
In King Lear, fra i tanti temi, Shakespeare parla di un difficile passaggio di poteri fra le generazioni di un’arcaica e mitica Inghilterra. Qualcosa di simile sembra accadere nella nostra epoca, dove la comunicazione fra padri e figli appare sbilanciata a favore di adulti sempre giovanili, giovani che faticano a imporre la loro funzione sociale e non riescono a diventare adulti. Mettere in scena Re Lear è come salire su una montagna e gettare un lungo e pietoso sguardo sul mondo, sulle conquiste e sulle cadute degli uomini. Una montagna misteriosa che, scalandola, svela lentamente la grandezza e la piccolezza del genere umano. Le rivalità, la competizione sfrenata, riportano gli uomini e le donne allo stato bestiale, alla violenza, alla guerra sterminatrice.
L’avidità di potere scatena – parafrasando Marx – gli “spiriti selvaggi’ della specie umana. è allora che si rompono i legami di solidarietà fra giovani e vecchi, fra padri e figli, tra fratelli e sorelle; e la vita umana si chiude nell’individualismo cieco, nella solitudine aggressiva, nella sofferenza e nell’insofferenza. Resta solo spazio per tamburi e rituali di guerra, alla fine della quale la terra appare devastata e desolata; un deserto che solo una nuova generazione di giovani onesti può sperare di seminare e fecondare con pazienza, tenacia e nuovo respiro. La regia di Gianfranco Pedullà vede in scena i membri storici della compagnia con la loro padronanza scenica, unita alla forza emotiva dei più giovani, che ben s'immedesimano nei tempestosi personaggi shakespeariani. Sul palco Giusi Merli, Marco Natalucci, Gianfranco Quero, Roberto Caccavo, Lorella Serni, Silvia Frasson, Claudia Pinzauti, Enrica Pecchioli, Francesco Rotelli e Simone Faloppa.
Intero: Settore1 € 18,00/ Settore2 € 15,00
Ridotto: Settore1 € 15,00 / Settore2 € 12,00
Per info e prenotazioni:
0571-261151
366-6935943
Fonte: Comune di Fucecchio - Ufficio stampa
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