
Una definizione simpatica e calzante di Dario Del Sordo potrebbe essere quella di babbo dello sport empolese visto che, oltre ad aver fatto nascere e crescere l'atletica, è stato per molti anni fiduciario Coni riuscendo a lavorare con lo stesso impegno non solo alla sua 'creatura' ma con chiunque avesse bisogno e bussasse alla sua porta. Ora che l'età avanza il 'vizietto' non lo ha perso dal momento che, nei locali sotto la Maratona del Castellani, si è solito vederlo quasi ogni mattina. La scusa è il caffè, ma in realtà a portarlo lì è quel legame che non ha mai spezzato col suo mondo, un legame che lo tiene ancora vivo seppure gli anni avanzino portandolo a capire, qualche anno fà, che era il momento di tirare i remi in barca diventando così la persona non in prima linea ma quella saggia ed esperta a cui chiedere consigli. Volendo racchiuderlo in una definizione, il presidente onorario.
L'appuntamento per fare due chiacchiere è quindi proprio nella sede dell'Atletica Empoli che proprio lui fece nascere negli anni '70
A quei tempi erano forti anche le connotazioni politiche a fianco delle varie associazioni e riuscii a conciliarle un po' tutte creando l'Atletica Empoli, un progetto nel quale in pochi credevano e che invece è stato molto importante per lo sport e per la città
Le piace essere definito babbo dello sport empolese?
Sì, certo. A volte me lo dico anche io ripensando al periodo nel quale rappresentavo il Coni a Empoli. E anche quando vengo qui e vedo cosa è diventata ora l'atletica e il lavoro fatto sotto la Maratona, ne sono contento
Come nacque il progetto Maratona?
Doveva essere per il calcio ma poi Silvano Bini disse che costava troppo e che loro sarebbero stati più volentieri dall'altra parte dello stadio e nella palazzina dove erano i vecchi spogliatoi. Una sera alla dieci mi telefonò Vittorio Bugli e mi disse: perchè non la prendete voi?
Cosa rispose?
Andai da lui in ufficio e dissi subito sì
Parlare delle strutture allo stadio equivale a parlare di pista
C'era già una pista, ma poi venne fatta ad otto corsie. A quei tempi solo Viareggio aveva un impianto più bello del nostro e non a caso abbiamo anche organizzato dei meeting internazionali portando a Empoli, nel tempo, personaggi del calibro di Pietro Mennea o atleti americani che venivano qui in Toscana ad allenarsi
E' vero che si parlò anche della possibilità di fare a Empoli un campionato europeo di atletica?
Certo, venne una commissione dal Nord Europa ma al tempo la Maratona non era come ora e c'era il filo spinato sopra la rete che la divideva dalla pista. Mi dissero che sembrava un campo di concentramento e purtroppo non se ne fece niente
In tutti questi anni come ha vissuto la convivenza con il calcio?
Io bene, con l'Empoli non ho mai avuto probemi nè con Silvano Bini nè poi con Fabrizio Corsi e nemmeno ora ne ho. Ai miei dicevo sempre che bisognava stare in armonia con una realtà che era comunque più grande di noi ed importante per la città
Parliamo degli anni al Coni dal quale ha avuto anche le massime onorificenze, su tutte la stella d'oro al merito nel 2008
Di riconoscimenti nel tempo ne ho avuto molti e da diversi enti e Federazioni. Sono stato venti anni Fiduciario Coni ed ho preso molto sul serio sempre questo impegno. Due volte la settimana andavo a Firenze perchè dovevo seguire i progetti e l'attività di chi dal territorio mi cercava e poi c'erano da tenere i rapporti con gli undici sindaci e relativi assessori allo sport. Il lavoro di sicuro non mancava anche perchè ho sempre cercato di dare una mano a chi me la chiedeva
Un rapporto quindi stretto anche con la politica, chi ricorda con maggior piacere?
Dovessi fare dei nomi direi Albano Aramini e Sauro Cappelli coi quali ho avuto i rapporti più stretti. Allora i tempi erano diversi, ma anche con gli assessori che si sono succeduti ho sempre collaborato con profitto e piacere ed ancora oggi, se e quando mi chiama qualcuno, dico volentieri la mia opinione
Come mai ad un certo punto ha detto basta?
Perchè la passione c'è sempre, ma bisogna capire che c'è un momento nel quale farsi da parte e lasciare il tutto a chi può portarlo avanti. Nel mio caso a Claudio Marchetti ed ai suoi collaboratori che hanno fatto e stanno facendo un ottimo lavoro
Una volta disse, prima di morire vorrei vedere la pista nuova. Ci riuscirà?
E chi lo sa? Sicuramente per me vedere rifatta la pista sarebbe la realizzazione di un sogno, al pari di tutti quelli che sono in questa società
Mettiamola diversamente allora, come finirà la vicenda stadio-pista?
Mi pare che si vada nella direzione di fare la pista altrove, ovvio che rifare questa per noi sarebbe meglio ma va bene anche da qualche altra parte. L'importante è che si faccia
Così da fargli coronare anche questo sogno, lo merita
Marco Mainardi