
In ogni ufficio pubblico c’è, come minimo, una scrivania. A volte tale scrivania non deve servire per appoggiare pratiche, ma bensì per darci due pugni sopra. E’ ciò che avrebbe dovuto fare l’amministrazione comunale di Vinci, nella persona del sindaco Giuseppe Torchia e dell’assessora al sociale Cristina Pezzatini quando resisi conto che, contrariamente a quanto asserito nell’assemblea pubblica del 17 giugno 2015, i “rifugiati” o “clandestini” da ospitare a Vinci capoluogo non erano solo quei sei in via Valsugana, ma bensì altri quindici “ospitati” in via Giovanni XXIII°, in pieno centro storico e sopra delle attività commerciali che vedono proprio in questo periodo un maggior afflusso di turisti.
La scrivania in questione, dove dare due pugni sopra, l’avrebbero dovuta trovare in Prefettura a Firenze dove nessun funzionario si è degnato di avvertire l’amministrazione comunale che vi erano in corso dei contatti “privati” con un’associazione per l’allocazione dei clandestini. Uso il termine clandestini che è quello più adeguato fin quando non sarà, se sarà, riconosciuto loro lo status di rifugiati. La società in questione, la Multicons di Montelupo Fiorentino, è per “merito” del presidente Stefano Mugnaini, già nota all’amministrazione comunale di Vinci per problematiche relative alla gestione dei campi da calcio del comune. Lo stesso Stefano Mugnaini, presidente del Vinci calcio, ha da poco rassegnato le dimissioni e comunque, anch’egli, non ha ritenuto opportuno mettere al corrente l’amministrazione comunale delle “trattative” che stava avendo con la Prefettura di Firenze.
Da entrambe le parti certamente un bel modo di gestire delle emergenze a scapito della comunità e degli stessi clandestini che, a quanto pare, stanno diventando il vero business nel momento di crisi dove il governo “ruba” soldi ai pensionati e nello stesso momento foraggia cooperative, associazioni, società che di onlus hanno ben poco. Sicuramente si verrà accusati di populismo, ma nonostante ciò e quello che si vede giornalmente in televisione, non si può dire che la gestione dei clandestini sia limpida e coerente con quella che viene decantata la solidarietà del governo italiano. Gli scogli di Ventimiglia insegnano.
L’unica solidarietà che si evidenzia è quella soggettiva dei singoli italiani che, nonostante la crisi contingente, riescono a dare supporto ed aiuto agli extracomunitari. Conoscendo la correttezza e l’intelligenza politica dell’assessora Cristina Pezzatini, si gradirebbe che fossero resi pubblici tutti gli estremi (tempi di permanenza, quantificazione delle spese unitarie e di gestione degli immobili) sottoscritte nei vari accordi con le associazioni che gestiscono l’emergenza.
Domenico Sammartino “Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale”
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