Polemiche al processo Tagliavia per parole utilizzate nell'arringa

foto d'archivio

"La difesa Tagliavia usa l'espressione 'accattoni' riferendosi alla parte civile. Rispediamo l'espressione al mittente, la mafia si vergogni di esistere". Lo dice la presidente dell'associazione fra i familiari delle vittime della strage dei Georgofili, Giovanna Maggiani Chelli, in merito al processo in corso in corte d'assise d'appello a Firenze che vede imputato il boss Francesco Tagliavia per le stragi del 1993.

Nel corso della mattinata c'è stata l'arringa del difensore di Tagliavia, l'avvocato Luca Cianferoni: "Quando ho parlato di accattonaggio - ha replicato Cianferoni - non mi riferivo assolutamente alle persone, ma a uno specifico argomento citato dall'avvocato di parte civile nel corso del suo intervento e legato al luogo in cui sarebbe stato macinato l'esplosivo usato per le stragi".

"Balle - gli risponde Maggiani Chelli - Attraverso il suo avvocato, Tagliavia ci ha dato degli accattoni che vogliono i suoi soldi". Tagliavia è accusato dalla procura di Firenze di aver messo a disposizione il gruppo di fuoco per le stragi mafiose del 1993-1994. La Cassazione ha annullato le condanne all'ergastolo inflitte a Tagliavia in primo e secondo grado, assolvendolo per le stragi di Roma e Milano: a Firenze è quindi in corso un nuovo appello per la sola strage dei Georgofili.

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