
"Allo stato non ci sono gli estremi per l'apertura di una pratica per incompatibilità ambientale o funzionale: abbiamo ascoltato un magistrato sereno che dà prova di imparzialità". Lo ha detto il presidente della Prima commissione del Csm, Renato Balduzzi, al termine dell'audizione del procuratore di Arezzo Roberto Rossi che indaga su Banca Etruria.
La seduta era fissata per questa mattina: Rossi, che indaga sull'istituto di credito Banca Etruria, dal 2013 è consulente del Governo. La Prima commissione ha aperto un fascicolo sul caso, su richiesta del consigliere laico di Forza Italia, Pierantonio Zanettin. Il rapporto di collaborazione di Rossi con il governo e' cominciato nel 2013, dunque con l'esecutivo presieduto da Enrico Letta.
La Prima commissione del Csm acquisirà nei prossimi giorni la documentazione sull'attività ispettiva di Bankitalia relativa a banca Etruria e l'11 gennaio chiuderà la propria procedura sul procuratore di Arezzo Roberto Rossi. Lo hanno annunciato il presidente della commissione, Renato Balduzzi, ed il consigliere Piergiorgio Morosini che con Balduzzi è relatore della procedura, al termine dell'audizione del magistrato durata circa due ore.
L'acquisizione della relazione servirà per confrontare quanto dichiarato oggi da Rossi in audizione con le risultanze dell'attività ispettiva della Banca d'Italia e la tempistica che emerge dalle relazioni. Sia Morosini che Balduzzi hanno spiegato che quello emerso oggi in commissione è "un orientamento unanime". Riguardo invece a possibili profili disciplinari che coinvolgano Rossi, "questi - ha sottolineato Balduzzi - spettano ai titolari dell'azione disciplinare ossia il pg presso la Cassazione ed il ministro della Giustizia. Valuteremo l'11 gennaio se ci sono gli estremi per trasmettere le carte".
"Da quello che abbiamo approfondito oggi non c'è un caso Rossi: c'è un magistrato che dà prova di imparzialità ed indipendenza in un ambiente giudiziario come può essere quello di una città di provincia - ha sottolineato Balduzzi - L'impressione che abbiamo avuto non è quella di un rallentamento delle indagini, ma anzi di tempestività. Faremo comunque un approfondimento, lo riteniamo doveroso".
Renato Balduzzi, presidente della Prima commissione del Csm, ha detto che Rossi ha risposto "in modo convincente ed esauriente" a tutte le domande, "manifestando la disponibilità a chiarire tutti gli aspetti sia sull'incarico di consulenza sia sulle indagini in essere. Ed anche manifestando serenità, imparzialità ed indipendenza rispetto ai procedimenti di cui si occupa".
Riguardo alla sua consulenza al Dipartimento Affari giuridici e legislativi di Palazzo Chigi, Rossi ha spiegato in commissione che non ha mai ritenuto che ci fossero interferenze anche perché non c'erano componenti della famiglia Boschi tra gli indagati. "Nella nostra valutazione - ha sottolineato inoltre il consigliere del Csm Piergiorgio Morosin - ha anche pesato il fatto che l'incarico di consulenza si chiuderà il 31 dicembre. Inoltre è importante tutelare le indagini in corso, per i risparmiatori che hanno subito un danno e che stanno attendendo risposte".
Basta "doppi incarichi" per i capi delle procure. Sull'onda del caso Roberto Rossi che, procuratore di Arezzo, indaga su Banca Etruria e al contempo svolge un incarico di consulenza per il governo, il consigliere laico del Csm Pierantonio Zanettin ha chiesto al Comitato di presidenza l'avvio di una pratica per "introdurre limiti più stringenti" per "incarichi di consulenza dei capi degli uffici requirenti". L'iniziativa arriva il giorno in cui la Prima Commissione sta ascoltando Rossi per verificare se vi siano profili di incompatibilità proprio in riferimento al suo doppio ruolo.
"Le recenti vicende sull'inchiesta Banca Etruria hanno evidenziato lacune e criticita' nella normativa secondaria sugli incarichi extragiudiziari,pur oggetto di una recentissima revisione da parte del Consiglio", scrive Zanettin nella sua richiesta. Il riferimento e' alla circolare con cui il Csm disciplina la materia, e che e' stata appena modificata.
"Come correttamente evidenziato anche in una recente dichiarazione del Vice presidente -prosegue il laico di Fi- occorre modificare in particolare la normativa sui 'doppi incarichi'". E' alla luce di questa esigenza che Zanettin chiede l'avvio di una pratica in Prima Commissione mirata a introdurre paletti piu' decisi agli incarichi di consulenza dei capi delle procure, "tenuto conto dei ruoli di coordinamento e supervisione loro demandati in relazione all'esercizio dell'azione penale nell'ambito del territorio di pertinenza". Era stato proprio Zanettin a sollecitare l'intervento del Csm sulla vicenda che riguarda il procuratore di Arezzo.
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