La Misericordia di Empoli a Betlemme con Raffaello e Lorenzo: esperienza unica

Raffaello Borgioli e Lorenzo Caparrini coi bambini in Terra Santa

Fare servizio in aiuto del prossimo nei luoghi sacri della cristianità. E' l'esperienza che ha ripetuto Raffaello Borgioli e che ha fatto per la prima volta Lorenzo Caparrini, due volontari della Misericordia di Empoli che si sono recati per una settimana nella sede dell'Ariconfraternita a Betlemme aperta da un paio di anni dalla Confederazione nazionale. Un luogo dove i fratelli di ogni parte d'Italia possono fare servizio, un'esperienza che finora ha raccolto ottimi risultati in termini di partecipazione visto l'indubbio fascino che ha il poter compiere opere di Misericordia laddove visse e predicò Gesù Cristo.

"L'impegno in Terra Santa - raccontano Raffaello e Lorenzo - è tutto rivolto al sociale. Abbiamo fatto servizio in due centri, la casa Hogar Nino Dios che accoglie bambini con gravi disabilità e l'Effetà, scuola che ospita ben 164 piccoli sordomuti. Si tratta di un istituto gestito da suore italiane e lì non si guarda al credo religioso, ma solo ad aiutare chi ha bisogno; i bambini infatti sono tutti musulmani e l'istituto è cristiano. Qui si può toccare con mano anche un risvolto brutto dell'annosa vicenda fra Israele e Palestina. Molti bambini, infatti, hanno questi problemi fisici perchè sono nati da incesti visto che le persone, come si sa, non possono oltrepassare il muro e quindi capitano anche queste bruttissime cose".

E i problemi della Terra Santa li hanno vissuti anche Raffaello e Lorenzo. "Essendo a Betlemme ci sarebbe piaciuto visitare anche Gerusalemme che è oltre il muro, ma le suore ci hanno sconsigliato visto che il momento che si vive lì è particolarmente delicato. C'era il rischio che potessimo trovarci coinvolti in qualcosa di spiacevole e quindi, seppur a malincuore, abbiamo rinunciato ed abbiamo visitato altre zone nei momenti liberi che avevamo". E il servizio? "Siamo stati con questi ragazzi disabili, poi, visto che anche laggiù è periodi di raccolta delle olive, abbiamo dato una mano anche nei campi, tutte esperienze molto belle che ci porteremo sempre dentro, sicuri che ci torneremo ancora". Ed alla fine, oltre ai ricordi di tanti bei momenti nel servizio, uno splendido biglietto di saluto donato loro dai ragazzi con cui hanno trascorso questi giorni: "Dopo il verbo amare il verbo aiutare è il più bello del mondo. Chi, nel cammino della vita ha acceso anche soltanto una fiaccola nell'ora buia di qualcuno, non è vissuto invano e Dio lo ricompenserà. Grazie per diventare la luce dei nostri bimbi".

 

Marco Mainardi

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