
Gli oltre venti volontari del Movimento Shalom impegnati in una missione benefica nel Burkina Faso se la sono vista davvero brutta, anche se la rete tranquillizza tutti sulle loro condizioni di salute. Già, la notte tra venerdì 15 e sabato 16 gennaio è stata un vero e proprio inferno per lo stato africano, colpito da un attentato terroristico che ha provocato la morte di almeno venti persone.
Nella capitale Ouagadougou due autobomba sono state fatte esplodere vicino all'hotel 'Splendid' e al caffè ristorante 'Le Cappuccino". La delegazione del gruppo di volontari con sede a San Miniato, capitanata da Don Andrea Cristiani, era già all'aeroporto pronta a rientrare in Italia, quando, viste le drammatiche contingenze, tutti sono dovuti tornare in albergo.
Burkina Faso: sta bene il gruppo italiano di Shalom. Don Andrea: "'c'è preoccupazione, ma siamo ultraprotetti'"
Sta bene un gruppo di italiani del movimento Shalom di San Miniato (Pisa) che al momento degli attacchi si trovava in Burkina Faso. Don Andrea Cristiani, raggiunto al telefono, ha raccontato che con sei volontari sarebbe dovuto rientrare ieri sera in Toscana con un volo Air France delle 23.30, ma durante il trasferimento verso l'aeroporto sono stati riaccompagnati nella casa che il movimento ha nel paese africano dopo aver appreso dei due attentati. Sperano ora di poter rientrare in giornata. Il gruppo si trova infatti già in aeroporto. "Non abbiamo avuto paura, c'è stata preoccupazione, ma noi siamo ultraprotetti", dice don Andrea.
"Il nostro movimento - spiega ancora - ha radici profonde in Burkina, lì abbiamo un nutrito gruppo di Shalom, così ci sentiamo protetti. Ieri abbiamo raggiunto comunque l'aeroporto passando da strade secondarie, ma non è stato possibile partire poiché i voli sono stati sospesi. Siamo dunque rientrati al nostro centro Laafi Roogo, che significa casa della pace, dove abbiamo atteso notizie sul da farsi". Della delegazione fa parte anche mons.
Roberto Rodriguez, vescovo argentino e presidente onorario del movimento Shalom. "Insieme al vescovo faremo una Santa Messa e un momento di preghiera interreligiosa per le vittime degli attentati", dice ancora don Andrea. "Proprio ieri - riferisce il fondatore del movimento Shalom - abbiamo fatto, presso la nostra Università IPS di Ouagadougou, c'è stato un incontro con i docenti e gli studenti, molti dei quali di religione musulmana. Abbiamo parlato di terrorismo e posso testimoniare che in questo popolo non ci sono deviazioni fondamentaliste.
Certamente i terroristi vengono da 'fuori', il popolo e gli stessi musulmani, che rappresentano quasi il 50% della popolazione burkinabè non sono fondamentalisti e non vogliono il terrorismo".
Del gruppo Shalom hanno deciso invece di restare in Burkina altre 7 persone che si occupano della produzione di biodiesel e di una fabbrica di sapone che l'associazione ha nel paese africano.
Gianni Capuano
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