Castelnuovo d'Elsa grida no alla chiusura delle poste. Davanzali pieni di striscioni

Il sit in a Castelnuovo d'Elsa (da facebook)

Cartelli su tutte le finestra e tante persone con biglietti con scritto 'No' a Castelnuovo d'Elsa, piccola frazione di Castelfiorentino dove oggi, giovedì 27 agosto, è andato di scena il sit in di protesta contro la chiusura dell'ufficio postale prevista il 7 settembre prossimo.

Alla manifestazione in piazza Santa Barbara erano presenti il sindaco Alessio Falorni e quello di Pescia Oreste Giurlani, presidente di Uncem Toscana. "La posta è un servizio sociale", recita uno dei manifesti appesi da un davanzale, mentre due bambine si sono fatte immortalare con un cartello "Non siamo numeri, ma prossimi elettori. Occhio!".

Le rappresentanze istituzionali hanno tenuto il loro discorso per chiedere alla Regione e a Poste Italiane di intervenire, evitando di togliere alla frazione un servizio essenziale.

"Noi non ci stiamo, alla chiusura dell'Ufficio Postale di Castelnuovo. - commenta il sindaco Falorni - Non ci stiamo perché si tratta di un servizio creato nel tempo con i soldi dei cittadini, e che non può essere trattato secondo una mera logica aziendalista. Non ci stiamo, perché significa privare una frazione geograficamente più "distante" delle altre di un punto di riferimento importante. Non ci stiamo, perché non è giusto nei confronti di Castelnuovo e dei suoi abitanti".

"Perciò, oltre ad aver già manifestato con Uncem e Anci più volte in giro per la Toscana e dopo aver fatto ricorso per la seconda volta al TAR, come molti altri Comuni interessati da questo provvedimento, - conclude Falorni . abbiamo organizzato anche questa manifestazione davanti a quello sportello, come ci hanno chiesto tanti cittadini, per far arrivare forte la nostra voce ai vertici di Poste. Ringrazio tutti cittadini che hanno partecipato numerosissimi!".

LE NOTE STAMPA DEI POLITICI

“Purtroppo in questi giorni sono fuori Sede e non potrò partecipare all'odierna manifestazione dei cittadini di Castelnuovo d'Elsa contro la chiusura dell'Ufficio postale - è il commento politico di Marco Cordone, Segretario Sezione Lega Nord Empolese Valdelsa - ma ciò non fa certo venire meno il nostro impegno contro detta chiusura. Nell'esprimere la massima solidarietà agli abitanti di Castelnuovo che rischiano di essere privati di un servizio pubblico essenziale desidero ribadire il concetto che per noi, l'Ufficio postale di Castelnuovo deve rimanere aperto almeno tre volte alla settimana come andiamo dicendo dal 4 febbraio di quest'anno quando lanciammo per primi l'allarme. Sperando che le cose vadano bene, la chiusura dell'Ufficio postale di Castelnuovo è anche un problema sociale e penso che il Sindaco Falorni ed il Presidente della Regione Toscana Rossi, dovrebbero chiedere la rimozione dell'ing. Francesco Caio, già presidente del consiglio di amministrazione di Lehman Brothers Europa, da amministratore delegato di Poste Italiane per la politica scellerata che sta attuando. E' bene ricordare a tutti che Francesco Caio in data 7 maggio 2014 è stato nominato dal Governo Renzi Amministratore delegato di Poste Italiane”.

"Sulle poste di Castelnuovo abbiamo da dire che ci pare inutile ed ipocrita piangere sul latte versato. - scrive invece Federica Zunino, capogruppo di Castello a Sinistra - Tutti gli ultimi governi hanno pensato che i servizi ai cittadini sarebbero migliorati se privatizzati o gestiti da Spa. Niente di più sbagliato, come ormai hanno ampiamente dimostrato queste operazioni anche nel resto d'Europa. Agli abitanti di Castelnuovo diciamo che questo è il risultato dei governi eletti dal popolo: nel caso abbiate votato i partiti di destra o centro sinistra, avete contribuito a sostenere governi che hanno e continuano a smantellare tutto quello che è Servizio al cittadino, considerato un costo superfluo. Ci pare ipocrita partecipare al flash mob se si fa parte di coloro che stanno smantellamento tutto questo. Anche se poi Castelnuovo si salvasse, ci saranno altre comunità che perderanno il servizio. Siamo quindi disponibili a lottare contro questo continuo attacco ai servizi e beni comuni (vedi anche sanitá e scuola), ma non a fare manifestazioni ipocrite".

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