Quando al Pontormo a Natale si cantava in inglese. E nessuno si turbava

La polemica scoppiata nei giorni scorsi alla scuola di Rozzano sui canti di Natale riporta alla mente, per contrasto, un'usanza che c'era negli anni '80 al liceo scientifico il Pontormo in occasione della Natività. Nelle stanze dell'istituto che allora era in via XX Settembre dove ora c'è una casa privata, a partire da un mesetto prima del 25 dicembre, le professoresse di inglese Giovanna Gerosa e Giovanna Favini insegnavano ai loro ragazzi canti natalizi in inglese. Giorni e giorni di prove che culminavano poi con una Messa che si teneva nella chiesa di Pulica pochi giorni prima del Natale e che veniva animata proprio dai ragazzi del liceo coi loro canti natalizi. Un'usanza che era divenuta una consuetudine, piaceva ai ragazzi che imparavano questi canti che solitamente erano abituati ad ascoltare in italiano, piaceva poi anche perchè in quei giorni si studiava meno sui libri ed era anche un modo per tenere poi legati gli ex studenti alla loro scuola non solo subito dopo il diploma, ma anche molto a seguire. Non a caso, proprio qualche anno fà, fu organizzata una Messa di Natale sempre a Pulica coi Christmas Carols, occasione di un ritrovo generale di coloro che avevano vissuto il piacere di quella iniziativa: molti ormai padri di famiglia, capelli bianchi, alcuni addirittura 25 anni dopo il diploma, ma sempre il piacere di tornare idealmente al Liceo Pontormo riassaporando quell'atmosfera magica creata dai Carols che quasi tutti ricordavano benissimo al punto di cantarli di nuovo in chiesa col sorriso sulle labbra per il piacere di farlo ricordando bei tempi ormai lontani.
Non si parla di secoli fà, ma dei primi anni '80 (è infatti della metà di quel periodo il trasferimento nella sede di via Sanzio) eppure il mondo era diverso. Forse non c'era una società multietnica come ora, ma sicuramente fra quei ragazzi non tutti erano cristiani, non tutti a Natale facevano il presepe, erano anche tempi nei quali esistevano ideologie forti e chi si sentiva ad esempio legato a partiti di sinistra (molti nella nostra città) sicuramente viveva il Natale senza un particolare trasporto e a casa non aveva genitori che insegnavano 'Tu scendi dalle stelle'. Eppure nessuno si sarebbe mai sognato di fare polemica, nessun preside avrebbe mai obiettato su quella iniziativa, nessuno, seppur non credente, si sarebbe minimamente sentito turbato da quei canti di chiara ispirazione cristiana. Sicuramente fra quelle decine di ragazzi molti non erano mai andati in chiesa e magari nemmeno ci andranno ora che sono passati trent'anni, ma quel giorno ci andavano e lo facevano volentieri e senza porsi particolari problemi o, men che meno, sentirsi turbati. Era un mondo diverso, più sereno, meno esasperato che a chi lo ha vissuto manca molto. Come mancano quei Christmas Carols alla chiesa di Pulica.
Poche righe, queste, per ricordare una piacevole usanza di una scuola empolese, nella certezza che, se qualcuno che legge ha vissuto quei giorni, avrà certamente piacere nel ricordarli. E si sentirà al tempo stesso attraversare da un fremito di nostalgia.

Marco Mainardi