
Oltre il 90% di adesione allo sciopero al punto di Sesto Fiorentino: i lavoratori e le lavoratrici di Ikea rispondono così all'agitazione nazionale indetta da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil. Oggi infatti le lavoratrici ed i lavoratori Ikea di tutta Italia sono in sciopero (per la prima volta in Ikea Italia) contro "l'atteggiamento pregiudiziale e di arroganza della Direzione del colosso svedese, che vuole togliere diritti e salario con la disdetta di anni di contrattazione di secondo livello. Un atteggiamento incomprensibile, non motivato da nessun importante calo del fatturato, ma dalla evidente volontà di peggiorare le condizioni delle lavoratrici e di lavoratori, dopo anni di relazioni sindacali positive", dicono i sindacati.
Al punto di Sesto Fiorentino c'è stato un presidio dalle 9 alle 13 con sindacalisti e lavoratori: sono stati distribuiti volantini sulla vertenza e sono arrivati rappresentanti di Rsu di aziende locali (tra cui Esselunga, Unicoop, H&M, studi professionali) a portare la solidarietà. "Oggi si è vista grande determinazione in lavoratori e lavoratrici per far riaprire la trattativa su basi costruttive. Qui a Sesto siamo al secondo sciopero, e da qui parte un forte messaggio: no alla disdetta dell'integrativo, no a colpire salari e diritti", ha detto Massimiliano Bianchi (Filcams Cgil Firenze). La Rsu di Ikea di Sesto Fiorentino ha scritto una lettera al presidente della Regione Enrico Rossi dove lo ringrazia per la solidarietà espressa e gli chiede un impegno a far riaprire la trattativa con Ikea.
Al punto Ikea pisano ci sono stati volantinaggi da parte dei sindacati per spiegare le ragioni dell'agitazione. "Non capiamo il comportamento di Ikea, finora c'era sempre stata collaborazione coi lavoratori, è stato uno dei punti di forza dell'azienda. Ora deve fare un passo indietro", ha spiegato Cinzia Bernardini (Filcams Cgil Toscana).
- Lo sciopero dei lavoratori Ikea a Sesto Fiorentino
- Lo sciopero dei lavoratori Ikea a Sesto Fiorentino
- Sciopero dei lavoratori Ikea a Sesto Fiorentino
IKEA REPLICA AI MANIFESTANTI
Nonostante i toni accesi delle manifestazioni odierne su alcune piazze, IKEA si augura ora che il dialogo con le parti sociali possa ripartire sui binari della trattativa, a cui IKEA non è mai venuta meno, e di un confronto improntato a rispetto e correttezza.
Purtroppo dopo due anni di incontri in cui IKEA ha spiegato al Sindacato quanto il quadro del mercato sia radicalmente cambiato negli ultimi anni, la proposta delle parti sociali per affrontare la difficile congiuntura è stata una piattaforma con richieste di aumenti del 30%, senza una proposta innovativa a supporto della competitività o della creazione di nuovi posti di lavoro.
Malgrado negli ultimi tre anni le perdite di bilancio dovute alla crisi abbiano prodotto un disavanzo di oltre 53 milioni di euro, IKEA ha dato prova di gestire con responsabilità questa congiuntura attraverso una forte spending review interna e senza arrivare ne’ a chiudere punti vendita, ne’ a tagliare la forza lavoro, come invece è purtroppo capitato ad altre realtà del settore, che sono arrivate anche a registrare un calo di oltre il 34% del fatturato. Purtroppo la decisione di indire lo sciopero nazionale è andata nella direzione opposta a quella del dialogo, cui IKEA crede da sempre, come da sempre ha manifestato la volontà di arrivare a un accordo sul Contratto Integrativo.
La volontà di dialogo di IKEA era già ben chiara a maggio 2014, quando l’azienda aveva accettato di prolungare di un anno la durata del Contratto Integrativo, che altrimenti sarebbe andato a naturale scadenza ad agosto 2014. Il CIA di IKEA è sempre stato migliorativo delle condizioni del Contratto Nazionale e fra i migliori del settore. Vogliamo che continui ad esserlo, proprio grazie a 4 proposte presentate ai Sindacati, tutte accumunate dalla necessità di assicurare un futuro solido, equo e sostenibile alla presenza di IKEA in Italia e di poter continuare il piano di espansione attraverso l’apertura di nuovi punti vendita:
1. trattamenti più equi per il lavoro domenicale e festivi, che oggi presentano differenze sia da negozio a negozio, che all’interno dello stesso punto vendita;
2. un sistema di valorizzazione della parte di retribuzione variabile;
3. un innovativo sistema di gestione dei turni;
4. la volontà di migliorare l’attuale sistema di welfare.
Tutto questo per IKEA non significa smantellare i diritti di chi lavora con passione ed entusiasmo. Attraverso la valorizzazione della parte di retribuzione variabile (per la quale IKEA negli anni ha pagato premi importanti) e un sistema partecipativo di gestione dei turni, vogliamo anzi rendere ancora più tangibile l’importanza ed il riconoscimento del contributo di ogni collaboratore, all’interno però di un quadro di sostenibilità ed equità di trattamento. Valori che invece sembrano non interessare ai Sindacati.
Fonte: Ufficio Stampa Cgil Toscana
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