Carovana per Kobane: il racconto di Marco Bruciati, ospite al circolo di Pagnana

(foto di Marco Bruciati)

Non uno Stato-Nazione, ma il riconoscimento di un popolo. Sarebbe questa la richiesta dei curdi, che da mesi combattono su più fronti: da una parte il Daesh (meglio conosciuto come Isis) e dall’altra lo stato turco, che li opprime e perseguita da anni.

Si è parlato di Kurdistan e del conflitto in corso, venerdì 23 ottobre, alla casa del popolo di Pagnana, nel comune di Empoli con Erdal Karabey, presidente dell’associazione culturale Kurdistan Toscana e con Marco Bruciati, consigliere comunale di Buongiorno Livorno che ha partecipato nel settembre 2015 alla carovana per Kobane. A moderare l’incontro Samuela Marconcini, consigliera di Fabricacomune per la Sinistra di Empoli.

Obiettivo principale della spedizione era, oltre che portare solidarietà alla causa, quella di fare pressione sullo stato turco per l’apertura un corridoio sanitario per Kobane, città teatro di una feroce battaglia in cui l’esercito curdo è riuscito a scongiurare l’avanzata dello ‘Stato Islamico’.

“La Turchia – ha raccontato Marco Bruciati – nega questo varco e blocca gli aiuti. Noi stessi siamo stati fermati, nonostante le pressioni e il fatto che fossimo una carovana internazionale, alla quale hanno partecipato anche due parlamentari”.

“La strategia della tensione e del terrore turca è chiara: la prova inconfutabile sono le bombe di Ankara di pochi giorni fa, come quelle di Suruc di luglio”.

Oltre alla situazione drammatica del Kurdistan turco-siriano la discussione ha riguardato anche i flussi migratori. Il caso di Kobane, anche in questo senso, è infatti molto interessante.
“Ci sono campi profughi – ha continuato Bruciati – che in queste ore si stanno svuotando: ora che Kobane è stata liberata le persone vogliono rientrare nelle proprie case, anche se in molti casi non esistono più e non c’è né energia elettrica né acqua corrente”.

“Non tutti vogliono venire in Occidente, come possiamo pensare dalle informazioni che riceviamo: in molti chiedono solo di tornare alla propria vita precedente alla guerra”.
“Durante i giorni di carovana abbiamo incontrato vari rappresentanti del popolo curdo. Quello che ci è stato richiesto è stato informare il più possibile sulla loro condizione, su come stanno combattendo, uomini e donne, nonostante tutte le difficoltà”.

Il Comune di Empoli ha recentemente stretto un patto di amicizia con la municipalità di Suruc e due sono le iniziative portate avanti dall’associazione Ya Basta e dalla comunità in resistenza Intifada di Empoli. Tramite queste due realtà è stato attivato un conto corrente che raccoglie fondi per la creazione di aree verdi e spazi gioco, oltre ad un progetto nelle scuole per raccontare quello che sta succedendo in Kurdistan agli studenti delle superiori.

Intanto la mobilitazione di solidarietà al popolo curdo non si ferma: per sabato 31 ottobre è prevista una manifestazione a Firenze con partenza da piazza Santa Maria Novella alle 15:30

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