A Colonia diritto romano si studia con il 33enne valdelsano Filippo Bonin

Filippo Bonin

È Filippo Bonin, 33 anni di Castelfiorentino, il 'Toscano in Giro' di questa settimana. Un valdelsano doc che ricopre un prestigioso incarico a Colonia, in Germania, come docente di diritto romano alla locale università. gonews.it è riuscita a rintracciarlo e a farsi raccontare la propria storia.

Nome e Cognome: Filippo Bonin

Anni: 33

Cresciuto a: Castelfiorentino

Studi:

Diplomato con il massimo dei voti al Liceo Classico "Virgilio" di Empoli, ho conseguito la laurea triennale in Scienze giuridiche presso la Facoltà di Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Siena discutendo una tesi in filosofia del diritto dal titolo "Potere e rivoluzione in Bertarand de Jouvenel e Guglielmo Ferrero" con il Prof. Carlo Lottieri, nonché quella magistrale con lode discutendo una tesi in diritto penale romano dal titolo "Questioni sul crimen ambitus in Roma antica", con la Prof.ssa Stefania Pietrini. Dopo la laurea sono stato dottorando con borsa al Dottorato di ricerca in "Ius publicum europaeum. Teoria e storia del diritto e delle istituzioni", diretto dal Prof. Emanuele Stolfi presso l'Università degli Studi di Siena.

Sono stato ospite per tre mesi presso l'Institut für geschichtliche Rechtswissenschaft della Ruprecht-Karls-Universität di Heidelberg e per un mese presso l'Institut für Römisches Recht dell'Universität zu Köln, dopodiché ho conseguito il titolo di Avvocato presso la Corte d'appello di Firenze e quello di Dottore di ricerca discutendo una tesi in diritto romano dal titolo "La giurisdizione civile in età costantiniana", tutor Prof. Emanuele Stolfi. Sono stato collaboratore alle cattedre di Storia del diritto romano (M-Z) e diritto penale romano della Prof.ssa Stefania Pietrini, nonché autore di alcuni articoli di pregressa e futura pubblicazione.

Ho partecipato in qualità di uditore a numerosi convegni sul diritto romano nazionali e internazionali e in qualità di relatore alle "Giornate tridentine di diritto romano" nell'ottobre del 2012 e al Convegno “Limes: spazio di divisione e di contatto. Profili dell’epoca tardoantica” organizzato dall’Università di Parma nel marzo del 2015. Da ottobre 2014 sono “Research Ambassador” dell’Università di Heidelberg.

Residenza e professione: Colonia (Germania), wissenschaftlicher Mitarbeiter all’Università di Colonia.

Lavoro in Italia: Legale

Prima esperienza all'estero: dal 11/06/2012 al 10/09/2012 ospite per tre mesi presso l'Institut für geschichtliche Rechtswissenschaft della Ruprecht-Karls-Universität di Heidelberg

Perché ha deciso di andare all'estero?

Dopo aver conseguito il titolo di avvocato e quello di dottore di ricerca era mia intenzione portare avanti parallelamente sia la professione che la carriera accademica. Ho così iniziato a esercitare la prima con un collega, misurandomi da subito con le proverbiali difficoltà che un avvocato trentenne (in possesso del titolo ma senza un collega nel proprio albero genealogico) è inevitabilmente costretto ad affrontare in Italia. Sul fronte accademico, nonostante avessi scritto una buona tesi di dottorato e i miei maestri mi stimassero, dalla patria non sono arrivate offerte, né opportunità, principalmente a causa della mancanza di fondi per la ricerca in diritto romano.

Ho avuto invece la possibilità di applicare in Germania per due piccole borse di ricerca della durata di un mese all’Università di Heidelberg, di cui sono diventato “Research Ambassador”, fino a che mi è stato offerto un vero e proprio contratto di lavoro della durata di tre anni, rinnovabile per altri tre all’Università di Colonia come wissenschaftlicher Mitarbeiter (si tratta più o meno del nostro “ricercatore a tempo determinato”, solo che è pagato meglio). Anche se sapevo che accettando l’offerta avrei abbandonato l’esercizio della professione in Italia, non ho potuto rinunciare alla grande possibilità di crescita scientifica e umana che mi si era prospettata.

Quali sono le principali differenze fra il mondo del lavoro italiano e quello estero?

Vivo qui stabilmente da poco più di tre mesi, ma mi sono già accorto che almeno nel mio campo scientifico ci sono più fondi per la ricerca e c’è anche più meritocrazia. In generale poi si respira un’aria diversa, basti considerare che trovare un alloggio all’inizio è stata durissima. Mi trovavo a fare colloqui per aggiudicarmi l’appartamento insieme a altri potenziali inquilini che offrivano più o meno le mie stesse garanzie. Ci sono più posti di lavoro che appartamenti, non a caso non si fa altro che costruire in città e fuori.

La vita e il lavoro all'estero sono diversi dall'idea che ti eri fatta prima di partire?

Non molto, ero già stato qua come ospite nel 2013 e dunque conoscevo già l’istituto in cui attualmente lavoro e in parte anche i colleghi. Finalmente ho la possibilità di pubblicare e di insegnare, ricevendo una retribuzione commisurata all’impegno che queste due attività comportano e ai sacrifici fatti in passato. In generale con i tedeschi sinceramente mi sono sempre trovato bene.

Questa città solo 70 anni fa era completamente distrutta, come del resto l’intera nazione. Adesso funziona tutto alla perfezione e puoi incontrare gente proveniente da tutto il mondo che viene qui per lavorare e divertirsi. La vita non è cara.

Cosa ti manca dell'Italia?

Dell’Italia mi manca il pesce fresco. Qua è molto difficile da trovare.

Torneresti a lavorare in Italia?

Qualora mi venisse offerta una possibilità come questa o almeno paragonabile a questa sì, altrimenti no.

Hai qualche aneddoto sulla permanenza all'estero?

Non ho ancora un aneddoto vero e proprio da raccontare, ma c’è una cosa che mi colpisce della Germania, i cani. Sono tutti estremamente educati. Sembrano dei soldati buoni.

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