Ungulati, proposta una legge obiettivo per contenerli. Discussione in consiglio regionale

foto d'archivio

Una legge obiettivo specifica sulla gestione degli ungulati selvatici, per contenere la proliferazione di cinghiali e caprioli in Toscana. A proporla è stato l’assessore all’Agricoltura Marco Remaschi, il quale questa mattina ha effettuato in Consiglio regionale una comunicazione sull’argomento.

Remaschi ha ricordato che il problema del sovrappopolamento di ungulati in Toscana è molto sentito e rilevante: sono stimati, su tutto il territorio regionale, circa 200mila caprioli, 200mila cinghiali, 8 mila daini e 4 mila cervi. Praticamente siamo la regione europea con la massima presenza di questa specie, anche perché il nostro territorio è coperto al 60% da boschi e foreste. “Numeri così elevati costituiscono un serio rischio per il mantenimento dell’equilibrio naturale”, ha detto l’assessore. Senza contare le questioni, gravosissime, dei danni all’agricoltura (in particolare a settori vitali per la Toscana come la viticoltura) e degli incidenti stradali. Come ha spiegato ancora Remaschi, i danni all’agricoltura sono in aumento negli ultimi anni e “i danni da ungulati rappresentano ben l’88% di quelli liquidati”. Non solo gli indennizzi stanno diventando insostenibili per le casse regionali, ma per gli agricoltori il danno rimane. “In molti casi la perdita di prodotto – ha proseguito Remaschi – causa anche una perdita di mercato, data la minore produzione ottenuta, non solo in quell’annata ma anche nelle successive”. E sono sempre più frequenti gli incidenti sulle strade, gravi e mortali, dovuti all’attraversamento di ungulati. Almeno duecento l’anno scorso.

Per questo la Regione propone una legge obiettivo, della durata di tre anni, che dovrà prevedere parametri misurabili, effettuare monitoraggi, predisporre un piano di interventi che, ha spiegato l’assessore, “stabilirà dove concentrare gli interventi di riduzione delle presenze, comprendendo quanto meno i vigneti, gli oliveti e i seminativi dove si registrano i danni”. Gli obiettivi sono attuare una riforma urgente della normativa regionale e la gestione diretta da parte della Regione, con la revisione delle aree vocate e non vocate alla presenza del cinghiale, la previsione di ulteriori modalità di prelievo per le zone problematiche, il controllo della fauna anche in assenza di danno conclamato, quando ci sia rischio per le coltivazioni. Per mitigare il problema del sovraffollamento anche in zone di divieto di caccia ”sarà prevista una metodologia di contenimento che dovrà essere gestita in maniera complessiva, senza lasciare zone dove le specie possano proliferare indisturbate”. Ultima questione, la gestione delle carni degli ungulati abbattuti. Remaschi propone la creazione di una filiera per la commercializzazione delle carni, molto richieste dal mercato.

Riguardo agli ungulati "non possiamo non farci carico di un problema che le aziende agricole ci pongono, i dati parlano da soli". Lo ha detto, oggi in Consiglio regionale, il presidente Enrico Rossi.

"Questo aumento della popolazione degli ungulati è un problema anche per gli stessi boschi - ha aggiunto - un problema tale da modificare anche la natura dei luoghi. Siamo per il rispetto di tutti gli animali, e nel corso di questa legislatura lo dimostreremo, ma non ci si può sottrarre alla responsabilità di riportare in equilibrio una situazione che dall'equilibrio è sfuggita. Il mondo dell'agricoltura va tutelato. E con il mondo venatorio servono patti chiari e regole certe. Inoltre esistono problemi di sicurezza ed anche di protezione del paesaggio".

Dunque, ha concluso Rossi, "offro pieno sostegno alle parole dell'assessore Remaschi, e mi auguro che questa legge sia approvata: provvedere a questo tipo di riequilibrio è nostra responsabilità".

Ungulati: il dibattito e gli atti votati

Il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza un ordine del giorno, primo firmatario Leonardo Marras (Pd), che condivide gli obiettivi contenuti nella comunicazione dell’assessore all’agricoltura Marco Remaschi a proposito dell’emergenza ungulati e che chiede che la commissione competente sia coinvolta non solo nella definizione della nuova normativa ma anche nelle attività di monitoraggio. Hanno votato a favore i gruppi del Pd, della Lega Nord e di Forza Italia, mentre hanno espresso voto contrario i consiglieri dei gruppi M5S e Sì - Toscana a Sinistra. Respinto, invece, l’ordine del giorno presentato dalla consigliera Irene Galletti (M5S) che chiedeva di individuare modalità diverse e non cruente per risolvere l’emergenza degli ungulati.

Proprio Irene Galletti, in apertura del dibattito consiliare, ha annunciato il voto contrario del suo gruppo, “pur trovandoci d’accordo su alcune parti della relazione dell’assessore Remaschi, a partire dal maggior sostegno agli agricoltori”. La consigliera ha spiegato che “il voto contrario nasce dalla nostra convinzione che la gestione degli ungulati può essere fatta anche in maniera non cruenta, come sostiene anche l’Ispra (l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale)”. Secondo Galletti, “si parla ora della necessità di un intervento tempestivo, quando la questione non è stata affrontata per anni ed è stata fatta precipitare fino a questo punto. La soluzione non può essere certo affidata ai cacciatori, che sono tra coloro che hanno causato il problema”.

Anche per Paolo Sarti (Si – Toscana a Sinistra) “è contraddittorio affidare ai cacciatori la risoluzione del problema, c’è un conflitto di interessi”. “La Toscana ha uno dei calendari venatori più ampi di tutta Italia e ciò non è servito a contenere il sovrappopolamento – ha osservato Sarti -. Anche il voler mettere in piedi una filiera per le carni, e quindi una catena produttiva, presuppone che la materia prima ci sia anche per il futuro e dunque contrasta con la proclamata riduzione degli ungulati”.

“Questa è un’emergenza -  ha ricordato Stefano Scaramelli (Pd) -. Lo dicono i dati e lo ricordano i lamenti dei nostri agricoltori”. Secondo Scaramelli “una legge obiettivo specifica è lo strumento migliore e la posizione dell’assessore è estremamente equilibrata: non ci deve essere antitesi tra agricoltura e caccia, e la Regione deve fare da cerniera tra questi due mondi”. Necessario inoltre, ha aggiunto il consigliere, un monitoraggio sulla legge ogni anno per valutare l’efficacia degli interventi e apportare eventuali correttivi.

Roberto Salvini (Lega Nord) si è detto “meravigliato che il mondo dei cacciatori sia additato come responsabile di questo sovrappopolamento”. “L’applicazione della legge non ha funzionato  - ha commentato Salvini -. Negli Ambiti territoriali di caccia, che dovevano controllare il territorio, i rappresentanti dei cacciatori sono stati sempre in minoranza, quindi dare la colpa a loro è demagogico”. “Il fatto è che – ha aggiunto il consigliere – il 40% del nostro territorio è protetto; inoltre tra le specie protette ci sono proprio i caprioli. Dobbiamo spogliarci di un certo ambientalismo becero, la presenza di queste specie deve essere riequilibrata”.  Per il consigliere è anche necessario non mettere un limite all’abbattimento, altrimenti non si risolve il problema vista la rapidità di riproduzione; positivo inoltre il fatto di creare una filiera per la vendita delle carni, ora acquistate all’estero, che può essere alimentata con il “surplus” di capi registrato ogni anno.

“Dispiace che si parli più di attività venatoria che dei reali contenuti del problema, e cioè dei danni ingenti che gli ungulati provocano all’agricoltura e dei problemi che arrecano alla sicurezza dei cittadini”, ha detto Marco Niccolai (Pd) esprimendo apprezzamento per il percorso individuato dall’assessore Remaschi per superare l’emergenza. Niccolai ha giudicato positivamente l’indicazione di rafforzare le attività di prevenzione e “quella di pianificare con chiarezza le aree” per tornare ad “una situazione di compatibilità della presenza degli ungulati con l’ambiente e con l’agricoltura”.

Ungulati, legge obiettivo, dal Pd pieno sostegno

“Una legge obiettivo sulla gestione degli ungulati selvatici è la soluzione migliore per fronteggiare una vera e propria emergenza, dal Pd c’è piena condivisione e sostegno”. È l’opinione unanime dei consiglieri regionali Pd Leonardo Marras, Gianni Anselmi, Stefano Scaramelli, Marco Niccolai, espressa durante la seduta odierna dell’assemblea toscana, a margine dell’intervento dell’assessore all’agricoltura Marco Remaschi relativo all’emergenza ungulati.

Riformare urgentemente la normativa regionale e i regolamenti venatori, mettere in campo come Regione Toscana azioni specifiche per la gestione del fenomeno e la mitigazione delle problematiche relative alle zone poste in divieto di caccia: sono i punti di una risoluzione Pd, presentata dal capogruppo Leonardo Marras e approvata dal Consiglio regionale, che ribadisce la condivisione del gruppo al percorso avviato da Remaschi verso una legge obiettivo specifica.

“Apriamo una fase importante di contrasto al problema, da sostenere non soltanto insieme ai cacciatori, basata su controllo e prevenzione; positiva inoltre la massima collaborazione istituzionale messa in campo tra Regione, Ministero dell’Ambiente e Ministero delle Politiche agricole”, ha commentato Marras.

“Sono convinto che quello sostenuto dall’assessore e da noi condiviso sia il metodo migliore per affrontare questo tema senza strumentalizzazioni. – ha precisato Anselmi, presidente Commissione Sviluppo rurale – Coniugare tutela della biodiversità, governo del patrimonio faunistico e delle conseguenze che questo ha sulla vita del territorio, sulle attività che ospita ma anche sulla sicurezza di chi lo abita, è il nostro obiettivo. Abbiamo cominciato a lavorare nel modo giusto per poter fronteggiare un fenomeno preoccupante e dalle cifre ormai impressionanti, con una normativa appropriata e equilibrata; offro il pieno supporto della commissione per portare avanti questo lavoro così importante e urgente”.

“Lavoreremo a una normativa unica a livello regionale, con una puntuale applicazione dell’articolo 37 della legge 3/94, relativo al controllo della fauna selvatica, anche in funzione preventiva e con la possibilità di poteri sostitutivi da parte della regione; uno strumento che ci consentirà di dimezzare in tre anni il numero degli ungulati. – ha fatto presente Scaramelli - Non ci si può infatti limitare solamente ai rimborsi agli agricoltori ma essere capaci di anticipare il fenomeno: questo aspetto, messo in evidenza dall’assessore, è determinante per la riuscita dello strumento normativo. Monitorare anno per anno i risultati, per poter elaborare un confronto con la situazione di partenza e valutare eventuali elementi correttivi, è un altro punto fondamentale. Ora abbiamo finalmente intrapreso il giusto percorso per risolvere un fenomeno sempre più vicino alle aree rurali e sempre più problematico per la popolazione, penso a tante zone del senese”.

“Daremo una risposta concreta a un problema che riguarda non solo la nostra agricoltura ma tutti i cittadini. – ha sostenuto Niccolai – Giusto, come ha sottolineato l’assessore Remaschi, che la nuova normativa preveda una definizione delle aree per la presenza (in ogni caso controllata) di ungulati distinguendo le varie vocazioni territoriali, ad esempio considerando che quando si tratta di aree dove si svolge un'attività agricola estensiva essa non è assolutamente compatibile. Necessario poi permettere la possibilità  di attivare,da parte delle aziende agricole, l'articolo 37 della legge 3/94  in maniera preventiva e non solo in presenza di danni conclamati. Un aspetto da non dimenticare, nell'ottica di una effettiva semplificazione,  è quello relativo alle procedure di rimborso per il risarcimento del danno e alla loro complessità e lunghezza, fattori che spesso mettono ancora più in difficoltà agricoltori già penalizzati”.

Secondo Enrico Cantone (M5S) “è strano sentir denigrare la Toscana dicendo che il 60% del territorio è boschivo o che il 40% del territorio è protetto. Questi dati sono un fiore all’occhiello e non motivo di lamentela”. Cantone ha parlato di affermazioni “piene di ipocrisia, perché si parla di emergenza non dicendo che questa si è creata con la gestione del territorio e l’attività venatoria così come consentita fino ad oggi”. Per Cantone si dovrebbero invitare i cittadini “a moderare la velocità” sulle strade interessate all’alta presenza di ungulati e “prevedere metodi non cruenti per diminuire il loro numero”.

Gianni Anselmi (Pd) ha sostenuto che “è sbagliato contrapporre i temi dell’ambiente e quelli della caccia. Siamo di fronte a un problema complesso e lo si deve affrontare con la complessità che richiede, così come fa il nostro ordine del giorno e il percorso individuato dall’assessore Remaschi”. Anselmi ha sottolineato che a fronte di un “quadro non ordinario, la soluzione non può che essere non ordinaria, anche se transitoria perché l’obiettivo deve essere quello di tornare a una corretta gestione del territorio”.

Andrea Quartini (M5S) si è detto perplesso circa il fatto che “la politica continua a non essere lungimirante, lavorando solo in un contesto di gestione dell’emergenza”.

Per il presidente della Giunta regionale Enrico Rossi, è necessario “trovare un equilibrio” per affrontare e risolvere il problema degli ungulati. “Il raddoppio della presenza di questi animali”, ha sottolineato, “è un problema per l’agricoltura e per la sicurezza dei cittadini, ma anche per gli stessi boschi, perché un’eccessiva presenza di ungulati provoca danni al territorio e al paesaggio”. Rossi ha ricordato che un equilibrio “dovrà essere trovato, con patti chiari e regole certe, anche con il mondo venatorio”.

Nella sua replica l’assessore agricoltura Marco Remaschi ha sottolineato che “il problema rappresentato è reale” e che la proposta di una legge obiettivo della durata di tre anni “è la conferma che è vero che non si può procedere sempre sull’onda dell’emergenza”. A chi ha invocato metodi non cruenti, l’assessore ha risposto “con la semplice cattura degli animali in sovrannumero non si risolve il problema”. E ha aggiunto: “Avere il 60% del territorio ricoperto da boschi non è un limite, ma si deve riconoscere che questo favorisce il ripopolamento degli ungulati”. Rispetto al problema del foraggiamento, ha concluso, “ricordo che è vietato sull’intero territorio regionale, con l’eccezione del foraggiamento dissuasivo purché autorizzato dalle Province”.

In sede di presentazione degli ordini del giorno collegati alla comunicazione dell’assessore, la consigliera Irene Galletti (M5S) ha confermato la contrarietà all’ordine del giorno proposto dal Pd e ha ribadito la necessità di eliminare completamente la pratica dei foraggiamenti e di affrontare il problema senza ricorrere a metodi cruenti.

Secondo Leonardo Marras (Pd), che ha illustrato l’ordine del giorno della maggioranza, “la determinazione e l’equilibrio sono le due parole che dovremo tenere presenti per affrontare la soluzione del problema” e ha definito come “soluzione giusta, il complesso delle risposte individuate dall’assessore Remaschi”. Marras ha anche definito importante il nuovo rapporto instaurato con l’Ispra.

Stefano Mugnai (Forza Italia) ha annunciato il voto favorevole del suo gruppo e di quello della Lega Nord all’ordine del giorno presentato dal Pd, “perché prende in carico la realtà dei fatti”. E ha aggiunto: “Quello degli ungulati è un problema grave e non vederlo lascerebbe spazio a soluzioni spontaneistiche che, invece, vanno evitate”.

Paolo Sarti (Sì – Toscana a sinistra) ha sottolineato che “nessuno nega il problema e l’urgenza di una soluzione, ma questa poggia solo sull’attività venatoria. Su questo non siamo d’accordo e ci dispiace che nessuno abbia risposto circa il conflitto di interessi tra lasciare mano libera alla caccia e la necessità di prevedere una filiera per la commercializzazione delle carni della selvaggina abbattuta”.

Emergenza ungulati, Forza Italia per intervento forte della Regione

«Sull’ormai drammatico proliferare di ungulati nella nostra regione, finalmente assistiamo da parte della maggioranza al cambio di approccio che chiedevamo da anni. Per questo votiamo sì all’atto di indirizzo che oggi ci è sottoposto ma intendiamo vigilare per garantire la sua effettiva applicazione e traduzione in atti»: lo ha detto poco fa nell’aula del Consiglio regionale il il Capogruppo di Forza Italia Stefano Mugnai.

Effettivamente, la presenza di ungulati – in particolare cinghiali, ma non solo – sul territorio regionale sta producendo effetti devastanti mettendo in pericolo, soprattutto in alcune zone, persone ed interi segmenti economici legati al settore agricolo: «Il problema – ha ricordato Mugnai – è stato evidenziato da Forza Italia più volte negli anni, poiché il fenomeno cresce in maniera geometrica. Finalmente la maggioranza inizia a prendere atto che una simile situazione non si risolve con le belle parole e i buoni propositi, ma che serve una presa in carico forte da parte della Regione, anche per scongiurare il rischio di eventuali soluzioni ‘spontanee’ da parte della popolazione costretta ormai a situazioni insostenibili. Vigileremo dunque affinché da parte dell’ente ci sia un’azione regionale decisa e incisiva, con l’opportuno coinvolgimento del mondo venatorio».

Velo, percorso vincolante per governo

Il percorso delle riforme "credo che debba vincolare" l'esistenza del governo Renzi, perché "questo governo c'è per fare le riforme economiche e istituzionali, che sono le une legate alle altre". Lo ha affermato Silvia Velo, sottosegretario all'Ambiente, a margine della presentazione di una legge regionale speciale sugli ungulati, annunciata dalla Regione Toscana. "La partita è così importante - ha detto Velo, a proposito delle riforme - che l'interesse generale è di andare in fondo e di andarci rapidamente, perché tra l'altro siamo in un accenno di ripresa economica, alla vigilia di una legge di stabilità che può far svoltare le scelte in politica economica e industriale del Paese. Quindi chiudiamo la partita delle riforme e del Senato e concentriamoci sulle imprese, sul lavoro, sull'economia che ancora stenta, perché è quella la priorità per il Paese".

Sarti (Sì): “I cacciatori sono parte del problema e non la soluzione dei danni all’agricoltura”. “La Giunta continua una politica di slogan che non ha basi scientifiche”

Si è svolta oggi in Consiglio regionale la comunicazione dell’Assessore all’Agricoltura Marco Remaschi a proposito dell’emergenza ungulati. A maggioranza (Partito Democratico, Lega Nord, Forza Italia) è stato votato un ordine del giorno collegato. Contrario il Gruppo consiliare di Sì Toscana a Sinistra con i Consiglieri Sarti e Fattori.

“Nella comunicazione odierna sull’emergenza ungulati la Giunta omette alcuni punti fondamentali, eludendo i quali è impossibile una seria discussione sull’eccessiva presenza in Toscana di cinghiali e caprioli e dei danni conseguenti nelle aree agricole” dichiara il Paolo Sarti, Consigliere di Si – Toscana a Sinistra.

“E’ contraddittorio affidare ai cacciatori la risoluzione del problema, c’è un conflitto d’interessi”.  “Questa emergenza esiste da anni e la causa principale è stato il lasciar fare ai cacciatori tutto quello che volevano, come l’introduzione di esemplari dall’est Europa, che hanno soppiantato per la loro prolificità i cinghiali autoctoni, e la pasturazione nei periodi invernali, con conseguente aumento ulteriore della popolazione”.

“La Toscana ha uno dei calendari venatori più ampi di tutta Italia e ciò non è servito a contenere il sovrappopolamento: le ricerche scientifiche più aggiornate dimostrano, infatti, proprio il contrario, che la caccia non è un rimedio efficace per contrastare i danni dei cinghiali all’agricoltura, anzi, la perdita della sincronizzazione dell’estro e l’aumento della fecondità, può essere considerata come una causa dei danni stessi”. “Metodi alternativi, quali recinzioni elettriche e il controllo della fertilità della fauna selvatica, sembrano invece essere molto efficaci”.

“Si tace poi sulle conseguenze della caccia in Toscana come i morti e feriti, sia tra la gente comune, sia tra i cacciatori stessi: perché non sono pubblicati e resi pubblici anche questi dati?”. “Aumentare l’esercizio venatorio aumenterà anche questo tipo di tragici incidenti”.

“Anche il voler mettere in piedi una filiera per le carni, e quindi una catena produttiva, come annunciato dalla Giunta, presuppone che la materia prima ci sia anche per il futuro e dunque contrasta con la proclamata volontà di riduzione degli ungulati”.

“Inutile quindi usare slogan, servono azioni concrete, che abbiano solide basi scientifiche e il coinvolgimento del mondo ambientalista” termina Sarti.

Ungulati, Remaschi: "E' un'emergenza, ora la legge per affrontarla con efficacia"

"Alle emergenze si risponde con provvedimenti d'emergenza. Per questo la Regione sta lavorando a un testo di riforma della norma regionale e dei regolamenti venatori, che possa dare attuazione a un'efficace politica di contenimento degli ungulati in tempi rapidi".

Lo ha detto l'assessore regionale all'agricoltura Marco Remaschi annunciando la proposta di legge obiettivo per rispondere al problema ungulati selvatici, che stanno proliferando in Toscana e creando seri danni all'agricoltura, all'ambiente. Oltre che minando la sicurezza sulle strade. Con Marco Remaschi c'erano il sottosegretario all'ambiente Silvia Velo e il direttore di Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) Stefano La Porta.

La Regione, grazie alla nuova normativa, potrà avere la gestione diretta in questo ambito, dove oggi la legge 157 del '92 risulta datata, grazie anche all'attivazione di un nuovo rapporto con Ispra, centrato sulla massima collaborazione fra le istituzioni.

"Interverremo subito – ha proseguito Remaschi – con un articolato di legge che la giunta, mettendo insieme una serie di provvedimenti, predisporrà nelle prossime settimane e che poi affiderà al consiglio per la discussione perché si arrivi in tempi rapidi a una gestione faunistico venatoria che tuteli concretamente l'agricoltura e l'equilibrio ambientale del nostro territorio e riconduca la situazione alla normalità cioè all'interno della media nazionale. Oggi in Toscana assistiamo a un fenomeno ungulati stimato 4 volte superiore alla media nazionale. Non è accettabile. Naturalmente dobbiamo arrivare al nostro obiettivo facendo un patto serio con gli agricoltori e il mondo venatorio e ambientalista perché senza la collaborazione delle associazioni e di soggetti terzi come il Ministero e Ispra non possiamo arrivare a buoni risultati. Abbiamo inoltre l'idea di attivare una filiera per la commercializzazione della carne e una anche per venire incontro ai tanti bisogni che oggi ci sono, penso alle mense dei poveri che  sono in aumento, ai quali potremmo dare una piccola risposta. Anche in questo senso sarebbe un bel segnale".

"Il Ministero dell'ambiente è in prima linea per affrontare l'emergenza del sovra-popolamento degli ungulati, in particolare dei cinghiali, che negli ultimi anni ha raggiunto livelli eccezionali".

E' quanto ha dichiarato il sottosegretario all'ambiente Silvia Velo - La Regione Toscana che sta intervenendo con una legge obiettivo, avrà il supporto del ministero dell'ambiente attraverso Ispra che fornirà un sostegno tecnico e legislativo con attività di monitoraggio e nella stesura del provvedimento. In questo modo - ha concluso Silvia Velo - il modello della Toscana potrà fare da apripista per fronteggiare un'emergenza che sta assumendo una portata di carattere nazionale"

Salutando l'iniziativa come la prima in Italia che vuole risolvere il problema anche in tempi definiti e limitati, Stefano La Porta di Ispra ha sottolineato la disponibilità e l'impegno con il quale l'istituto che dirige organizzerà le iniziative e le misure necessarie, dando organicità per tutto il corso dell'anno e garantendo il supporto tecnico/scientifico.

Velo: "Toscana apripista per gestione degli ungulati"

"La Toscana può essere un modello, un'apripista di una soluzione che potremmo trasferire a livello nazionale: speriamo di procedere bene e anche rapidamente". Silvia Velo, sottosegretario all'Ambiente, parla così della legge obiettivo annunciata oggi dalla Regione Toscana per la gestione degli ungulati selvatici: caprioli, cinghiali, daini e cervi, la cui proliferazione sta causando danni all'agricoltura e problemi alla sicurezza.

"Dobbiamo ricondurre il fenomeno entro limiti accettabili", ha affermato l'assessore regionale all'agricoltura Marco Remaschi, ricordando che i danni alle colture nel periodo 2009-12 sono stati oltre i 7 milioni di euro, e gli incidenti stimati sono oltre 200 all'anno. "Non più tardi di ieri un 35enne in provincia di Siena - ha detto - ha avuto un grave incidente, è ancora in rianimazione, speriamo che ce la faccia". Lo stesso Remaschi ha contattato il ministro per le Politiche agricole, Maurizio Martina, a cui "abbiamo chiesto un adeguamento della legge 157/92" sulla protezione della fauna selvatica e sul prelievo venatorio.

Ungulati: positiva proposta legge Remaschi, ora non perdere tempo servono interventi immediati

Finalmente la proposta per una legge regionale sugli ungulati, con l’obiettivo di contenere rimedio al sovrappopolamento di cinghiali e caprioli. Adesso servono interventi immediati. Apprezzamento da parte della Cia Siena di una legge specifica sulla gestione degli ungulati selvatici, per contenere la proliferazione di cinghiali e caprioli in Toscana, proposta dall’assessore all’Agricoltura Marco Remaschi, che ha presentato oggi in Consiglio regionale una comunicazione sull’argomento.

Dopo anni che di lavoro svolto dalla Cia in questa direzione, è un passo in avanti. Era arrivato il momento che il tema venisse affrontato in modo organico, non è più tempo di sottovalutazioni del tema né di delegare la ricerca delle soluzioni agli “addetti ai lavori”. Occorre la piena consapevolezza del rilievo politico ed istituzionale di questo tema, che richiede opzioni strategiche chiare e condivise. La Cia Siena si riserva comunque di dare una valutazione definitiva dopo aver analizzato nel dettaglio il documento della proposta di legge. La strada sembra essere quella giusta, adesso basta perdere tempo.

Ungulati, bene una legge regionale speciale. ora un’azione immediata e risolutiva per la riduzione

«Ben venga una legge regionale “speciale” per la risoluzione del problema ungulati ma deve essere solo il primo passo di un più ampio impegno concreto e mirato a normative d’immediata esecuzione per la difesa delle nostre colture. Ne va del futuro degli agricoltori e dell’economia legata alla terra che, come tutti sappiamo, in Toscana e in provincia di Siena in particolare rappresenta, una gran fetta dell’occupazione». Così il direttore dell’Unione Provinciale Agricoltori di Siena Gianluca Cavicchioli interviene a margine della presentazione da parte dell’assessore all’agricoltura della Regione Toscana Marco Remaschi di una legge obiettivo contro il sovrappopolamento di ungulati.

«E’ ormai finito il tempo dei proclami e quello delle misure preventive – aggiunge Cavicchioli – ed è il momento delle azioni fattive e delle normative urgenti e risolutive. Quasi quotidianamente i nostri associati si rivolgono a noi lamentando danni da fauna selvatica. Anche gli indennizzi e i risarcimenti sono ad oggi palliativi per un’azienda che non solo rischia di vedere in fumo il lavoro di una stagione ma quello di un’intera vita. Basta pensare che in un mercato come quello attuale sempre più concorrenziale se un produttore esce anche solo per una stagione è quasi tagliato fuori.

Accogliamo con favore le parole e l’impegno del neoassessore Remaschi – prosegue il direttore di Upa Siena – che si è fatto carico delle istanze degli agricoltori ed ha inserito il problema ungulati in cima alla lista della sua agenda politica. D’altronde lo stesso problema era in cima alla lista delle priorità per l‘agricoltura senese che avevamo stilato prima delle elezioni e sottoposta a tutte le forze politiche. Ora non dobbiamo perdere d’occhio l’obiettivo della risoluzione che non può prescindere dalla drastica riduzione dei capi. Un obiettivo che deve passare anche dalla stretta e fattiva collaborazione tra agricoltori e cacciatore tramite il coinvogimento diretto, anche dap arte delle istituzioni, delle nostre associazioni di categoria, dell’Atc e delle associazioni venatorie. Tutti insieme non dobbiamo più incappare in provvedimenti che non sono risolutori come ad esempio recinzioni o dissuasori che addirittura sono impattanti da un punto di vista ambientale. Tutti insieme – conlude Cavicchioli – dobbiamo adoperarci per recuperare il tempo perduto dietro a proclami e mancati provvedimenti, dobbiamo seguire la strada dell’emergenza e la nuova legge “speciale” annunciata dalla Regione Toscana mi pare vada in questa direzione».

La Lav: "Approvata la linea 'sparatutto'"

"Il Consiglio Regionale della Toscana ha approvato a maggioranza un ordine del giorno, primo firmatario Leonardo Marras (Pd), che approva la linea "sparatutto" dell'assessore regionale Marco Remaschi, sulla gestione degli ungulati e in particolare del cinghiale". Lo afferma in una nota la Lav. La Lav si dice invece d'accordo con i consiglieri regionali del M5s e di Si-Toscana a sinistra, Irene Galletti e Paolo Sarti: la prima ha spiegato che "la soluzione non può essere certo affidata ai cacciatori, che sono tra coloro che hanno causato il problema", Sarti ha rilevato che "è contraddittorio affidare ai cacciatori la risoluzione del problema, c'è un conflitto di interessi. Anche il voler mettere in piedi una filiera per le carni, e quindi una catena produttiva, presuppone che la materia prima ci sia anche per il futuro, e dunque contrasta con la proclamata riduzione degli ungulati".

Una delle proposte dell'assessore Remaschi, rileva la Lav, "è infatti di creare un marchio Dop per la carne di cinghiale toscana, cosa che contribuirebbe pesantemente a creare quel 'sistema cinghiale' che ormai la Regione Toscana sostiene da tempo, basato non su un effettivo interesse alla riduzione del numero, ma ad accontentare le voglie di abbattimenti dei cacciatori e gli organizzatori delle varie sagre paesane". "Se immettiamo la carne di cinghiale sul mercato, con tanto di marchio Dop - osservano Massimo Vitturi, responsabile nazionale animali selvatici Lav e Giacomo Bottinelli, consigliere nazionale Lav - creiamo un aggiuntivo incentivo economico alla proliferazione di questi animali". Per la Lav "i metodi di sterilizzazione farmacologica sono l'unico mezzo che consenta in prospettiva un effettivo controllo, sottraendo questa specie al gioco dei cacciatori, degli organizzatori di sagre e dei venditori di carne. Altrimenti è scontato che sarà sempre nell'interesse di tutti questi soggetti mantenere elevati i livelli di popolazione".

Fonte: Toscana Consiglio Regionale

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