
“Celebrare la Liberazione non deve essere solo un esercizio rituale, ma il rinnovarsi di valori. A Firenze confermiamo l’impegno a realizzare in pochi anni un polo della memoria che ricordi cosa è stato il 25 aprile per l’Italia, cosa è stata la guerra di liberazione per Firenze e soprattutto quanta violenza ancora oggi l’essere umano è in grado di muovere contro le libertà fondamentali: le libertà religiose, culturali e di opinione, perché la ricerca disperata di libertà di chi attraversa il mar Mediterraneo sapendo di rischiare la vita non è meno degna della ricerca di libertà che i nostri partigiani hanno portato avanti con la guerra di Resistenza e di Liberazione. Non c’è minore dignità in un essere umano che combatte per la libertà propria e altrui. Questo è l’insegnamento che dobbiamo trarre”.
Così il sindaco Dario Nardella, celebrando nel salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio il 71esimo anniversario della Liberazione di Firenze dai nazifascisti.
“Il memoriale – ha proseguito il sindaco - sorgerà in un quartiere popoloso della città come quello di Gavinana. Ieri, intanto, abbiamo inaugurato alla biblioteca delle Oblate un'opera simbolica realizzata da due giovani, Nicola e Niccolò, per rinnovare i valori della Liberazione e della Resistenza. L'incontro fra generazioni è fondamentale per tenere viva la memoria. Non c'è libertà senza cultura, e non c'è cultura senza memoria”.
“Questo è un anno particolare – ha sottolineato Nardella - perché l’11 agosto cade a pochi giorni dal tremendo nubifragio che ha colpito al nostra città. In questa occasione Firenze e i fiorentini hanno dato prova di una capacità di reagire, di amore, passione e senso civico straordinari, che sono stati riconosciuti, per mio tramite, a tutta la città dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a cui rivolgo nuovamente un sincero ringraziamento da Firenze città aperta. Ma questo è un anno particolare anche perché celebriamo il 150esimo anniversario di Firenze capitale. Dunque Firenze simbolo di libertà dall’oppressione nella lotta partigiana e nella guerra di liberazione, ma allo stesso tempo simbolo di unità nazionale, risorgimento di diritti e libertà nel grande movimento risorgimentale del nostro Paese”.
“Abbiamo molto da imparare da chi ha ricostruito la città dopo la guerra e da chi ha riconquistato la libertà. La Liberazione di Firenze non è soltanto merito dei grandi eroismi, ma anche la storia di tanti partigiani i cui nomi non sono impressi sulle lapidi ma che hanno dato la vita per la libertà. L’11 agosto è anche la storia di quella mamma che da una finestra, con il bambino in braccio, sparò ai cecchini usando il fucile nascosto sotto il materasso dopo aver appreso della morte del partigiano Potente. L’11 agosto è anche la storia delle truppe indiane e algerine che si mossero per prime perché gli alleati temevano la reazione dei franchi tiratori, dei cecchini fra le strade e fra i palazzi. La perdita di quelle vite ci dimostra che la libertà è un valore universale e non guarda alla differenza fra credo religioso o etnie, perché quei popoli persero la vita anche per dare a noi la libertà. Oggi dobbiamo dirlo con forza di fronte a rigurgiti di razzismo inaccettabili”.
Le celebrazioni per il 71esimo anniversario della Liberazione di Firenze sono iniziate questa mattina alle 7 con i rintocchi della Martinella, la campana della Torre di Arnolfo che l’11 agosto del 1944 suonò per annunciare alla città il ritorno alla libertà e alla democrazia. Alle 10 in piazza dell’Unità Italiana il sindaco Nardella e i rappresentanti delle organizzazioni partigiane e delle autorità civili, religiose e militari hanno deposto una corona di alloro al monumento ai caduti di tutte le guerre. Erano presenti i sottosegretari Luca Lotti e Gabriele Toccafondi, parlamentari, assessori e consiglieri comunali. Sono stati letti messaggi della chiesa cattolica, della chiesa avventista e della comunità ebraica. Da piazza dell’Unità italiana è partito il corteo aperto dal Tricolore, dalla bandiera del Comitato toscano di Liberazione Nazionale, da quella del Corpo volontari della Libertà, dal gonfalone di Firenze con il sindaco Nardella, assessori e consiglieri comunali, insieme a quelli della Regione Toscana con l'assessore Stefania Saccardi, della Città metropolitana e di molti comuni della provincia di Firenze. Nel Salone dei Cinquecento, dopo i saluti del sindaco, l’intervento del professor Zeffiro Ciuffoletti dal titolo ‘La città, il coraggio e la libertà’.
Sarti (Anpi), magistratura si occupi di rigurgiti
"Ne vedo tanto", di rigurgito di fascismo, "e dico a nome dell'Anpi provinciale e toscano che la magistratura non può continuare a guardare dall'altra parte". Lo ha detto Silvano Sarti, storico presidente dell'Anpi di Firenze, che oggi ha partecipato alle celebrazioni per la Liberazione della città. "C'è una sentenza della Cassazione sull'apologia di fascismo - ha ricordato Sarti - ma si va da un magistrato che per un saluto romano mette in galera, perché rispetta la Costituzione, a un altro che invece sostiene che bisogna capire che voleva dire: c'è una bella differenza. Noi siamo coi magistrati che rispettano la Costituzione". L'esponente dell'Anpi ha ricordato che "quando abbiamo visto atteggiamenti di fascismo di ritorno, li abbiamo sempre sconfitti. Ogni volta che la nostra Repubblica è stata messa in pericolo dalle forze più retrive, mafiose, camorristiche, l'Anpi le ha sempre sconfitte, e se c'è ancora la democrazia stamattina è anche grazie alla nostra associazione, che è andata sempre rafforzandosi".
Liberazione Firenze: Giani, libertà e diritti impegno costante
La libertà a Firenze ha il suono della Martinella, la campana della Torre di Arnolfo che l’11 agosto del ’44 annunciò alla città l’avvenuta Liberazione. Stamattina alle 7 quei rintocchi hanno salutato il 71° anniversario della libertà riconquistata e avviato la giornata di celebrazioni alle quali ha partecipato il presidente del Consiglio, Eugenio Giani. Da Giani il riferimento alla “originalità della Resistenza e della liberazione in Toscana”. Firenze infatti fu sì liberata dagli angloamericani ma “la popolazione civile ebbe un ruolo decisivo accanto alla resistenza”.
Il presidente ha comunque riletto la storia “con lo sguardo rivolto al presente: libertà e tutela dei diritti necessitano di un impegno costante e sono valori su cui ancora oggi occorre innovare la società italiana”.
Alle 10, in Piazza dell’Unità Italiana, Giani ha partecipato con le autorità civili, militari e religiose alla deposizione della corona d’alloro al monumento dei caduti di tutte le guerre. Il corteo si è mosso quindi verso Palazzo Vecchio dove, nel salone dei Cinquecento, sono intervenuti il sindaco, Dario Nardella, e il professor Zeffiro Ciuffoletti.
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