
In principio furono "La Ferita, Logos-Rapsodia per Volterra" e la città e i tantissimi spettatori che arrivarono da tutta Italia coinvolti in un'azione collettiva con chilometri e chilometri di filo rosso, guidati da una quarantina di persone del territorio che avevano frequentato un laboratorio con Enrica Sangiovanni e Gianluca Guidotti della compagnia Archivio Zeta.
La direzione artistica, in quell'occasione, era alla ricerca di artisti che potessero proseguire il percorso inaugurato dallo stesso Armando Punzo con “Mercuzio non vuole morire”, progetto di teatro collettivo che prevedeva un importante coinvolgimento attivo dei cittadini all'interno di processi artistici di grande qualità; e fu così che, nell'anno del tragico crollo delle mura volterrane, decise di puntare con entusiasmo e convinzione sulla compagnia Archivio Zeta, a cui commissionò un lavoro che si concentrasse proprio sull'idea di “Ferita” che quel crollo fisico delle mura aveva generato nella comunità.
Una scelta che si è rivelata vincente, non solo per il successo enorme che il lavoro stesso ha ottenuto in termini di critica e di pubblico, ma anche per le ricadute a lungo termine. La compagnia stessa è stata premiata proprio quell'anno da Rete Critica, rete di siti e blog specializzati in teatro, come migliore progettualità, nello stesso anno in cui il festival ha ottenuto il premio per la migliore strategia di comunicazione virale. Ma soprattutto, i partecipanti al laboratorio -tra cui moltissimi giovani- hanno a gran voce chiesto di poter proseguire il lavoro anche dopo la fine del festival. E così, grazie a VolterraTeatro, in maniera quasi naturale, a Volterra è nata una residenza artistica permanente.
Quest'anno VolterraTeatro era dedicato all'idea di Città Sospesa. E, ancora una volta, con il coinvolgimento dei partecipanti al laboratorio annuale della compagnia -nuovamente sostenuto dal festival- e di un folto gruppo di operai della Smith Bits insieme alle loro famiglie, alla cui drammatica condizione di sospensione e di rischio di perdita del lavoro era dedicata l'intera edizione, un pubblico numerosissimo ha seguito gli attori in uno speciale itinerario nei più bei luoghi "vicini all'infinito" del territorio, pensato e costruito appositamente per il progetto "Pilade/Pasolini": nello struggente Camposanto vecchio di Montecatini V.C., tra i suggestivi fumi delle fumarole di Sasso Pisano (Castelnuovo V.C.), sulla cima mozzafiato della Rocca Sillana di Pomarance, nella cattedrale bianca della Salina di Saline di Volterra.
Un progetto fatto di percorsi d'arte in luoghi di inusitata e struggente bellezza che si è nutrito dell'energia e dell'entusiasmo creativo degli abitanti del territorio.
Il progetto speciale, che ha ottenuto una attenzione e un plauso se non pari, addirittura superiore a quello dell'anno precedente, era, a sua volta, punta di diamante di un progetto ancor più ampio di Archivio Zeta, patrocinato dal Comune di Bologna, che, per un anno, in diversi luoghi d'Italia, ha frammentato il Pilade, tragedia di Pier Paolo Pasolini, proprio nel quarantennale della sua scomparsa, provando a leggerla come una mappa cifrata della storia del nostro paese: una storia di lavoro, di segreti di stato, di stragi, di lotta, di umiliazione, di dignità. Una ricognizione che, a partire da tutti questi elementi, è stato un viaggio a ritroso ma anche un viaggio nelle tragedie in atto nella nostra società, perché tutto questo teatro sia utile per attraversare il dolore e per tessere nuove relazioni; proprio la filosofia da cui è nato a Volterra “La Ferita/Logos-Rapsodia per Volterra”.
Ora, dopo un anno di straordinari debutti prima tra le montagne partigiane di Monte Sole, e poi al festival VolterraTeatro che, appunto, ha ospitato e sostenuto gran parte del progetto, e ancora nel Cimitero Militare Germanico del Passo della Futa e tra le colonne di Villa Aldini, set del film di
Salò, passando per Monte Battaglia e tra le tombe dei caduti sul lavoro del Cimitero Monumentale di Carrara, tutti gli episodi, insieme agli oltre cento attori coinvolti, compresi i cittadini-attori di Volterra, arrivano a Bologna, l'1 novembre, nell'ambito di "Più moderno di ogni moderno. Pasolini a Bologna", progetto promosso dal Comune di Bologna e dalla Cineteca di Bologna, per una lunga maratona preceduta da un appassionante viaggio della produzione e della compagnia, dal 28 al 31 ottobre. Un ciclo di interessantissimi incontri, curato da Rossella Menna, dramaturg cresciuta proprio nel vivaio di VolterraTeatro, durante i quali, nella prestigiosa cornice della Sala Biagi, sarà presentato anche un importantissimo documentario in cui si ripercorreranno le tappe di Pilade, la genesi degli episodi, i debutti, le difficoltà, i successi, la conquista artistica dei luoghi -soprattutto della Val di Cecina- che lo spettacolo ha attraversato; subito dopo la proiezione di una raccolta di immagini, brevi frammenti video dei vari spettacoli e del backstage, alcuni dei protagonisti di questo viaggio -tra cui il direttore artistico di VolterraTeatro Armando Punzo, il quale siederà accanto ai rappresentanti delle istituzioni bolognesi e degli altri festival che hanno sostenuto il progetto- interverranno per raccontare i retroscena di un progetto lungo un anno che ha coinvolto centinaia e centinaia di persone.
La Maratona prevede i seguenti appuntamenti che si svolgeranno a loro volta in alcuni tra i luoghi più sorprendenti e particolari di Bologna:
ore 10 Pilade/Parlamento – Villa Aldini
ore 14 Pilade/Montagne – Poligono di Tiro Nazionale
ore 17 Pilade/Campo dei Rivoluzionari – Pensilina Nervi
E intanto, l'attenzione della stampa e dei media è già altissima; non a caso, proprio il 27 ottobre, in seconda serata, andrà in onda un lungo servizio girato dal noto giornalista di Avvenire, Michele Sciancalepore, per TV2000, che unisce una corposa intervista fatta ad Armando Punzo a luglio nel carcere di Volterra sull'ultimo lavoro della Compagnia della Fortezza, e un servizio su Pilade/Pasolini con le interviste a Gianluca Guidotti ed Enrica Sangiovanni. La sera stessa della maratona, invece, lo studio radiofonico di Radio Rai 3 si trasferisce addirittura a Bologna per raccontare, in diretta, e a caldo, le emozioni della lunga settimana dedicata al progetto Pilade/Pasolini.
Una grande soddisfazione e un momento molto importante, questo, per il Festival VolterraTeatro e per il territorio che rappresenta: la tournée di una propria produzione di punta per un progetto così importante, e l'enorme attenzione che la circondano, testimoniano ancora una volta che il lavoro culturale svolto per e con il territorio richiede grandi sforzi, ma restituisce anche un enorme valore sociale, culturale e promozionale.
Come se fosse VolterraTeatro tutto l'anno.
Info per prenotazioni :www.archiviozeta.eu – 334/9553640
Fonte: VolterraTeatro
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