Alla celebrazione del 71° anniversario dell’eccidio di Crespino, un atto d’inaudita ferocia compiuto il 17 luglio 1944 da militari tedeschi che trucidarono 44 civili inermi, dopo averli prelevati dalle loro case di Crespino e dal vicino paese di Fantino. Ricordiamo quei civili caduti senza colpa alcuna se non quella di credere in un futuro migliore. Sacrificio riconosciuto al Comune di Marradi, insignito nel 1991 della medaglia d’oro al merito civile.
È dunque d’obbligo, rifacendomi al pensiero del Professor Smuraglia “la liberazione e la resistenza devono inserirsi a pieno titolo e per sempre nella coscienza civile del nostro Paese", rievocare ,in questo giorno, le storie di chi ha combattuto per offrirci la possibilità di realizzare quelle promesse di libertà e uguaglianza.
Eroi che oggi abbracciamo simbolicamente a nome di tutta la città di Firenze.
La democrazia non è un regalo che si ottiene una volta per tutte, ma va difesa e riaffermata ogni giorno e Noi, generazioni nate dopo gli eventi che oggi celebriamo , abbiamo un dovere nei confronti di chi, tanti anni fa, a costo del sacrificio estremo della vita, ci ha fatto il dono della libertà. Un dovere che non si ferma al mero ricordo ma che mira alla difesa costante della stessa da coloro che continuamente la minacciano e la mettono in discussione.
Per essere solido un sistema democratico deve saper dare risposte alle sofferenze della popolazione il che significa, nell'Italia di oggi, dare lavoro ai giovani, aiutare i pensionati, sostenere gli artigiani e i piccoli imprenditori piegati dalla crisi. Significa, in poche parole, come ci invita a fare l’articolo 3 della Costituzione, ridurre le diseguaglianze e rimuovere gli ostacoli che impediscono la piena realizzazione della persona.
Noi ricordiamo, nell’anniversario dell’eccidio di Crespino, i tanti che hanno perduto la vita nelle montagne, nelle città, nei campi di sterminio; i civili, come in questo caso, vittime delle stragi nazifasciste; i contadini e le contadine che hanno dato riparo a partigiani, a militari, a prigionieri in fuga; i sacerdoti caduti per difendere dalla barbarie i loro parrocchiani; i tanti antifascisti che avevano già pagato con la prigione e il confino e si unirono alla Resistenza; ricordiamo perché le future generazioni trovino nelle scelte di allora, la forza e il coraggio della partecipazione che è, in definitiva, il vero sale della democrazia.
Questo è il senso ed il valore di queste ricorrenze che, giustamente, non devono essere di celebrazione retorica, ma di ricordo, di memoria e di conoscenza e riflessione al tempo stesso.
La Costituzione, vedete, è l’affermazione scritta di principi fondamentali e irrinunciabili. È la Carta della propria libertà. La Carta per ciascuno di noi della propria dignità d’uomo.
In questa Costituzione, c’è dentro tutta la nostra storia, tutto il nostro passato, tutti i nostri dolori, le nostre sciagure, le nostre glorie: son tutti sfociati qui negli articoli. E a sapere intendere dietro questi articoli, ci si sentono delle voci lontane di Mazzini, Cavour, Cattaneo , Garibaldi , Beccaria.
Grandi voci lontane, grandi nomi lontani. Ma ci sono anche umili nomi, voci recenti. Il sangue di molti come voi, caduti combattendo, fucilati, impiccati, torturati, morti di fame nei campi di concentramento, morti in Russia, morti in Africa, morti per le strade di Milano, per le strade di Firenze e, aggiungo, anche nei delitti di uomini dello Stato, che hanno dato la vita perché la libertà e la giustizia potessero essere scritte su questa Carta. Questa Carta è un testamento, un testamento di centomila morti.
Piero Calamandrei in quel lontano 26 gennaio del ‘55 rivolto ai giovani disse:
“Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati, dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità: andate lì, oh giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione”. Noi eravamo lì a ricordarlo.
Fonte: Comune di Firenze - Ufficio Stampa
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