Museo di San Marco, la direttrice: "Nessun cambiamento per il pubblico"

A seguito degli articoli comparsi ieri, 4 agosto, sulle pagine di alcuni quotidiani cittadini, relativi all’eventualità di chiusura del Convento di San Marco per decisione della Dieta provinciale dell’Ordine Domenicano, è doveroso fare alcune precisazioni per evitare spiacevoli equivoci ingenerati nell’opinione pubblica da tali articoli in cui si usano le stesse parole per indicare realtà diverse e si accentua l’equivoco associando al testo fotografie non pertinenti.

Parlare oggi del convento di San Marco non significa, infatti, riferirsi all’ex- convento monumentale di San Marco, diventato Museo Statale dal 1869 e quindi denominato Museo di San Marco, che contiene la parte più antica del complesso architettonico e artisticamente più rilevante con le opere del Beato Angelico, come invece si fa intuire negli articoli. In essi  erroneamente, si confondono e si intrecciano i riferimenti alle vicende odierne della comunità conventuale, con quelli agli spazi, alla storia e alle opere d’arte della realtà museale.

Si precisa che la comunità domenicana è ospitata nella parte più recente dell’antico complesso conventuale, adiacente a quella più antica, oggi Museo, ma da essa distinta fisicamente e giuridicamente.

Rassicurando l’opinione pubblica, è doveroso ricordare che gli spazi e le opere ai quali è legato il nome di San Marco nella storia, fra cui la biblioteca monumentale di Michelozzo e le celle affrescate dall’Angelico, rientrando oggi nel patrimonio pubblico dello Stato italiano, non sono in alcun modo soggetti alle vicende contingenti della comunità domenicana di San Marco e rimarranno come sempre fruibili dal pubblico. 

Fonte: Polo museale fiorentino

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