
A intervenire sulla 34° Prato Abetone è Silvano Melani, ideatore e deus ex machina della Prato Abetone.
"La Prato Abetone è una corsa che da 34 anni permette di rivivere il sogno dei ciclisti di partire dalla pianura e arrivare in montagna - spiega Melani - sul percorso c'erano più di 100 volontari che hanno preparato i ristori o erano agli incroci per dare sicurezza a tutti. Non possiamo più sopportare queste dispute tra squadre e ciclisti che non hanno capito il senso di questa manifestazione e di altre. Al termine mi hanno ringraziato in tanti perchè con le famiglie hanno passato una giornata bellissima e poi veniamo derisi per degli opportunisti che fanno un gioco sporco ? Non ci sto più e visto che anche chi si è alzato alle 4 del mattino e ha preparato il percorso e l'arrivo è stato preso in giro ora è giusto smettere questo gioco per chi non ha compreso cosa significa fare sport. E' una bruttura perché si pone il dubbio su tutto quello che si fa. Dal motorino, al doping, alla mancanza di lealtà, alla semplice correttezza e anche chi dovrebbe controllare per fare un qualcosa di sacrosanto arriva con una prosopopea che invece di aiutare chi sta dando un servizio lo mette in difficoltà e non lo tratta con il dovuto rispetto.
E' giusto tutto questo? La Prato Abetone è conosciuta in tutto il mondo ed è stata una delle prime manifestazioni di Granfondo ed è amata dai veri ciclisti, dagli appassionati di questo splendida disciplina. Dobbiamo ripartire da chi vuole il bene del ciclismo e non da chi vuole solo vincere, senza seguire le regole, abbiamo un ct azzurro come Davide Cassani che è la persona giusta per dare un segnale. Se non si facessero più corse faremo del male a tutti i ciclisti e al ciclismo.
Con la giuria della gara abbiamo visto foto e video - continua Melani - perchè era giusto approfondire le tante voci che sono uscite anche se non abbiamo ricevuto ricorso scritto da nessuna società o atleta. Creiamo una patente per il ciclista con le gare che ha disputato e i risultati ottenuti e con eventuali segnalazioni. Così chi organizza potrà approfondire e anticipare certe situazioni. Non si può tirare il sasso e nascondere la mano. Noi siamo per l'oggettività e per fare controlli oggettivi. C'è tanta delusione".
A supporto delle parole di Silvano Melani interviene Giampaolo Mancini, giudice della manifestazione, che conferma "Pur non ricevendo reclamo scritto abbiamo ulteriormente verificato le immagini televisive e quelle fotografiche per trovare fatti oggettivi di riscontro - spiega Mancini - possiamo solamente affermare che anche in altre manifestazione il vincitore ha utilizzato lo stesso tipo di bicicletta. A questo punto il risultato rimane confermato".
Fonte: Ufficio Stampa
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