
Il Corriere di Maremma chiude. E in questi casi la solidarietà può essere di poco aiuto verso chi sta perdendo il lavoro o un'opportunità di formazione. Purtroppo ci siamo trovati spesso, negli ultimi tempi, a lamentare la perdita di occupazione in un'impresa piuttosto che in un'altra: la recessione non ha fatto sconti alla Maremma, portando chiusure e diminuzioni di personale in tutti i comparti produttivi. Ma al di là di tutto questo, quando chiude una testata giornalistica c'è qualcosa in più che viene a mancare oltre all'importantissimo lato occupazionale: una voce, un pensiero, una parte di quel pluralismo d'informazione fondamentale per un territorio e per lo sviluppo culturale. Di qualunque giornale si tratti, qualunque sia l'editore e la corrente a cui si ispira. Quando si fermano le rotative, specialmente in ambito locale, per un territorio significa sempre fare un passo indietro. In questo settore, poi, la concorrenza è fondamentale perché sprona sempre a fare meglio, ad andare a fondo nelle questioni: e poi c'è la passione, quella passione che spinge chi fa questo mestiere – spesso non adeguatamente retribuito e considerato – a crescere e migliorare, nonostante le condizioni difficili in cui talvolta si è costretti a lavorare. Alla redazione del Corriere di Maremma e a tutti i collaboratori esprimiamo la vicinanza della nostra associazione, nella speranza che la stessa passione che li ha contraddistinti diventi ora un trampolino per costruirsi un futuro”.
Giovanni Lamioni, Presidente Confartigianato Imprese Grosseto
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