fattori, che prospetta tre risultati: “Rendere invivibili i nostri boschi, aumentare il numero delle vittime e dei feriti negli incidenti di caccia, aumentare il numero degli animali uccisi, senza però ridurre il numero complessivo degli ungulati nei nostri boschi. Una vera e propria deregulation, con la creazione di una filiera ad hoc”. Sulle vittime di incidenti di caccia: “La caccia in Toscana fa più vittime della criminalità organizzata: nella stagione scorsa, undici tra morti e feriti. E ai cacciatori si vuole affidare la soluzione di un problema che hanno creato loro, con l’introduzione di specie non autoctone. Serviva, invece, una vera alleanza con il mondo degli agricoltori e degli allevatori, cui affidare una gestione non cruenta degli ungulati. Recinzioni, utilizzo di disincentivi di tipo olfattivo o ormonale, contraccezione: questi altri metodi, più efficaci e non cruenti, per ridurre la popolazione degli ungulati, metodi che vengono adottati in gran parte dell’Europa”.

Di parere opposto il consigliere della Lega Nord, Roberto Salvini, che si dice “allibito per le cose che ho sentito dire in quest’aula, ora che siamo vicini all’approvazione della legge, mentre nessuno ha mai proposto niente. E sono i parchi gestiti da ambientalisti, come l’Arcipelago toscano o il parco di San Rossore Migliarino, a produrre il maggior numero di ungulati: sfornano mille e trecento capi ogni anno. I danni crescono anno dopo anno, non si producono più cereali, non si semina più granturco da nessuna parte”. “Non è una legge sulla caccia”, prosegue Salvini, “si tende a riportare la fauna degli ungulati ai livelli europei e del resto d’Italia. Bisogna vedere la realtà per quello che è, bisogna tutelare l’agricoltura: diamo fino a 50mila euro ai nostri giovani per fargli intraprendere attività agricole e dobbiamo tutelarli, farli guadagnare dal proprio lavoro, sviluppare le nostre eccellenze. Bisogna ragionare nella logica, ricreare un equilibrio e riportare in equilibrio la popolazione degli ungulati. Questa legge è una soluzione, chi ne ha una migliore la presenti”.

Anche secondo Paolo Sarti (Sì-Toscana a sinistra) “la soluzione è spostare l’obiettivo della legge sull’agricoltura. La legge avrebbe dovuto rivolgersi agli agricoltori. E ci si deve chiedere perché siamo arrivati a questo punto. Gli ibridati sono stati introdotti dai cacciatori. Si dovrebbero usare disincentivi, mentre così la Toscana diventerà un campo di battaglia, piena di jeep e fucili”.

Il consigliere Simone Bezzini (Pd) invita a “portare la discussione più sui contenuti della legge, partendo dal fatto che il sovrannumero degli ungulati è di livello europeo, lo squilibrio ha conseguenze enormi e nessuno credo abbia la bacchetta magica”. Utile concentrarsi sui “capisaldi di questa proposta di legge: vengono riperimetrate le aree vocate e le aree non vocate. Si sistematizza, diffonde e si cerca di implementare la cosiddetta caccia di selezione, che è la meno invasiva, eliminando differenziazioni nei territori. Si riprende la scalettatura dei protocolli Ispra, che diversifica in progressione la forma di caccia: la braccata è solo l’ultima soluzione, ultimo anello di una catena di interventi”. La nuova legge, conclude Bezzini, “fa un grande passo avanti anche nel percorso più adeguato alla lavorazione delle carni” e risponde ad una situazione “di natura eccezionale e credo che lo faccia con equilibrio, in coerenza con principi dell’ordinamento giuridico e anche con gli indirizzi sulla sostenibilità”.

Nel derby che si gioca nelle opposizioni – attacca Marco Niccolai (Pd) –, fatto di populismo, e propaganda politica, questa volta il gol l’ha segnato il consigliere Fattori: so che si possono usare toni accesi, ma sentir paragonare l’attività della caccia alla criminalità organizzata mi sembra un’offesa francamente alla nostra intelligenza. Una caduta di stile sulla quale spero abbia modo di riflettere”. Meglio sarebbe, prosegue Niccolai, “leggere attentamente gli articoli della legge: l’attenzione ai danni subiti dall’agricoltura è stata arricchita dal lavoro della commissione”, e cita “gli articoli uno, tre, sulle aree potenzialmente danneggiabili e terreni potenzialmente coltivabili, e quattro, nel quale il calendario venatorio viene definito, tenuto conto dei periodi in cui si manifestano maggiormente i danni. Non c’è deregulation: per nove volte viene preso a riferimento l’Ispra. Si prevede una verifica annuale – osserva ancora Niccolai –, quindi ci rivedremo prima dei tre anni, cui faceva riferimento la consigliera Galletti. Mi spiace che si affronti questo tema con la tifoseria, la questione degli ungulati riguarda tutti i cittadini toscani, i dati dicono che la Toscana è un unicum”.

L’assessore Remaschi ha fatto bene a coinvolgere il Consiglio regionale – esordisce Stefano Scaramelli (Pd), presidente della commissione Sanità –. Proviamo ad assumerci la responsabilità rispetto all’esplosione di un problema. L’obiettivo è di ridurre il numero degli ungulati, ogni anno ci siamo dati la possibilità di valutare i risultati, limare il provvedimento e sapere se la legge ha prodotto o non prodotto effetti. È evidente che c’è una popolazione smisurata di ungulati anche vicino alle realtà urbane e in agricoltura spesso non si arriva al raccolto. C’è un problema di sicurezza stradale. A questa legge va riconosciuto equilibrio. Il Consiglio ha lavorato per quattro mesi, chi non condivideva poteva presentare non solo emendamenti ma proposte di legge differenti. Noi non sappiamo se riusciremo a risolvere il problema, l’assessore ci ha messo la faccia, ci assumiamo la responsabilità di provarci”.

La Lega Nord “deciderà se votare a favore o contro nel corso della votazione, lo faremo sulla base dell’accoglimento dei molti emendamenti che abbiamo presentato”, avverte il consigliere Jacopo Alberti. “In commissione – prosegue – devo dare atto che è stato fatto un buon lavoro, in termini di partecipazione e approfondimento. Riscontro intorno un clima di guerra ideologica. Eppure i danni sono quantificabili in milioni di euro e qualcosa deve essere fatto. Questa legge, a grandi linee è giusta. Sono indignato, perché vedo tanta gente che si preoccupa dei cinghiali e non delle condizioni dei cittadini toscani”.

Secondo Andrea Pieroni (Pd), che si sente di “ringraziare l’assessore Remaschi e la commissione regionale per il lavoro e l’impegno”, la legge “è ben fatta, e lo conferma il fatto che nessuno dei soggetti portatori di interessi è soddisfatto. C’è un equilibro da ristabilire – prosegue il consigliere –, la questione va affrontata con decisione, senza schieramenti ideologici ma con soluzioni efficaci. C’è un rapporto alterato nell’ecosistema, tra presenze di ungulati e flora, vegetazione, sottobosco. Un rapporto che mette in crisi la biodiversità sia vegetale che animale, mette in difficoltà le produzioni agricole, porta all’abbandono dei terreni. E causa incidenti gravi, anche mortali. Non possiamo restare indifferenti, è in ballo anche l’incolumità delle persone. La legge è straordinaria e come tutte le leggi-obiettivo si dà uno scopo, un tempo limitato ed è soggetta a verifiche, aggiornamenti e correzioni in corso d’opera. Non è una legge marziale, non si decide lo sterminio degli ungulati in Toscana. Non è un far west, i soggetti coinvolti nell’attuazione della legge sottostanno a regole. Termini esasperati sono fuori luogo. La filiera economica c’è già, semmai è priva di regolamentazione. La nuova legge interviene anche su questo”.

“Per valutare se questo provvedimento è opportuno – ha detto Marco Casucci (Lega Nord) - guardo l’interesse della mia terra, la Toscana e ascolto la voce della gente”. Casucci ha ricordato che “la Toscana ha una densità record di ungulati, inferiore in Europa solo all’Austria”. “La situazione degli ungulati – ha aggiunto il consigliere regionale - è da tempo fuori controllo e lo squilibrio tra specie animali ha comportato ingenti danni ad allevatori e agricoltori. Tra le zone più colpite dall’emergenza vi è la provincia di Arezzo”. Definendo la legge “tardiva”, “condivisibile nell’impostazione” ma “ancora lontana dall’essere una buona legge”, Casucci ha detto che il voto della Lega dipenderà dall’accoglimento o meno di alcuni emendamenti.

“Una legge discutibile che di fatto è una sorta di licenza ad uccidere”, così Andrea Quartini (M5S). Il consigliere regionale ha parlato di “squadroni di cacciatori armati fino ai denti che imperversano sul territorio”. “Il problema centrale – ha detto – consiste nella deregolamentazione, praticabile ogni giorno per tre anni”. Quartini ha proposto “l’immediato divieto al foraggiamento e ripopolamento” e ha ricordato le vittime della caccia, “più di 100 morti l’anno”, “deregolamentare la caccia aumenta la probabilità di incidenti umani”. “Una legge che conviene ai cacciatori, ai produttori di armi e alla filiera delle carni” ha aggiunto proponendo di “garantire più sicurezza, di attribuire alle forze dell’ordine la possibilità di fare controlli a tappeto anche rispetto all’uso di droghe e di alcol, a valutare l’idoneità dei cacciatori”.

Anche Gabriele Bianchi (M5S) si è soffermato sull’aspetto della sicurezza: “In Italia sono 526 le vittime della caccia in tre stagioni venatorie, in Toscana 105 tra feriti e deceduti, il dato più alto”. Il consigliere ha parlato dei cacciatori, “ridotti negli ultimi dieci anni a 95mila unità”, come “una popolazione anziana che per il 70 per cento è di ultrasessantenne”.

Il capogruppo del M5S, Giacomo Giannarelli, ha parlato della proposta di emendamento in cui si chiede alla “Regione di avvalersi del supporto scientifico di istituti di ricerca”. Giannarelli ha invitato a soffermarsi sulla parte della legge in cui si parla di caccia con l’arco, definita “un metodo efficace, ecocompatibile, etico e sicuro. Sull’ecocompatibile siamo d’accordo perché non si usano pallottole di piombo, che sia sicuro è tutto da dimostrare ma sull’etico devono valutare cittadini e politici”. Giannarelli ha ricordato metodi alternativi, per contrastare i danni prodotti all’agricoltura, come “recinzioni elettriche e foraggiamento dissuasivo”.

Enrico Cantone (M5S) ha parlato di “rispetto del prossimo e della natura”. “Chi applicherà il controllo delle regole?” ha domandato il consigliere. Tra le proposte del M5S Cantone ha ricordato la possibilità di creare “camminamenti, sovrapassaggi, passaggi alternativi”. “La cultura – ha concluso – deve portare al rispetto della vita degli animali”.

“In questa legge vedo un grave ritardo”. È intervenuto così il capogruppo di Forza Italia, Stefano Mugnai, che ha espresso voto favorevole all’atto, definendolo “perfettibile”. “Non si capisce – ha aggiunto Mugnai – che la Toscana è così bella perché è stata modellata dall’azione dell’essere umano, in una logica di attenzione al territorio. Un intervento è necessario e questa legge mostra la volontà di cambiare atteggiamento da parte della maggioranza”.

Il capogruppo Pd Leonardo Marras ha parlato di “civiltà rurale di cui la cultura venatoria fa parte” e del ruolo del cacciatore oggi. “La caccia – ha detto Marras – non è sport, è una concessione dello Stato, perché si possa usare come strumento di equilibrio per la conservazione della natura”. Marras ha poi raccontato le lamentele dei cacciatori, “perché sono usati non secondo le loro volontà, attitudini e tradizioni, ma secondo altri criteri e regole”. “Questa legge – ha concluso – dice che il 70 per cento del territorio toscano è vocato agli ungulati: qui gli animali ci devono stare ad una densità sostenibile, mentre nel restante 30 per cento questi animali devono essere eradicati”.

“Di aumento esponenziale di cinghiali in Toscana” ha parlato il portavoce dell’opposizione Claudio Borghi (Lega Nord) forse dovuto, secondo il consigliere, alla mancanza di adeguate leggi di controllo. Borghi ha invitato il Pd a porre attenzione agli emendamenti della Lega, “i nostri emendamenti non sono campati per aria, arrivano da confronti con il mondo dell’agricoltura – ha detto – servono a rendere qualificante la legge, confido che un po’ siano accettati e da quanti e quali dipenderà il nostro voto finale”.

Sì all’atto dal Giovanni Donzelli (Fratelli d’Italia): “Voto a favore – ha detto – perché ci sono esigenze improrogabili per gli agricoltori, perché sono convinto che la caccia non sia un male assoluto”. “Il cacciatore – ha concluso Donzelli – aiuta a tenere puliti i boschi e i sentieri, a tenere vivo il territorio”.

Elisa Montemagni (Lega Nord) ha dichiarato che la legge è “un passo avanti, ma arriviamo in ritardo”. Montemagni ha parlato dell’abbattimento dei capi come “unica soluzione per il mantenimento del territorio”. Anche Montemagni ha ribadito che dall’accoglimento o meno di alcuni emendamenti dipenderà il voto della Lega. (

Soddisfazione Cia Toscana: «Ora mettere in atto strumenti, mezzi e risorse per attuarla efficacemente»

E’ realtà la Legge obiettivo per il contenimento degli ungulati, approvata quest’oggi dal Consiglio Regionale. Dopo tre anni di lavoro svolto dalla Cia Toscana sull’emergenza ungulati, finalmente sono arrivati i primi risultati positivi. Soddisfazione da parte della Cia regionale: «Diamo atto al Presidente Rossi, all’Assessore Remaschi ed Consiglio Regionale della Toscana – commenta il presidente della Cia Toscana Luca Brunelli - dell’impegno e della determinazione grazie alla quale la Legge obiettivo è stata portata all’approvazione. Ora la Toscana può affrontare l’emergenza ungulati con nuovi strumenti. La nostra soddisfazione – aggiunge Brunelli – si accompagna alla consapevolezza che la Legge, molto positiva, rappresenta solo l’inizio del percorso per riportare in equilibrio il nostro territorio. Per attuare coerentemente la Legge –conclude il presidente Cia -  ci sarà bisogno da oggi di un grande impegno in termini di atti di programmazione, organizzazione delle strutture, risorse».

Piena realizzazione dei piani di prelievo attualmente vigenti, rapida approvazione del nuovo Piano faunistico e dei parametri di densità ottimale, riordino in tempi rapidi della governance faunistica, dando certezze nei ruoli, mezzi e risorse per la gestione di questa fase straordinaria: sono queste le urgenze che secondo Cia Toscana rappresentano la condizione per attuare efficacemente le nuove norme.

«Vogliamo rassicurare tutti quelli che in questi giorni hanno manifestato le loro legittime preoccupazioni: non vogliamo nessuno “sterminio” – conclude Brunelli - abbiamo detto e ribadiamo che la presenza della fauna selvatica è e deve restare una risorsa per la Toscana. Chiediamo solo che questa presenza, da anni fuori controllo, sia riportata in equilibrio e resa compatibile con l’agricoltura, l’ambiente e la sicurezza dei cittadini».

UNGULATI: COLDIRETTI, LEGGE E’ RISPOSTA AD EMERGENZA ANNOSA

“E’ una prima importante risposta politica al gravoso problema degli ungulati che sta provocando milioni di euro di danni alle imprese agricole e alle produzioni e sta contribuendo allo spopolamento delle aree montane e svantaggiate e ad aggravare le criticità di dissesto idrogeologico. Ci auguriamo che questa rinnovata spinta porti, anche con la riorganizzazione degli Ambiti Territoriali di Caccia e delle deleghe, ad una diversa attuazione delle norme esistenti più efficace e corrispondente all’esigenze degli agricoltori e alla situazione che stanno vivendo ormai da molti anni ormai”. E’ il commento, a caldo, di Tulio Marcelli, Presidente Coldiretti Toscana in merito all’approvazione del consiglio regionale della legge che disciplina per i prossimi tre anni la gestione straordinaria delle specie cinghiale, capriolo, daino, cervo e muflone.

Una “contromisura” purtroppo necessaria per riportare la popolazione della fauna selvatica presente in Toscana ad un livello di sostenibilità e di convivenza sopportabile. Coldiretti riconosce l’impegno ed il merito, per aver portato fino in fondo un percorso non certo provo di insidie, del Presidente, Enrico Rossi, dell’assessore all’agricoltura, Marco Remaschi e del consiglio regionale. “La prerogativa della politica è quella di ascoltare, proporre e decidere. Non pensiamo che la legge da sola abbia risolta il problema, ora serve – conclude Marcelli - applicarla in modo omogeneo su tutto il territorio regionale. Tutti i contributi al dibattito potranno essere ripresi dopo che sarà terminata la fase di emergenza che dovremo affrontare da qui ai prossimi tre anni” .

Toscana Rossa di sangue: "Remaschi approvata, la Toscana campione di arretratezza, non si arresta la battaglia degli animalisti"

La Regione Toscana ha compiuto la sua scelta politica, con una dichiarazione di guerra ai suoi animali e alla natura. E' una scelta che viene dal passato e attesta la giunta regionale su posizioni di estrema retroguardia, sia politica sia culturale. La nostra società, così intrisa di inutile violenza, avrebbe bisogno di fare pace con l'ambiente e con gli esseri viventi.
La Regione Toscana, per affrontare le richieste di agricoltori e viticoltori, poteva mettersi all'avanguardia, cercando soluzioni non cruente, moderne, di lungo periodo, come è possibile fare e come altrove si fa, collaborando con i centri di ricerca più avanzati e inviando a tutti un messaggio di civiltà.
Ha scelto invece la via più sbrigativa e più cruenta, affidando ai cacciatori il compito di compiere un inutile massacro, che renderà la Toscana rossa ormai solo di sangue e di vergogna.
Continueremo a impegnarci contro questa deriva venatoria oltranzista.

"L'alternativa al massacro di esseri viventi c'è e sempre. In ogni luogo, in ogni momento". Silvia Buzzelli, giurista, Università Milano
"Il 'non ci sono alternative' è, come diceva il poeta John Milton, l'argomento dei tiranni. . Vi sono vicino in questa duplice lotta contro la caccia come massacro e contro la scelta reazionaria dei politici toscani". Giulio Giorello, filosofo della scienza.

CAART, LAV, RESTIAMO ANIMALIGLI ARMIERI APPLAUDONO: "LA REGIONE SI CONFERMA TRA LE PIU’ SANGUINARIE, IN SPREGIO ALL’INTERESSE GENERALE"

La legge Remaschi - ovvero la legge obiettivo per il contenimento dell'asserita emergenza ungulati, come cinghiali e caprioli - con l'estensione della caccia in ogni stagione per 3 anni, porterà senz'altro nuovo impulso a una delle industrie più fiorenti del nostro paese, quella degli armieri. Secondi solo agli USA, gli armieri italiani producono all'80% armi da caccia e devono affrontare un problema: il calo numerico dei cacciatori che sarà evidentemente rimpiazzato dall’invenzione della filiera alimentare selvatica, tenuta a battesimo all'Expo.

I siti e i giornali dedicati alla caccia e alle armi  dedicano ampio spazio ai progetti di filiera sostenuti da associazioni come Cncn - Comitato Nazionale Caccia e Natura, emanazione di aziende produttrici di armi, munizioni e accessori per la caccia - con ampio ricorso a concetti come sostenibilità, qualità, ambiente, con l'evidente obiettivo di legittimare e stabilizzare la pratica venatoria permanente ed al di là dei limiti previsti, e magari conquistare nuovi adepti.

 La Regione Toscana con la legge "ammazzacinghiali" sembra raccogliere queste suggestioni, trasformando i suoi boschi in una sorta di allevamento di ungulati a cielo aperto, con ampia libertà di sparo, al prezzo di una strisciante militarizzazione del territorio.

E' una deregulation che riduce  gli animali selvatici a semplici oggetti, da destinare al divertimento dei cacciatori e al mercato con evidenti ripercussioni in materia di sicurezza pubblica per quei cittadini che, in particolare in primavera ed estate vorranno usufruire dei boschi, e si esporranno ai rischi connessi alla presenza di migliaia di cacciatori la cui età media è intorno ai 70 anni, armati di fucili da guerra ed archi.

La creazione di una filiera alimentare della carne, prevista dalla legge regionale, trasforma gli animali da patrimonio indisponibile dello stato in merce, senza alcuna considerazione per la dignità della vita selvatica.

La Regione Toscana era davanti a un bivio: poteva considerare gli animali selvatici, la loro vita, come un beneficio per tutti, un bene comune da tutelare; ha preferito scegliere la strada opposta, con cinghiali e caprioli considerati come vite in eccesso da decimare e trasformare in cibo.

La Regione ha rinunciato a farsi portatrice di soluzioni nuove, progetti pilota non cruenti, abbracciando una logica arretrata e fallimentare. A vantaggio di chi o di cosa? Certo non dell'interesse generale.

La Regione sta assumendo posizioni di retroguardia, anacronistiche. La caccia è sempre una dichiarazione di guerra agli animali e alla natura. Il futuro è nella convivenza pacifica fra le specie; non abbiamo bisogno di fucili e logiche di guerra, ma di una dichiarazione di pace agli animali selvatici e all'ambiente che li circonda.

CAART Coord. associazioni animaliste Regione Toscana, LAV Lega anti vivisezione, Restiamo Animali: "Una legge a beneficio degli armieri" 
 
La legge Remaschi, con l'estensione della caccia in ogni stagione per 3 anni, porterà senz'altro nuovo impulso a una delle industrie più fiorenti del nostro paese. Secondi solo agli USA, gli armieriitaliani producono all'80% armi da caccia e devono affrontare un problema: il calo numerico dei cacciatori che sarà evidentemente rimpiazzato dall’invenzione della filiera alimentare selvatica, tenuta a battesimo all'Expo.

I siti e i giornali dedicati alla caccia e alle armi  dedicano ampio spazio ai progetti di filiera sostenuti da associazioni come Cncn - Comitato Nazionale Caccia e Natura, emanazione di aziende produttrici di armi, munizioni e accessori per la caccia - con ampio ricorso a concetti come sostenibilità, qualità, ambiente, con l'evidente obiettivo di legittimare e stabilizzare la pratica venatoria permanente ed al di là dei limiti previsti, e magari conquistare nuovi adepti.

La Regione Toscana con la legge "ammazzacinghiali" sembra raccogliere queste suggestioni, trasformando i suoi boschi in una sorta di allevamento di ungulati a cielo aperto, con ampia libertà di sparo, al prezzo di una strisciante militarizzazione del territorio.

E' una deregulation che riduce  gli animali selvatici a semplici oggetti, da destinare al divertimento dei cacciatori e al mercato con evidenti ripercussioni in materia di sicurezza pubblica per coloro che, in particolare in primavera ed estate vorranno usufruire dei boschi, e si esporranno ai rischi connessi alla presenza di migliaia di cacciatori armati di fucili da guerra ed archi. 

La creazione di una filiera alimentare della carne, prevista dalla legge regionale, trasforma gli animali da patrimonio indisponibile dello stato in merce, senza alcuna considerazione per la dignità della vita selvatica.

La Regione Toscana era davanti a un bivio: poteva considerare gli animali selvatici, la loro vita, come un beneficio per tutti, un bene comune da tutelare; ha preferito scegliere la strada opposta, con cinghiali e caprioli considerati come vite in eccesso da decimare e trasformare in cibo.

Ha rinunciato a farsi portatrice di soluzioni nuove, progetti pilota non cruenti, abbracciando una logica arretrata e fallimentare. A vantaggio di chi o di cosa? Certo non dell'interesse generale.

La Regione sta assumendo posizioni di retroguardia, anacronistiche. La caccia è sempre una dichiarazione di guerra agli animali e alla natura. Il futuro è nella convivenza pacifica fra le specie; non abbiamo bisogno di fucili e logiche di guerra, ma di una dichiarazione di pace agli animali selvatici e all'ambiente che li circonda.

UNIONE PROVINCIALE AGRICOLTORI DI SIENA: "FINALMENTE RISOLUTIVA. ORA IMMEDIATA ATTUAZIONE"

«Un’ottima notizia e un  doveroso apprezzamento al presidente della Regione Toscana Enrico Rossi e all’assessore all’agricoltura Marco Remaschi per l’impegno profuso nel raggiungimento di un obiettivo atteso da anni, il primo traguardo di un percorso che ora può e deve portare alla risoluzione reale di una problematica che era giunta alla soglia dell’irrimediabilità. Il provvedimento, in ampie disposizioni, risponde alle manifestate esigenze».  Così Gianluca Cavicchioli, direttore dell’Unione Provinciale Agricoltori di Siena, commenta l’approvazione da parte della Regione Toscana della legge obiettivo per il contenimento degli ungulati. «Ora l’immediata esecuzione per la difesa delle nostre colture – aggiunge Cavicchioli – che, come forse qualcuno dimentica, producono occupazione e muovono gli ingranaggi dell’economia Toscana e della provincia di Siena in particolar modo. Auspichiamo una repentina pubblicazione delle norme attuative per avere così immediato riscontro. 

Non è più il tempo degli slogan e delle misure preventive, è il momento dell’azione e degli atti risolutivi. La nuova legge va in questa direzione e, nella provincia di Siena, potrà godere di una rinnovata e fattiva collaborazione fra agricoltori, associazioni e organismi venatori. La messa in pratica degli intendimenti legislativi, speriamo sia spedita e non intralciata da improduttivi quanto pretestuosi interpretazioni letterali degli articolati. E con piacere prendiamo atto anche dell’altrettanto fattiva collaborazione con la Regione Toscana che si è dimostrata attenta alle problematiche degli agricoltori e al ruolo della nostra associazione». Il direttore di Upa Siena conclude: «Respingiamo qualsiasi tipo di strumentalizzazione di una legge che, ribadiamo, è un atto risolutivo di una problematica diventata insostenibile. La manifestazione del dissenso è più che legittima ma non si tratta di “un’azione violenta fine a se stessa” quanto di un contenimento mirato al riequilibrio naturale in grado di rispettare anche le coltivazioni e il lavoro degli agricoltori».  

La sottosegretario Velo: "Via libera legge Toscana è ottima notizia"

"Il via libera alla legge obiettivo per il contenimento dell'emergenza ungulati da parte della Regione Toscana è un'ottima notizia. In Toscana l'emergenza ungulati era una questione non più rinviabile, vista la massiccia presenza in questa regione, ben quattro volte superiore alla media nazionale. Un'emergenza economica per le aziende agricole, ma anche per la sicurezza dei cittadini". Lo afferma in una nota Silvia Velo, sottosegretario all'Ambiente. "La legge approvata oggi - ha aggiunto Velo - frutto di un percorso condiviso intrapreso con la Regione Toscana, l'Ispra e il ministero dell'Ambiente, è un provvedimento equilibrato che tiene conto sia della tutela ambientale, sia della salvaguardia della biodiversità e che mi auguro possa essere presa a modello per affrontare la questione a livello nazionale".

 ECORADICALI: PRONTE LE DENUNCE

 Dopo il cemento, cosa unisce più di tutto - e in modo trasversale - la classe politica italiana? Ovviamente la caccia. Il Consiglio regionale della Toscana ha approvato con voto bi-partisan la Legge Remaschi che prevede una espansione incontrollata dell’attività venatoria durante tutto l’anno: comprese le aree protette, nelle quali i Comuni potranno anche concedere ai cacciatori l’ingresso attraverso mezzi a motore.

In merito alla presunta necessità di «ottimizzare» i livelli faunistici, in una lettera appello (https://t.co/d1Juc9SVGv) inviata al Presidente, alla Giunta e al Consiglio lo scorso 24 gennaio, Eco Radicali - Associazione Radicale Ecologista aveva già denunciato come la caccia sia il problema e non la soluzione.

Il problema degli ungulati - e dei cinghiali in particolare – deriva proprio dall’immissione massiccia di esemplari allevati e importati dall’estero per il divertimento dei cacciatori. Non a caso, la legge non affronta il tema del ripopolamento: esemplari di ungulati continueranno quindi a essere immessi, in modo da usare l’alibi dei danni all’agricoltura per continuare a sparare. Chi danneggia l’agricoltura è proprio la caccia.

Allo stesso modo, si danneggia il diritto alla salute. «Sono noti da anni – dichiara il Segretario di EcoRadicali, Fabrizio Cianci - gli studi dell’ISPRA rispetto all’inquinamento da piombo, antimonio, arsenico e plastica provocato dalle munizioni. La legge, oltre a essere una rapina a mano armata nei confronti dell’ambiente, nega il diritto alla sicurezza dei cittadini, consentendo l’utilizzo di fucili con gittate anche di oltre 1 km.»

EcoRadicali, all’indomani della chiusura della stagione venatoria, ha pubblicato la prima mappa georeferita degli incidenti di caccia (https://t.co/cSHAyvYhTl) , corredata dalle fonti giornalistiche relative a ciascun incidente. Dopo anni di stime e ipotesi, abbiamo finalmente il primo strumento di diritto alla conoscenza sui costi sociali della caccia, attraverso una mappa Open Data consultabile da tutti i cittadini.

«La nostra elaborazione – prosegue Fabrizio Cianci – che si fonda sulla valorizzazione dell’impegno di centinaia di giornalisti, ci permette di affermare che la Toscana - da sola – conta quasi un quinto di tutte le vittime di caccia: il diritto alla sicurezza è un diritto costituzionale. Così come la salute, nonché la tutela del patrimonio paesistico, artistico e naturalistico. Il diritto alla caccia, invece, non è previsto nella Costituzione.»

La legge, secondo gli EcoRadicali è quindi incostituzionale, viola tutte le norme vigenti in materia di protezione dell’ambiente e della fauna sia a livello nazionale che comunitario.

«Da diverso tempo – conclude Fabrizio Cianci - lavoriamo su un pacchetto di denunce in merito ai contenuti della Legge Remaschi che presenteremo alle rispettive autorità competenti.»

Gli EcoRadicali fanno appello a tutti i cittadini, toscani e non, a difendere i propri territori e difendersi dall’assalto venatorio, aderendo alla campagna #scacciamoli (www.scacciamoli.it) per una riforma organica della legge nazionale sulla caccia, ormai superata e che è all’origine di tutte le pessime leggi regionali, prime fra tutte, la Legge Remaschi.

Coldiretti Siena: “La legge va applicata o sarà l'ultima occasione per tutelare il territorio e le imprese”

E' stata approvata in consiglio regionale la legge che autorizza gli abbattimenti straordinari degli ungulati (cinghiali, daini, caprioli, cervi e mufloni) che nei boschi della Toscana avrebbero ormai superato la cifra di 200mila esemplari.

“Gli ungulati in Toscana sono oltre 400mila, nella provincia di Siena c'è la maggiore concentrazione, la percentuale più alta. Questo è il territorio più colpito di tutta la Regione e i danni sono direttamente proporzionali alle presenze – commenta il direttore di Coldiretti Siena, Simone Solfanelli - . Siamo consapevoli che l'approvazione della legge, sollecitata da Coldiretti, è comunque solo un primo passo per tentare di risolvere il problema di sostenibilità per le imprese agricole, non la soluzione definitiva. La legge, che non è la panacea di tutti i mali, è comunque un passo importante che ci auguriamo  serva a tutti  per iniziare una nuova stagione. Per questo diciamo forte e chiaro che la nuova norma necessita di essere  applicata in maniera seria, rigorosa ed  intelligente da parte di tutti i soggetti coinvolti: dagli agricoltori alle Atc  e al mondo venatorio. Se così non sarà – conclude Solfanelli – non solo questa sarà stata un'occasione perduta ma l'ultima occasione che abbiamo per tutelare il territorio e le imprese agricole”.

Fonte: Toscana Consiglio Regionale

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