
La nascita del gruppo “Montelupo in Comune” finalizzato alla partecipazione alle elezioni amministrative del 2014 ha messo in contatto persone provenienti da esperienze diverse ma con molti tratti unificanti
La volontà di non abbandonare questo patrimonio ideale ha dato origine al progetto di trasformare quella che era una lista civica in qualcosa si più solido, strutturato e che avesse di fronte orizzonti più ampi.
Nasce così l'idea di dare vista ad una organizzazione diversa, non più e non solo legata al territorio ma che si proponga di essere il lievito di qualcosa di più ampio.
La nostra collocazione politica e la nostra storia pur nella diversità delle singole e spesso diversissime esperienze personali, ci portava e ci porta ad una scelta di campo ben precisa, quella della sinistra
Da questa elementare, ma oggi davvero rivoluzionaria constatazione, nasce anche il nome che abbiamo voluto dare a questa associazione e cioè
Verso sinistra
Il nome indica quello che è allo stato attuale la condizione della sinistra in Italia: un percorso che sarà lungo, faticoso e accidentato. Ma è un percorso che bisogna iniziare. Noi nel nostro piccolo (piccolissimo) vogliamo lanciare un segnale, sia di allarme, sia di speranza.
Allarme perché un paese senza sinistra (e senza una sinistra che possa incidere sulla realtà delle cose esistenti) è un paese meno democratico, meno libero, rassegnato.
Speranza perché il solo fatto di aver trovato (seppur, adesso, fra pochi intimi) un sentimento comune di alcuni compagni, ci rende un po' meno pessimisti sul futuro, sul nostro futuro.
Non siamo in attesa di nessun salvatore o dell'arrivo del Settimo Cavalleggeri. Il primo passo deve essere fatto da noi e da chi a noi vorrà unirsi.
Vogliamo infatti aprire la nostra associazione alla massima inclusione ma anche alla massima serietà nello stare insieme.
Siamo convinti che uno sguardo, un'analisi di sinistra sia oggi indispensabile e non più procrastinabile.
Siamo una realtà legata al territorio ma che dal territorio vuole partire per dibattere e affrontare tematiche comuni e generali. Perché il particolare senza analisi di più largo respiro la politica è mera amministrazione dell'esistente, pura e semplice fotografia della situazione data.
Noi siamo ancora del parere che la situazione, qualunque essa sia, non sia MAI data. Ma che sia sempre il risultato di strade intraprese a seguito di decisioni umane e tutto ciò che è umano, ebbe a dire un magistrato ucciso dalla mafia, ha un inizio e una fine.
Partiamo dunque dalla situazione attuale per cercare delle vie di uscita che non siano le solite ricette, appunto, di gestione dell'esistente senza nessuna prospettiva di più ampio respiro.
Anche se, in realtà, proprio da prospettive di corto respiro nascono tendenze pericolosamente sovversive ed eversive.
- Innanzitutto, la Costituzione. La nostra Costituzione nasce con il sangue delle migliaia di vittime del secondo conflitto mondiale, non è un pezzo di carta che tutti possono impunemente maltrattare e oltraggiare. Andrebbe considerato qualcosa di sacro, di intoccabile e importante, invece di omaggiarlo e nel contempo distruggerlo. La prima battaglia pubblica di Verso Sinistra sarà quella di scendere senza indugi a difesa della Costituzione Italiana così com'è senza consegnarla agli apprendisti stregoni.
- Il lavoro Il lavoro è valore perché permette alla persona di essere utile alla società e nel contempo di acquistare il diritto di cittadinanza. La tutela del lavoro, di quello di tutti è ben diversa dalla tutela del lavoratore singolo. I diritti o sono di tutti o diventano concessioni benevole e il lavoratore finisce nelle mani del padrone di turno, senza voce, senza diritti. Aver messo mano alle fondamentali conquiste dello Statuto del lavoratori è stato una atto di ostilità verso l'intero mondo del lavoro e una vera scelta di campo. Ripararsi dietro la scusa che “ormai è così” vuol dire abdicare alla politica e trasformare l'azione alla fotografia di uno stato. Come abbiamo detto, il futuro non è scritto e nessuna strada è data una volta per sempre. Si tratta di scelte. Non di stato di natura.
- La politica La domanda che ci risentiamo proporre ormai da 20 anni è: ma come pensate di riavvicinare la gente alla politica? Ma non vedete che le ideologie sono finite? Noi ribaltiamo questa domanda estremamente faziosa ed ideologica. La gente, innanzitutto, non esiste. Esistono le persone, se parliamo di singoli, ed esistono le classi sociali, se parliamo di gruppi. La gente è un aggettivo fondamentalmente populista. Noi rispondiamo che la “gente” non si appassiona più di politica perché è stata accompagnata gentilmente fuori dalla porta, in questo ultimo trentennio. Le classi dirigenti dei partiti si sono chiuse alla discussione e nel contempo le leggi hanno praticamente svuotato dall'interno quei presidi fondamentali di democrazia che erano i Consigli Comunali. A che pro un cittadino dovrebbe partecipare alla seduta di un consiglio sapendo che esso non conta praticamente più nulla? La discussione politica, ma anche la discussione tout court è stata demonizzata come “vuoto ragionare”. Come se fosse possibile fare politica senza ragionamenti. Senza ragionamenti si fa l'amministratore di condominio, non si porta avanti un progetto politico. Noi vogliamo che le persone, con le loro storie e la loro identità, di riapproprino degli spazi di discussione. Se non sarà possibile farlo nei partiti o nelle istituzioni, noi ci proponiamo, nel nostro piccolo, di offrire una sponda, uno spazio intellettuale e culturale, perché voi vi riappropriate della possibilità di dire la vostra, senza patemi d'animo per le prossime elezioni, o per chissà quale altro scopo. Verso Sinistra non ha da offrire né posti né ricompense, ma solo stimoli e voglia di discutere.
- La cultura Senza cultura non si vive, altro che “non si mangia”. Se una cosa distingue l'essere umano è la sua capacità di ragionare, di pensare, di studiare e approfondire e di voler cambiare lo stato di cose presenti. La cultura senza cambiamento non è cultura, è accademia. La politica è cultura e viceversa. Ci direte che siamo utopisti. Ebbene lo siamo, perché senza utopia l'uomo vive stancamente il suo grigiore quotidiano, riempito a forza di merci che lo rendono ogni giorno più frustrato. Ci direte che siamo radicali. Ebbene lo siamo, perché senza radicalità, senza gettare davvero il cuore oltre l'ostacolo, non c'è vera politica. Il nostro radicalismo è la nostra intransigenza. La nostra correttezza politica. Oggi siamo pochi, non ci illudiamo di diventare tanti da domani, ma vorremmo diventare uno di più, ma uno di più che pensa e che sia davvero utile al nostro lavoro politico. Il nostro domani non è ancora cominciato.
Fonte: Ufficio Stampa
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