
A San Casciano una delle prime e rare biblioteche popolari d'Italia.
E' stato scoperto un vero e proprio tesoro nel lavoro di riordino dell'archivio post unitario di San Casciano realizzato dall'archivista Silvia Floria incaricata dal Comune.
Si tratta del regolamento della biblioteca popolare circolante istituita a San Casciano nel 1868, ispirata al modello statunitense esistente negli Stati Uniti fin dal XVIII secolo. Una biblioteca dallo spirito solidale e dalla vocazione spiccatamente sociale.
L'obiettivo infatti era quello di portare i libri tra i ceti meno abbienti, promuovere la lettura diffondendola tra le classi sociali più modeste attraverso la divulgazione di libri e testi considerati educativi ed edificanti. I volumi di questa prima istituzione di pubblica utilità, insieme a quelli provenienti dai conventi soppressi e dagli istituti scolastici e di cultura del territorio, contribuirono a formare il primo nucleo della Biblioteca comunale di San Casciano che venne istituita a partire dal 1955.
“I volumi sono ancora presenti nell'archivio di San Casciano – spiega l'archivista – riconoscibili grazie allo specifico timbro apposto sulla copertina, si tratta di pubblicazioni incentrate sulla storia medievale, sulla letteratura, sulla storia locale, tra i volumi indicati per le fasce deboli della popolazione anche le “Vite” del Vasari”.
“Il lavoro – spiega l'assessore alla Cultura Chiara Molducci - è frutto dell'opera di valorizzazione e cura del patrimonio documentario, avviato dal Comune di San Casciano e incentrato sul riordino dell'Archivio storico post-unitario e dell'Archivio di deposito, i libri che possediamo oggi della Biblioteca circolante sono permeati di quei valori liberali e patriottici che avevano caratterizzato il periodo risorgimentale”.
Nel 1870 le Biblioteche Popolari Circolanti censite in Italia arrivarono ad essere 250, su un totale di circa 8.000 comuni esistenti a quell’epoca. La prima nacque a Prato nel 1861 e fu fondata da Antonio Bruni.
La Biblioteca popolare di San Casciano fu inaugurata alla presenza della cittadinanza e delle autorità, con un solenne discorso tenuto dal suo promotore, Vittorio Bacci, che dichiarava: "per mezzo della circolazione dei buoni libri (…) si rendono migliori le generazioni presenti e le future, facendo gli uomini consci dei loro doveri e dei loro diritti, e per questo appunto gelosi osservatori dei primi e pronti a far rispettare i secondi quando ad alcuno venisse in capo di conculcarli”.
Dal Regolamento si apprende che la Direzione della biblioteca era composta da un presidente, un segretario, un cassiere e quattro consiglieri, eletti ogni anno tra i soci ordinari. Si precisava tuttavia che "anche le donne potevano far parte della Società, ma non della Direzione".
In epoca fascista l'istituzione culturale sancascianese fu sottoposta alla censura, come testimonia una lettera datata 1933 della Regia Prefettura che impose all’amministrazione comunale di esaminare i libri posseduti dalla Biblioteca Popolare e segnalare i testi ritenuti sospetti o avversi al Regime.
Fonte: Ufficio Stampa Associato del Chianti Fiorentino Comuni di Barberino Val d’Elsa, San Casciano in Val di Pesa, Tavarnelle Val di Pesa
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