Il 22 gennaio 1973, l'imbattutto campione Joe Frazier fu demolito da uno sfidante cui in pochi davano credito
Gli anni ’70 del secolo scorso sono stati un’autentica età dell’oro per il pugilato, specialmente per la categoria dei pesi massimi, in cui si succedettero come campioni Joe Frazier, George Foreman e Muhammad Ali, di ritorno dalla squalifica per renitenza alla leva durante la guerra del Vietnam. I tre ex-campioni olimpici dominarono la scena per l’intero decennio, insieme a comprimari di eccellente valore come Ken Norton (che sconfisse proprio Ali nel 1973, fratturandogli la mascella), Ron Lyle (autore di uno dei match più selvaggi della storia della boxe contro Foreman), Jimmy Ellis e Oscar Bonavena. Con grande sorpresa di tutti gli osservatori, la corona mondiale passò di mano il 22 gennaio 1973, in Giamaica, allorché il 24enne Big George sconfisse l’imbattuto campione Smokin’ Joe in appena 4 minuti e 35 secondi.
Il più pesante e potente Foreman, oro ai Giochi di Città del Messico del 1968, si presentò al cospetto del campione con un record di 37 vittorie su altrettanti incontri, di cui 34 per KO. La stampa riteneva però che il suo strabiliante ruolino di marcia dipendesse dall’aver incontrato avversari di scarsa caratura e considerava largamente favorito Frazier, reduce da 11 successi consecutivi in match per il titolo, inclusa l’epocale vittoria su Ali del 1971. Lo stesso Frazier considerava Foreman poco più di una formalità da espletare sulla strada per una rivincita multimilionaria contro l’indomito Ali.
Invece, con un vantaggio in altezza di quasi 15 centimetri e di oltre 20 nell’allungo, Foreman dominò fin dal primo gong, mandando in visibilio la folla straboccante che assiepava il National Stadium di Kingston. Il campione fu atterrato addirittura sei volte, l’ultima con un uppercut di devastante potenza che per un attimo lo sollevò in aria. L’orgoglio e la tempra forgiata da anni di dure battaglie, consentirono a Frazier di rialzarsi anche dopo quel pugno tremendo, ma l’arbitro Arthur Mercante chiamò la fine del combattimento ormai impari e proclamò la vittoria dell’erculeo sfidante.
Sarebbe dunque stato Foreman a incrociare i guantoni contro Ali, a Kinshasa, l'anno successivo. Ali avrebbe vinto all’ottava ripresa di un match divenuto leggenda, riconquistando la cintura mondiale e infliggendo a Big George la prima sconfitta della carriera.
Paolo Bruschi