
"Affrontiamo il dibattito sullo stadio di Empoli alzando un attimo lo sguardo su quanto succede da qualche decennio in Europa e negli ultimi anni in Italia: l’affermarsi degli stadi di proprietà delle squadre di calcio. Si tratta di un fenomeno relativamente recente, basti pensare a Italia 90, dove il paese si è sobbarcato ingenti investimenti per ampliare ed ammodernare gli stadi ma oggi, in tutta Europa, si è affermata la consapevolezza che non è più giustificabile prendere soldi dalla fiscalità generale per investire in queste strutture. Nel nostro paese stadi da oltre 20 mila posti si giustificano solo per il calcio, o in zone di tradizione diverse per il Rugby e in rari casi per il Baseball. Poiché oggi nessun ente ragionevolmente può continuare a spendere denaro pubblico per ristrutturare, ampliare e mantenere uno stadio, la logica soluzione è che queste strutture siano a carico degli unici soggetti che le utilizzano a pieno e che possano trovare una giustificazione economica ad investirci sopra. L’esperienza degli altri paesi indica che ne vengono fuori strutture più confortevoli ed adeguate, che spesso sono il primo passo per combattere la violenza negli stadi con enorme risparmio di danaro pubblico.
Non è una moda, non dipende dalle indicazioni della Federcalcio, dalle possibile deroghe e quant’altro abbiamo sentito in questi giorni di dibattito: semplicemente un’Amministrazione deve costruire soluzioni che non gravino sui soldi pubblici. Quest’ultimi devono essere spesi per altre cose: sanità, scuola, sicurezza, nuove povertà, emarginazione, ambiente … . Basta guardarlo il “Castellani” per calcolare che per tenerlo in piedi e non farlo degradare occorrono centinaia di migliaia di euro ogni anno: quindi che senso ha parlare di una soluzione con due stadi, come quella avanzata dalla Giunta senza un idea di come si recupera quell’area.
Rimarranno nel panorama calcistico nazionale solo quelle realtà che sapranno e potranno affrontare il problema dello stadio: lasciamo che la nostra città ci provi, visto che l’attuale dirigenza della squadra di calcio ha dato prova per la sua parte di saperci stare a quei livelli e noi vogliamo continuare ad essere orgogliosi di essere empolesi.
L’Amministrazione faccia il suo mestiere, tratti con la società dell’Empoli onestamente in modo che dall’operazione la città ne esca con uno stadio funzionale, un riordino urbanistico, una nuova pista di atletica, un'occasione per ripensare l’organizzazione delle sue strutture sportive. Studi le regole con le quali si possa rientrare in possesso del bene senza aggravio per la finanza pubblica di fronte ad un fallimento della società di calcio, ad altri eventi traumatici quali l’illecito sportivo, il precipitare della squadra di calcio in serie non professionistiche: con la concessione non si devono creare rigidità che determinino punti di forza ingiustificati a favore dell’attuale proprietà. Inoltre occorre studiare come si possa continuare ad utilizzare la struttura per esigenze di pubblica utilità per la protezione civile ad esempio, per altri eventi di interesse pubblico: su questo piano l’Amministrazione avrà il contributo di tutto il Consiglio Comunale".
Gruppi consiliari 'Orasi Cambia' e Linea Civica - Empoli
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