
La notizia della predisposizione di tre container a San Rossore per ospitare i profughi ci lascia sconcertati e amareggiati nel constatare come, ancora una volta, persone fuggite da guerre e dittature e dalla povertà più assoluta si ritrovino ad essere collocati in strutture che al massimo potrebbero risultare idonee a svolgere la funzione di magazzini.
Deludente è il fatto che questo tipo di “accoglienza” (per niente ospitale) sia stata organizzata dalla Prefettura e dalla Croce Rossa senza tenere in alcun conto il minimo rispetto della dignità di queste persone che, dopo essere sopravvissute a viaggi spesso trasformati in tragedia per molti loro parenti o amici, sono costrette a sopravvivere in ambienti malsani e isolati.
I tre container, predisposti per accogliere circa quaranta persone e in ogni caso per il momento vuoti perché destinati a situazioni di massima emergenza, si trovano in uno spazio completamente esposto al sole, senza docce, e in questi giorni la temperatura all’interno ha raggiunto i 46 gradi.
Non vogliamo negare il fatto che nella nostra città manchino le strutture per ospitare profughi, soltanto contestiamo l’inerzia dell’Amministrazione Comunale che non ha mai preso nella dovuta considerazione le segnalazioni di immobili abbandonati e le conseguenti sollecitazioni a renderli disponibili e a norma, parliamo dell’ex Distretto Militare, o della struttura di accoglienza di Via Garibaldi o dell’immobile di Via Zamenhof, soltanto per fare alcuni esempi.
Invitiamo quindi (anche se il caldo e il periodo vacanziero favoriscono distrazioni e allungamento dei tempi) gli Enti di competenza, prima di tutto a prendere una posizione forte e netta di contrarietà nei confronti di questa soluzione che – invece di accogliere – relegherebbe i profughi in un luogo isolato e senza i minimi requisiti igienici, e soprattutto chiediamo che finalmente venga iniziato un percorso di recupero delle strutture abbandonate che, se rimesse a norma, potrebbero fare di Pisa un modello di riferimento in fatto di ospitalità nei confronti dei richiedenti asilo.
ARCI Comitato di Pisa
Fonte: ARCI Comitato di Pisa
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