Unity in diversity, la comunicazione dell'assessore Mantovani

Si è concluso ieri il forum 'Unity in diversity' che da giovedì ha visto a Firenze 60 delegazioni, sindaci e rappresentanti di città che hanno sofferto o ancora soffrono le conseguenze della guerra, numerosi premi Nobel e altre personalità di primo piano impegnati nella costruzione della pace e nella promozione del dialogo tra i popoli.

Oggi l’assessore alla cooperazione e relazioni internazionale Nicoletta Mantovani è intervenuta in consiglio comunale facendo un resoconto dell’evento.

"Sono stati giorni importanti e di successo per Firenze che si è dimostrata all’altezza del testimone lasciato dal sindaco Giorgio La Pira.

Il testimone è stato infatti raccolto e portato avanti, dandogli nuovo impulso. Il mondo dall’epoca di La Pira è cambiato, la situazione è molto complessa. Da qui la decisione del sindaco Dario Nardella di invitare le città coinvolte in conflitti o che lo erano fino a poco tempo fa.

Sono state 60 le delegazioni presenti, tra cui molte provenienti da aree che hanno sofferto o soffrono le conseguenze della guerra: da Herat a Kobane, da Nazareth a Mogadiscio, da Nairobi a Kutaisi, da Mbarara alle città dell’ex Jugoslavia tra cui Pristina e Mitrovica.

E la partecipazione al forum è stata l’occasione per avviare il dialogo tra delegazioni di paesi che normalmente hanno rapporti complessi e difficili, come il caso degli amministratori di Instanbul e Kobane oppure quelle di Mitrovica e Pristina.

Una cosa impensabile viste le posizioni distanti dei loro paesi, ma che fa di Firenze ancora una volta un centro importante per il dialogo. Dialogo tra città ma anche tra religioni, come abbiamo visto nell’ultimo giorno con la presenza dei rappresentati.

È stato quindi un evento molto importante, da ricordare e che speriamo di poter ripetere tra un paio d’anni".

L’assessore Mantovani ha poi ricordato le altre presenze di rilievo, come i numerosi premi Nobel per la pace come Shirin Ebadi che ha esortato a sconfiggere il terrorismo dell’Isis con i libri e la cultura, Tawakkol Karman che ha ribadito l’importanza della libertà di stampa, un rappresentante del Quartetto di Tunisi.

E ancora il premio nobel per la letteratura Wole Soyinka che ha sottolineato l’importanza delle diversità culturali da superare senza però rinnegare le proprie tradizioni; l’ambasciatrice di pace per conto dell’Onu e principessa Haya Bint Al Hussein di Giordania che ha proposto un 'Piano Marshall' per i rifugiati; l’attoreTim Robbins, che ha parlato del suo progetto di teatro in carcere, Peter Madonia direttore generale della Fondazione Rockefeller che ha ricordato come i sindaci siano in prima linea nell’affrontare i picchi dei migranti, e Frank La Rue direttore del Robert Kennedy for justice and Human Rights Europe.

Frank La Rue, direttore della fondazione Robert Kennedy per i diritti umani in Europa, che ha fatto una riflessione sul significato odierno della parola pace.

"Il forum si è concluso con la firma di tre importanti atti – ha continuato l’assessore Mantovani –: la Carta di Firenze che contiene il riconoscimento delle diversità come ricchezza e non come motivi di scontro; l’accordo tra sindaco e l’assemblea tunisina per una collaborazione nella creazione, all’interno delle nuova Costituzione del modello istituzionale e regolamentare degli enti locali; e infine il protocollo per la realizzazione della Scuola fiorentina per l’educazione al dialogo interreligioso e interculturale".

Una parola infine sulle spese.

L’assessore Mantovani ha ribadito che “l’organizzazione del forum è stata a costo zero per l’Amministrazione" grazie al contributo della Camera di Commercio e le sponsorizzazioni di Corporacion America Italia S.pA., Banca Monte Paschi di Siena S.p.A, Gerist Srl, Enic Meetings & Events Srl, Eventi Srl, e gli interpreti di conferenza di Nogara Nordio e Soci s.s.

"Ancora una volta Firenze ha dimostrato la sua vocazione di città aperta, pronta allo scambio culturale e di dialogo per la pace e tra le religioni".

Fonte: Comune di Firenze - Ufficio Stampa

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