
"Scorrendo la rassegna stampa locale odierna troviamo le dichiarazioni dei manager museali Schmidt, D'Agostino e Hollberg, rilasciate dopo la presentazione ufficiale presso il MiBACT e dopo una full immersion (8 ore?) nella normativa italiana, che immaginiamo avrà messo gli stranieri al tappeto più della conferenza stampa con Renzi. Soprattutto se pensavano di poter assumere e licenziare ad libitum o portarsi dietro o crearsi uno staff di fiducia, idea che la tanto declamata autonomia poteva aver ingenerato.
Perdonate, dovete fare con quel che trovate e, come vedremo più avanti, oltre non sperate.
I tre manager hanno rilasciato alla stampa perle di buon senso, che ci lasciano ben sperare per l'inizio di questa esperienza che è nuova per tutti, anche per i sindacati.
Sentire riconoscere che agli Uffizi il problema è eliminare le code e investire in tecnologia, quando sono stati da poco spesi circa 150.000 euro per un sistema wi-fi che dovrebbe consentire la navigazione libera in rete, ma fa visualizzare solo una mappa della Galleria (sia mai che si leggano informazioni su Wikipedia, poi le guide e i cataloghi chi li compra?), è una consolazione.
Non avremo buttadentro che stiperanno utenti all'inverosimile, finalmente la fascia oraria già ora stampata sul biglietto (almeno per i prenotati) verrà rispettata e magari si investirà un po' in tecnologia per coadiuvare l'attività di tutela e vigilanza nel percorso museale. Anni che lo chiediamo, noi cattivi del sindacato, vediamo se con Schmidt si realizzerà.
Applausi alla D'Agostino e al suo programma per far uscire Bargello & C. dalla nomea di musei minori, creando una sorta di percorso integrato che finalmente ci rivelerà la logica che li ha messi insieme e comunque auspichiamo farà comprendere che Firenze non è solo il David e la Venere del Botticelli.
Ci piace anche Cecilie Hollberg, che ragiona in termini di azione concertata con gli altri due compendi museali autonomi (quindi niente Guelfi e Ghibellini, ottimo che il segnale parta dal vertice).
Sulla ristorazione agli Uffizi sommessamente informiamo Schmidt che per aprire un ristorante si devono rispettare requisiti tecnici che la presenza di uno chef stellato non esaurisce: locali cucina, cappe di aspirazione, celle frigorifere, spogliatoi per il personale, ricalcolo del rischio d'incendio sommando quello proprio di una struttura museale con quello legato all'utilizzo di fiamme libere (salvo si voglia cucinare tutto al microonde), tanto per iniziare.
Le Reali Poste sono attrezzate per questo? Non sono riusciti a trovare qualche stanza per ospitare - sia pur di passaggio - il Polo Museale Regionale, nel progetto Nuovi Uffizi non hanno previsto neanche un locale da destinare alle pause pranzo del personale, si sono pure scordati che avendo più di 200 dipendenti dovevano riservare una stanza alle rappresentanze dei lavoratori ...
Un consiglio spassionato ai nuovi manager: oltre che con i funzionari, romani e fiorentini, venite a parlare con il personale e magari pure con i cattivissimi loro rappresentanti. Giusto per avere un punto di vista diverso, infinitamente meno "alto", ma molto più concreto.
Perché qualsiasi vostro progetto camminerà sulle loro gambe e avrà la loro voce e la loro faccia e anche, nonostante quello che vi hanno raccontato, la loro voglia di fare e cambiare la palude professionale in cui sono stati confinati dallo snobismo dei dirigenti passati.
Perché, diciamolo ancora, con loro dovrete fare.
Perché, e questa è la parte più vergognosa della rassegna stampa, e quella che spero faccia sdegnare i lavoratori e uscir fuori un sano senso di orgoglio e appartenenza (oltre che far rimanere "sul pezzo" le tante personalità che sono scese in campo a denunciare gli effetti distruttivi, rispetto alla tutela del patrimonio culturale, della riforma del Ministero in tandem con la riforma Madia) Franceschini chiude i cordoni della borsa sui fondi per le spese di gestione (vedi il caso della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, dove gli sbandierati fondi ulteriori sono solo quelli necessari e doverosi per riparare i danni delle bombe d'acqua del 2014 e 2015) e in pendant con Renzi stronca ogni speranza di ripensamento sugli organici e sulle politiche assunzionali del personale, immaginando di sostituire le eventuali carenze (tutte la verificare, secondo lor signori) con la tecnologia.
Provo con un paragone che anche Renzi può capire: nella Morte Nera c'erano tanti droidi e umanoidi, ma c'era pure un esercito in carne ed ossa, e pure Darth Vader e l'Imperatore erano fatti di ciccia e sangue.
Non si tutela il patrimonio con un tweet, non si restaura un libro con una proiezione di slides: occorrono risorse (economiche) e un "esercito" operoso e professionale, che va apprezzato, rinnovato e incrementato, se non vuoi che i luoghi della cultura siano una scatola vuota, un pascolo brado dove lanciare l'utente - dopo avergli sfilato un po' di soldi all'ingresso - perché goda delle macerie che il tempo ancora risparmia e che l'incuria e l'indifferenza di chi - immeritatamente - ha il governo di questo patrimonio ha generato".
Fonte: FP CGIL Firenze
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