
Sono ormai passati quattro anni da quando, nel 2011, è iniziata la guerra civile in Siria. Una guerra che ha causato oltre 200mila morti e che ha portato oltre 3 milioni di persone a lasciare quel paese. Nel solo 2014, circa 42mila siriani sono arrivati in Italia e tra questi più di 10mila sono minori. Il 15 marzo 2015 la Siria è entrata nel suo quinto anno di massacro, di guerra, di miseria, di vittime innocenti.
I media ci raccontano, forse sempre troppo poco, storie di morte, di devastazione e disperazione e storie di persone che affrontano un lungo viaggio per arrivare qua, come i nostri ospiti accolti a Montopoli, in attesa dello status di protezione umanitaria. Persone che sono in attesa di partire per il “viaggio”, per un futuro migliore, in un luogo dove è possibile respirare.
E poi ci sono loro, il nostro futuro, i nostri bambini. Bambini e bambine che hanno un sogno che forse non lo realizzeranno mai.
Veronica, con la sua macchina fotografica, riesce a far parlare questi bambini. Ha prodotto un reportage di cui noi dobbiamo parlare e che ci deve far riflettere. Le bambine con i capelli al vendo ci guardano e ci chiedono: “Mi vedi? Questa sono io, non sono invisibile”. Intravedo sconcerto nei volti di queste vittime innocenti, ma a tratti speranza.
Veronica ci consegna un compito con questo suo reportage: non abbandonare i siriani, non perdere l’attenzione su quanto sta accadendo in Siria. Grazie Veronica, per l’emozionante viaggio chi ci hai regalato. Non possiamo restare qui fermi: dobbiamo saper guardare con altri occhi per contribuire a cambiare
FACCIAMO PISTOLE CHE SPARINO CARAMELLE
La mostra fotografica di Veronica Croccia sui bambini siriani rifugiati in Giordania torna il 12 e 13 settembre a Montopoli in val d’Arno in occasione dell’annuale festa medievale.
A Montopoli in val d’Arno esiste una scuola di fotografia… Fondata da Musicastrada e ospitata dall’amministrazione comunale di Montopoli, Fotografando è una delle scuole più conosciute e frequentate della provincia di Pisa, con una media di circa 150 allievi l’anno da tutta la Toscana e non solo.
La sua direttrice, Veronica Croccia è una giovane reporter impegnata anche nel sociale che collabora, tra gli altri, anche con UNHCR. Nel maggio di quest’anno ha deciso di partire per la Giordania e recarsi al confine con la Siria, per documentare le condizioni dei profughi nei campi di accoglienza e non solo.
Nel campo profughi di Za’atari ha incontrato un artista siriano che nella sua baracca teneva esposta un’opera estremamente particolare: una specie di fucile di legno che recava la frase “Let us make guns shoot candies” (Facciamo pistole che sparino caramelle). Da qui l’idea di un titolo che rappresentasse la voglia di raccontare i volti e le emozioni di quelle che sono le vittime più innocenti di un conflitto assurdo, quello siriano, che va avanti ormai da più di quattro anni: i bambini.
Trenta scatti, trenta volti di bambini e bambine pieni di fierezza, di forza e di voglia di vivere, nonostante le condizioni, nonostante la sporcizia, nonostante le difficoltà, nonostante la guerra.
Un viaggio all’interno degli accampamenti informali vicini al confine con la Siria (insediamenti simili a delle baraccopoli) e nel campo profughi di Za’atari in Giordania dove sopravvivono gran parte dei rifugiati siriani, tra cui moltissimi bambini che Veronica è riuscita a incidere nelle immagini e nel proprio cuore, anche grazie alla collaborazione con alcune ONG che operano nel settore (tra queste INTERSOS).
Bambini che hanno la stessa luce negli occhi di tutti i loro coetanei occidentali, lo stesso diritto a sorridere e la stessa necessità e bisogno di sognare.
«Se le parole potessero anche solo minimamente racchiudere tutto quello che ho provato visitando queste realtà allora le userei. Ma per spiegare quello che si sente in situazioni come queste ogni aggettivo è superfluo, ogni tentativo di spiegare inutile, minimizzante. L’unica cosa che posso fare è mostrare a voi quello che la mia macchina fotografica ha catturato durante quei giorni, immagini filtrate attraverso i miei occhi e il mio cuore.
Un qualcosa di forte si è acceso in me in quei luoghi, qualcosa di reale, puro, innocente, frammisto a profonda commozione e rispetto per chi, pur avendo perduto tutto, ha ancora la forza per ridere e il coraggio di sperare.» Queste le parole di Veronica Croccia che introducono la sua mostra.
La mostra ha seguito il MusicastradaFestival 2015 tra i mesi di luglio e agosto, è stata esposta in tutte le piazze della provincia di Pisa ospiti dei concerti. Nomade, come nomadi sono i suoi protagonisti, allestita lungo le strade decentri storici giorno dopo giorno. Era stata esposta a Montopoli il 20 luglio, e adesso torna, nel borgo da cui la fotografia di Veronica Croccia nasce e dove porta avanti il suo lavoro di fotografa e di direttrice della scuola Fotografando.
Il 12 e 13 settembre, nel giardino di Palazzo Guicciardini, la mostra sarà di nuovo esposta in occasione di “Montopoli Medioevo”, la rievocazione storica Montopolese, famosa in tutta la nazione. Un occasione per visitare il bellissimo borgo medievale di Montopoli, partecipare alla più antica rievocazione storica medievale in Italia e, se non ne avete ancora avuto l’occasione, vedere, anzi, incontrare una mostra fotografica forte e magica, che sicuramente lascerà un ricordo importante.
- La mostra fotografica Let us make guns shoot candies
- Veronica Croccia
- La mostra fotografica Let us make guns shoot candiesLa mostra fotografica Let us make guns shoot candies
Fonte: Comune di Montopoli in Val d'Arno
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