Cacciatore ucciso a Tavolese, l'autopsia conferma: è stato l'amico a sparare

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Già lo si sapeva ma ora c'è la certezza. Il proiettile che ha ucciso il 63enne Giancarlo Leoncini nella battuta di caccia del 5 gennaio al Lago di Tavolese a Certaldo è del 70enne A.F. che era con lui in squadra intento in una battuta al cinghiale. A dirlo l'esame autoptico disposto dal pm Paolo Barlucchi ed eseguito ieri, giovedì 7 gennaio, all'ospedale di Careggi a Firenze.

Il 70enne comunque aveva già detto agli inquirenti della propria posizione in questa storia. Il proiettile che ha perforato l'addome all'altezza del fianco destro, da carabina modello 3006, è l'unico che poteva essere sparato dal fucile dell'amico 70enne della vittima, visto che gli altri compagni di caccia utilizzano armi diverse da quella carabina Browning calibro 30,06.

Il colpo è arrivato in direzione obliqua, il che fa pensare, viste le buone condizioni di visibilità, a un errore grossolano di chi ha sparato, in quando non c'era nessun cinghiale nel cosiddetto 'cono di tiro'. Leoncini era a circa 150 metri di distanza dal punto in cui era partito il colpo. Si attende adesso il nulla osta per organizzare i funerali.

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