
La Laguna è un ambiente cosiddetto a “scambio lento”, soggetto in estate ad un naturale innalzamento della temperatura, con una straordinaria capacità di ripristino delle condizioni ambientali di origine pur dopo una crisi distrofica devastante (quella condizione per cui si registra un elevato consumo di ossigeno che può arrivare alla completa anossia con produzione di idrogeno solforato e morie diffuse delle specie presenti).
Capire quali sono i “punti di conciliazione tra sistema naturale e modalità di utilizzo produttivo” potrebbe essere la “base di partenza ideale” per un’analisi delle problematiche ambientali della Laguna di Orbetello e per affrontare il futuro attraverso “modelli di gestione” capaci di “mitigare il più possibile le crisi che naturalmente capitano”. È quanto emerge da una “esaustiva e dettagliata” relazione resa in commissione Ambiente, guidata da Stefano Baccelli (Pd), dal direttore generale di Arpat (Agenzia regionale per la protezione ambientale) Maria Sargentini.
L’audizione svoltasi oggi, martedì 13 ottobre, rientra nel quadro del programma operativo che la commissione ha stilato in merito all’indagine conoscitiva sul disastro economico e ambientale registrato la scorsa estate in Laguna.
Secondo quanto illustrato da Sargentini e da tecnici Arpat, è “necessario un piano di gestione per scongiurare interventi last minute”. Individuare insomma un “sistema già pronto per affrontare crisi che naturalmente si verificano”. “Quest’anno – ha comunque osservato il direttore generale – la temperatura in Laguna è stata superiore di 5 gradi”. Un innalzamento “non indifferente” se si considera la profondità dell’acqua (circa un metro). L’ipotesi più “plausibile” ha continuato Sargentini, è che la “situazione sia stata tale” da rendere gli “strumenti tradizionali non sufficienti a mitigare il fenomeno”.
“Il nostro compito – ha detto – è quello di monitorare, verificare e proporre possibili percorsi anche di superamento delle criticità”. Da qui la necessità di un piano a garanzia della Laguna che passa, sempre secondo l’analisi di Arpat, da due obiettivi principali: la gestione della circolazione idrica, indispensabile per garantire il ricambio di acqua, e la riduzione della biomassa. Questi “strumenti tradizionali” dovrebbero poi essere accompagnati da misure, peraltro individuate in uno studio curato dalle università di Firenze e Siena, che indichino lo “stock ittico presente in Laguna, anche secondo un criterio di sostenibilità ambientale” e magari “assoggettando a Via” gli impianti presenti. Quello che secondo Sargentini è “parso mancare” questa estate è una “organizzazione della fase di emergenza”. È quindi necessario “predisporre linee di intervento”, “mettere a disposizione strumenti quali idrovore aggiuntive”, “elaborare sistemi previsionali anche per capire dove le crisi si svilupperanno”. “Le lagune – ha concluso il direttore generale – sono ambienti di transizione con un equilibrio molto delicato e tendenzialmente volte all’esaurimento”.
La relazione di Arpat ha ricostruito anche la storia della Laguna. Dalla fase commissariale, terminata nel 2012, a quella transitoria in capo alla Regione fino all’1 gennaio 2015, data in cui il soggetto di riferimento è diventato il Comune di Orbetello che ha a sua volta concesso il diritto esclusivo di pesca ad una cooperativa. Un’analisi a “tutto campo” definita dal presidente della commissione un “ottimo inizio che ci permetterà anche di verificare il potenziale di efficacia degli enti preposti alla gestione della Laguna”. “Il prossimo passo – ha detto il coordinatore del gruppo di lavoro dell’indagine conoscitiva Francesco Gazzetti (Pd) – sarà il sopralluogo in programma lunedì 19 ottobre”. In quell’occasione verranno “approfondite le dinamiche idrauliche” e saranno ascoltati soggetti istituzionali, categorie economiche e produttive. “Il contatto diretto – ha spiegato Gazzetti – servirà ad affrontare questioni materiali e non solo di natura tecnica”.
Ringraziamenti per l’interessante relazione resa da Arpat sono stati espressi da tutti i commissari. In particolare il vicepresidente Giacomo Giannarelli (M5S), citando Sargentini, ha dichiarato che “se la sommatoria di Via positive non rende favorevole il quadro generale, il metro utilizzato dal direttore generale per Orbetello dovrebbe essere applicato anche alla Piana fiorentina”. Ossia “concepire la Piana come la Laguna” per “rivedere l’insieme delle opere che si intendono realizzare”. Giannarelli ha comunque osservato che “occorre individuare le responsabilità”, “accertare le cause di una mancata attivazione di misure preventive” e “indicare le soluzioni per il futuro”.
Fonte: Consiglio regionale della Toscana
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