Un presidio davanti all'Inps contro i tagli ai patronati. E la Consulta lancia la petizione su Change.org

(foto gonews.it)

Un presidio davanti la sede dell'Inps per protestare contro l'ennesimo taglio effettuato dal Governo ai Patronati, in programma venerdì 11 dicembre. Cgil, Cisl e Uil hanno presentato oggi, mercoledì 9, l'iniziativa nella sede della Camera di Commercio di Empoli, negli uffici del Centro Commerciale: a spiegare la situazione Rossano Rossi, segretario Cgil Empolese Valdelsa, Nicola Longo, Cisl Firenze-Prato, Marco Gagliano, Caf Empoli-Fucecchio, e Paolo Grasso, responsabile Inca.

"L'ennesimo fortissimo taglio ai patronati - spiega Longo - In cinque anni siamo passati da un finanziamento di 430 milioni di euro, agli attuali 280. Ben il 35%. Queste riduzioni causano tantissimi problemi di gestione, nelle pratiche burocratiche e nei servizi offerti sopratutto ai cittadini più deboli e meno tutelati. Già oggi a Roma i sindacati stanno protestando con un presidio davanti al Ministero".

I soldi ai patronati servono infatti a garantire, spesso gratuitamente o con tariffe a basso costo, servizi in aiuto ai cittadini come la redazione del 730 precompilato e della dichiarazione ISEE. Circa 50.000 persone, nel territorio dell'Empolese-Valdelsa, si servono infatti di questa struttura che di fatto sostituisce una funzione pubblica.

"Non stiamo difendendo noi stessi, in quanto sindacati - sottolinea Rossi - Per offrire tutto questo abbiamo bisogno di una grande organizzazione: per mettere mano nelle pratiche ci vogliono corsi di formazioni che durano anni. Lo stato ci ha praticamente chiesto di far pagare alla gente questi servizi, ma dobbiamo ricordarci che una parte dei finanziamenti ai patronati arriva direttamente dalle buste paga dei lavoratori. Sono soldi nostri e loro".

C'è un altro punto però che ha toccato i sindacati: è stata riformata infatti la legislazione nella compilazione del 730. Quando un cittadino si appoggia al patronato, l'ente si deve accollare tutte le responsabilità. Questo vuol dire che se viene commesso un errore a pagare economicamente di tasca propria sarà proprio il patronato, che dovrà quindi pareggiare un onere di imposta che in realtà era in capo al lavoratore.

"La ritengo una cosa incostituzionale - dice Gagliano - Se il patronato fa un errore si trova costretto a dover pagare non soltanto la sanzione amministrativa, come è giusto che sia e come avveniva in precedenza, ma anche la parte di imposte non versate. In questo modo si crea disparità tra i lavoratori che si troveranno a pagare meno tasse degli altri".

Una questione più politica che economica. Per i sindacati garantire tutti questi servizi è uno sforzo che non riguarda la principale attività delle sigle. "Inca è un ente che vuole aiutare gli svantaggiati - spiega Grasso - con i tagli nella riforma si va a perdere quello che era il principio di gratuità. Un principio che fa da collante in questo paese".

Si parla anche di posti di lavoro. Sono circa 60 gli stagionali nell'Empolese Valdelsa impegnati a redigere i 730. Un servizio che se eliminato, per essere replicato, necessiterebbe di circa 6.000 assunzioni da parte dello stato. In un momento di tagli come questo però, sembra un'ipotesi difficilissima. "Non solo - continua Grasso - Per la formazione ci vuole molto tempo, fino a 5 anni per poter mettere le mani sulle pratiche. I patronati sono un grande risparmio per tutti".

La questione è stata affrontata anche coi moderni mezzi di comuncazione dalla Consulta Nazionale: sul sito di petizioni online, Change.org, è infatti nata una raccolta firme con l'hashtag #SenzaCaf per salvaguardare l'assistenza fiscale. Questo il link https://www.change.org/p/non-restiamo-senza-assistenza-fiscale-non-restiamo-senzacaf per poter partecipare: in poco tempo sono già state raccolte quasi 23.000 firme, delle 25.000 richieste.

I manifestanti si sono riuniti venerdì 11 dicembre davanti alla sede Inps di via Amendola a Empoli con bandiere e striscioni per protestare contro i tagli del governo ai patronati. Presente un folto gruppo di persone, con bandiere, striscioni  slogan per avvalorare la protesta.

Giorgio Galimberti

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