Scarsa sicurezza e stipendi inadeguati rispetto alle mansioni svolte dai lavoratori. Sono questi i motivi che hanno portato all’annuncio dello stato di agitazione nei confronti della AVR Spa, l’azienda romana che conta oltre 300 dipendenti in tutta Italia, a cui è stato affidato l’appalto milionario per la manutenzione della Fi-Pi-LI.
Oggi, lunedì 13 luglio, si è tenuta l’assemblea dei lavoratori alla Camera del Lavoro di Empoli per decidere quali saranno i prossimi passi nei confronti dell’azienda. Erano presenti alcuni dei lavoratori, il delegato RSU dell’AVR Ennio Angeli e Massimiliano Fabozzi della Filcams-CGIL. Nella sede empolese ci sono circa 22 dipendenti, più il personale dirigente.
I lavoratori denunciano soprattutto le condizioni in cui operano: scarsa segnalazione degli interventi in corso e camion che sfrecciano a 90Km/h accanto agli operatori sono solo alcune delle mancanze a cui il sindacato chiede di rispondere in virtù della legge nazionale in materia di sicurezza sui posti di lavoro.
Al centro della vertenza c'è anche l’organizzazione delle mansioni e i rispettivi compensi. La AVR, che dal 2002 è competente per la sicurezza e la viabilità della Fi-Pi-LI, ha deciso nel 2009 di riassorbire i dipendenti della sede empolese con un contratto ‘multiservizi’, meno costoso, ma anche con mansioni limitate rispetto a quello precedentemente utilizzato. Il problema, denuncia la Filcams-Cgil, è che i lavoratori svolgono mansioni maggiori rispetto a quelle previste dal loro livello contrattuale. In ballo c’è circa un 20% in più dello stipendio, cifra che adesso i lavoratori vorrebbero direttamente in busta paga.
La Filcams-Cgil ha avviato da alcuni mesi la contrattazione con l’azienda attraverso quattro incontri, l'ultimo dei quali il 4 giugno, dove è stata presentata anche una bozza per un nuovo contratto. L’azienda si è riservata una risposta entro il 20 giugno che, però, non è arrivata. Il sindacato ha quindi annunciato lo stato di agitazione e si è riservato di organizzare uno sciopero.
Nel frattempo, stando a quanto riferiscono i dipendenti, l'azienda starebbe inasprendo i toni facendo pressioni sui lavoratori con richiami disciplinari e un atteggiamento duro nei loro confronti.
Se fosse accertato che i lavoratori sono effettivamente inquadrabili in un livello contrattuale più remunerativo, considerato che si tratta di un appalto pubblico, entrerebbe nella questione anche la Città Metropolitana, l’ente competente che dovrebbe vigilare sugli appalti.
“Se non avremo risposte dall’azienda – spiega Massimiliano Fabozzi della Filcams-Cgil - andremo a chiederne atto alle istituzioni, in primis alla Città metropolitana che ha il dovere di vigilare sulle aziende che ottengono appalti pubblici e sulle condizioni in cui lavorano i dipendenti”. “Noi vogliamo ciò che è dovuto ai lavoratori – continua – e confidiamo in un accordo a breve con l’azienda”
- (foto gonews.it)
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Giovanni Mennillo
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