
Una grande attenzione ed un indiscusso successo hanno caratterizzato le proposte di questa prima edizione di Risonanze Festival, promosso dall'Amministrazione comunale di Montaione con il contributo della Fondazione CRSM e organizzato dall'Associazione Multimedia Produzioni.
Due graziosi ed ironici atti unici di compositori contemporanei, Gian Carlo Menotti e Ermanno Wolf-Ferrari, concludono, marted' 4 agosto ore 21.30 (Piazza Branchi a Montaione), la stagione offrendo uno spaccato significativo di come l'opera, da sempre, si ponga quale osservatore critico e costruttivo dei suoi tempi.
Il telefono or L’amour à trois è un’opera buffa in un atto unico con libretto e musica di Gian Carlo Menotti (1911-2007). Essa fu composta su invito della Ballet Society di New York e fu rappresentata per la prima volta nel 1947 nel Teatro Keckscer della stessa città, con un successo che si protrasse per centinaia di repliche. In essa si ritrovano alcuni caratteri tipici della produzione di Menotti, come la scrittura musicale eclettica, improntata a moduli operistici ottocenteschi e pucciniani, l’immediata comunicabilità della linea melodica e la profonda conoscenza dei meccanismi teatrali.
L’opera è un’elegante satira di uno dei vizi dei nostri tempi, la logorrea telefonica: in essa l’autore accenna con garbo al rischio dell’incomunicabilità nella società contemporanea, senza mai perdere la giocosità e la brillantezza delle premesse.
Il telefono è un vero e proprio personaggio che si esprime con cinguettanti trilli e arpeggi quando può imporsi nel dialogo fra i due, per poi squillare «a colpi ripetuti, come un bambino che invoca soccorso» quando Ben si avvicina per tagliargli i fili. La grande protagonista è Lucy, che si muove fra arie dal sapore stravinskijano, colorature e valzer politonali.
Il povero Ben deve accontentarsi di momenti frammentari: anche la sua dichiarazione d’amore è sopraffatta dall’esuberanza vocale dell’amata e, ovviamente, dalla raccomandazione «non ti scordare del mio numero».
Il segreto di Susanna è forse l’opera che incontrò maggiore fortuna fra quelle scritte da Ermanno Wolf-Ferrari (1876-1948), compositore veneziano di madre italiana e padre tedesco. Fu presentata nel 1909 al Teatro Municipale di Monaco di Baviera, per essere ripresa due anni dopo da Arturo Toscanini al Costanzi (ora Teatro dell’Opera) di Roma. Il dubbio si insinua nel tranquillo ménage dello sposo novello conte Gil quando gli sembra di riconoscere sua moglie nella «figura snella» di una passante.
Rientrato a casa, viene accolto dalle rassicurazioni della consorte: la contessa Susanna, seduta al pianoforte, afferma che non sarebbe mai uscita senza la sua autorizzazione. Gil non sa che, sotto la «mantiglia grigia e cappellino rosa» che ha scorto per strada, c’era proprio la moglie, prontamente rientrata, ma carpisce un nuovo, inconfutabile indizio: l’odore di fumo.
Susanna non fuma e non fuma neanche Sante, il cameriere muto. Roso dalla gelosia, Gil si arrovella intorno alla dolorosa questione: è mai possibile che la sua Susanna lo tradisca con un fumatore seduttore un mese dopo il matrimonio? Forse è solo «fantasia dell’odorato» Gli sposini si chiariscono: lei si dispiace e arrossisce, lui si pente di aver sospettato e i due si adagiano nei ricordi del loro innamoramento. Gil prova a suggellare l’avvenuta riappacificazione con un abbraccio, quando riappare prepotente sulla scena lui, «l’odor fatale, sin nella veste»! Lei ammette: ha un segreto che non intende rivelare, lui si appella alla suocera, icona di retto agire e garante della massima integrità. Poi di nuovo la riappacificazione e l’uscita di Gil, alla volta del circolo degli amici.
Appena sortito il consorte, Susanna chiude bene le finestre e apre le porte al suo segreto: Sante le porge un pacchetto e lei ne estrae una sigaretta. Gil rientra con una scusa, sente l’odore di fumo, cerca un modo per stanare il seduttore, prende per mano la traditrice e si brucia con la sigaretta celata: ecco rivelato il segreto! Il vizio della sua Susanna è un terzo incomodo non così fedifrago, i due si chiariscono e suggellano l’amore ritrovato proprio accendendosi una sigaretta. In fondo, «tutto è fumo a questo mondo».
Protagonisti della serata: per Il Telefono Alessandra Meozzi, Lucy e Carlo Morini, Ben; per Il segreto di Susanna Maria Fratarcangeli, Susanna, Carlo Morini, Conte Gill, Gianluca Sorrentino, il mimo. Regia di Salvatore Ciulla, al pianoforte Laura Pasqualetti. Ingresso 12 euro
- Il segreto di Susanna
- Il telefono
Fonte: Risonanze Festival
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