La regione va fuori dalla recessione prima dell'Italia. La ripresa (+1,2%) nel 2015

La recessione in Toscana nel 2014 sembra essersi arrestata, in anticipo rispetto all'Italia, e la crisi iniziata nel 2008 appare finalmente alle spalle. Ma ancora non si può parlare di ripresa, attesa da tre anni e che arriverà nel 2015, rispetto alla peggior crisi dal dopoguerra in poi. Nell'anno appena trascorso la crescita del Pil toscano è stata infatti sostanzialmente nulla, anche se migliore dell'Italia. Crescita zero contro il -0,4%, dovuta come sempre ai migliori risultati sul fronte dell'export (+4,3%). Il che non è una novità, anche se nel 2014 la contrazione della domanda interna è stata inferiore al ritmo, in discesa, tenuto nei due anni precedenti.

E' quanto emerge dal rapporto annuale sulla situazione economica e sul mercato del lavoro presentato stamani a Sant'Apollonia, a Firenze, da Unioncamere e Irpet, l'istituto di programmazione della Regione.

La regione che tiene meglio
La Toscana si conferma nel 2014 come la regione che ha meglio tenuto rispetto al resto d'Italia. Un dato che non è una novità: fin dal 2008 la Toscana ha infatti subito danni minori dalla crisi, nonostante che le cadute del Pil, dell'occupazione e degli investimenti non possano comunque essere ignorati e debbano destare preoccupazione.

Lo scenario internazionale estremamente incerto di questi giorni rende ovviamente instabili le stime. Più di sempre. Spread e tasso di cambio sono determinanti, sottolineano i ricercatori, più di quanto si possa pensare. Stando alle previsioni dei ricercatori il prodotto interno toscano dovrebbe comunque crescere nel 2015 dell'1,2%, meglio dell'Italia che oggi è prevista al +0,8%, e del 1% nel 2016. E dovrebbe crescere ancora grazie all'export (+5,6%), cui però dovrebbe seguire anche una ripresa della domanda interna e soprattutto dei consumi delle famiglie (+1.1%), che valgono comunque il doppio di tutte le esportazioni.

Posti di lavoro, si arresta l'emorragia: 24mila ancora da recuperare
Torna il segno positivo anche sul fronte dell'occupazione: nel 2014 rispetto al 2013 gli occupati, lavoratori dipendenti e lavoratori autonomi, sono stati 520 in più e sarebbero aumentati, rispetto alle prime rilevazioni dell'Istat, di quasi 7 mila unità nel primo trimestre del 2015. Va detto che ne sono stati persi però 24 mila tra il 2008 e il 2014 e circa 18 mila se il confronto lo si fa con il primo trimestre di quest'anno. Anche se è pur sempre un saldo migliore di altre regioni.

Da notare che, per quanto riguarda i lavoratori dipendenti, il primo trimestre 2015 segno un saldo positivo tra assunti e cessati (+33 mila, il miglior risultato dal 2009) e crescono all'interno i contratti a tempo indeterminato.

Crisi ammortizzata dalla coesione
Inoltre, alta appare la coesione sociale. Gli indicatori dicono infatti che negli ultimi sei anni cassa integrazione, diminuzione degli orari di lavoro e part-time hanno consentito di ammortizzare gli effetti della crisi distribuendoli su un più alto numero di persone. Sono state salvaguardate le posizioni dei soggetti più deboli, è aumentata di meno che altrove la povertà e non è peggiorata la distribuzione dei reddito. Lo attesta anche l'ultimo rapporto della Banca d'Italia.

Il distretto non è morto

Sopravvivono e tengono anche i distretti, un modello dato più volte per morto ma che in Toscana sembrerebbe mantenere una sua vitalità. Rispetto agli anni Settanta molto è cambiato: nei distretti si sono fatte strada imprese leader e talvolta grandi imprese. Ma il clima basato su principi di competizione-cooperazione si è in parte replicato.

Servono nuovi investimenti
Le luci non devono comunque far dimenticare le ombre, avvertono gli esperti. L'occupazione si è contratta, la disoccupazione in sei anni è più che raddoppiata, con punte ancora più preoccupanti per la componente giovanile. Gli investimenti sono crollati, pubblici e privati. E la ripresa, preannunciata, ancora è troppo flebile per recuperare tutti i posti di lavoro persi.

Per creare lavoro occorre tornare ad investire. Nel 2007 gli investimenti erano pari circa a 22 miliardi, cui si era arrivati con una crescita media annua del 2,8%. Oggi ammontano a circa 14 miliardi. Non è bastato neppure che la Toscana abbia speso e centrato per intero gli obiettivi indicati dal ministero per fondi europei a disposizione, unica regione italiana assieme all'Emilia Romagna, tra quelle a statuto ordinario e del centro-nord, ad averlo fatto all 31 maggio per Fesr e Fse (ovvero fondo sviluppo regionale e fondo sociale).

500 mila euro l'anno e 50 mila occupati in più tra dieci anni

Se la Toscana recuperasse il passo che aveva, solo nel 2031 si tornerebbe a quei livelli di investimento. Con 500 milioni in più ogni anno - e dunque un ritmo più sostenuto, almeno fino al 2020 - i tempi per ritornare alla situazione precrisi si accorcerebbero di otto anni e dunque il 2023. E nel 2025 si potrebbero avere 50 mila occupati in più.

Se la Toscana centrale esce inoltre tutto sommato bene dalla crisi, a soffrire è soprattutto la costa. La crisi ha accentuato le disparità territoriali, in Italia come in Toscana. Da qui la scelta della Regione di concentrare proprio sulla costa numerosi dei nuovi investimenti, dalla darsena Europa alla Tirrenica o gli interventi su Piombino, per risolvere almeno parte di tali disparità.

Rapporto sull'economia in Toscana, chi cresce e chi arretra

Cresce l'export: +4,4%, dal 2008 il 25 per cento in valore in più e dunque meglio della Germania. Cresce assai più delle importazioni (+1,8%). E migliora dunque la bilancia commerciale toscana. Si attenuano le difficoltà sul fronte dell'accesso al credito e poiché il denaro costa di meno di un tempo, ci guadagnano le imprese: 90 milioni il risparmio stimato nel 2014 per le società di capitali. Crescono nel 2014 anche i consumi delle famiglie (+0,7%), ma la domanda interna toscana cala: per gli investimenti pubblici e privati in diminuzione (-3%) ma che potrebbero tornare a crescere nel 2016 e per i consumi della pubblica amministrazione (-1%), sottoposta alla cura dimagrante della spending review e con minori risorse a disposizione.

Sono alcuni dei numeri del rapporto annuale sulla situazione economica toscana presentato da Irpet e Unioncamere.

Consumi interni in leggera ripresa
Se gli investimenti e la spesa pubblica è in calo, sono tornati a crescere i consumi dei cittadini (+0,7%): un po' per la spesa dei residenti e un po' per quella dei turisti, dove ad aumentare nel 2014 sono stati più quelli italiani (+2,5%) che quelli stranieri (+0,1%). Nella ripresa dei consumi interni ha avuto un peso anche la riduzione dei prezzi, determinata dal calo dei beni energetici. Questo è stato di sollievo per i bilanci delle famiglie, ma anche per quelli delle imprese consentendo alle aziende di ricostruire in parte i margini di profitto con una leggere crescita (+0,4%) del valore aggiunto con l'unica eccezione di agricoltura e costruzioni.

Produzione in calo, ma cresce la farmaceutica
La produzione di beni e servizi continua invece a flettere (-1,3%), anche se su ritmi meno accentuati che in passato. Si contrae il fatturato dell'edilizia (-6,5%), che più sembra aver patito quella che tutti definiscono la peggiore crisi dal dopoguerra: mancano le commesse.

Cresce nell'industria la farmaceutica e continuano a far registrare performance sostenute le imprese dei comparti ad elevato contenuto tecnologico. Segnali di tenuta arrivano dall'industria meccanica e dall'elettronica, mentre ancora pesante è la flessione del sistema-casa.

Tornano a crescere anche le imprese
I fatturati aziendali sono rimasti nel complesso nel 2014 stabili sui valori dell'anno precedente. Arretra ancora il fatturato delle imprese artigiane (-4,2%), che diminuiscono. Tra quelle chiuse e quelle aperte il saldo è negativo per 1031 unità. Nel complesso le imprese toscane prese nella loro totalità però crescono: + 0,6%, con la maggior crescita (+1,3%) nel terziario e le maggiori perdite nell'agricoltura (-603 unità) e edilizia (-699). Con le imprese più giovani che si confermano le più dinamiche.

Guardando verso fine anno
Mentre si presentano i risultati del 2014, gli occhi sono comunque tutti puntati sul 2015 e su quello che potranno essere i risultati per l'anno in corso.

Se il fattore trainante della ripresa prevista per il 2015 sarà ancora il mercato internazionale - per i vantaggi, dicono gli esperti, offerti anche dall'indebolimento dell'euro – un contributo positivo sembra che potrà venire proprio dalla domanda interna, ribaltando uno scenario che oramai durava da troppi anni. Si prevede che aumenteranno ancora i consumi individuali (+1,1%), per la crescita del reddito disponibile e la frenata dei prezzi. E terranno gli investimenti, che nel 2016 potrebbero tornare ad aumentare.

Rapporto Irpet. Dichiarazione Giovan Battista Donati, Presidente Confartigianato Imprese Toscana

I dati presentati oggi dall’Irpet non ci sorprendono ma confermano invece una sensazione che da tempo si stava diffondendo nel nostro mondo; certo è ancora presto per cantare vittoria e siamo convinti che ci sarà da lavorare molto per recuperare il terreno perduto in questi anni.

Il rapporto evidenzia anche una miglior tenuta della nostra regione e siamo certi che questo dipenda dal tessuto straordinario costituito nella nostra terra da piccole e medie imprese.

Adesso ancora più fiduciosi guardiamo al futuro e valuteremo con puntualità gli organi preposti a far funzionare la regione, Giunta e Consiglio appena insediati.

A loro spetta il compito di far correre la Toscana e di ridurre al minimo i lacci della burocrazia e delle procedure che rischiano di compromettere questa seppur tenue ripresa.

Per quanto ci riguarda siamo pronti a raccogliere la sfida e fare tutto ciò che è nelle nostre facoltà.

Cerza a Rossi: alleati sulla strada per la Germania !

“Al Presidente della Regione Rossi che indica nel modello tedesco la strada per la ripresa diciamo, con entusiasmo, che noi ci siamo e ci siamo da tempo !”

E’ la risposta, convinta, del Segretario generale della Cisl Toscana, Riccardo Cerza, all’intervento del Governatore della Toscana durante la presentazione dei dati Irpet di questa mattina.

“Mi ha fatto piacere –dice Cerza- sentire il Presidente usare parole che suonavano familiari alle mie orecchie e affrontare temi che fino a non tanti anni fa in Italia, in campo sindacale, erano patrimonio quasi soltanto della Cisl. Vado ripetendo da tempo che la priorità per la Toscana è l’innalzamento della produttività del sistema. Per questo, accanto ai ben noti interventi sul ‘contesto’, dalle infrastrutture da potenziare alla burocrazia da ridurre, è necessario un nuovo sistema di relazioni industriali partecipativo, che renda più protagonisti i lavoratori.”

“Solo con un cambio di paradigma, che superi la logica dicotomica e conflittuale del secolo scorso verso la partecipazione e la responsabilizzazione, sarà possibile rivitalizzare la nostra industria, portare la Toscana nel XXI secolo e fondare un nuovo Umanesimo del lavoro. Su questa strada il Presidente Rossi non potrebbe avere alleato più convinto di noi.”

Eugenio Giani: "Toscana tra le regioni con più stabilità"

"L'Irpet tradizionalmente è un istituto di ricerca che offre dati con la dovuta ponderatezza. I vari indicatori dimostrano innanzitutto che la Toscana si pone sicuramente fra le regioni che hanno dati decisamente migliori in termini di stabilità, rispetto alla media nazionale". Lo ha detto il presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani, a margine del rapporto annuale sulla situazione economica toscana presentato oggi a Firenze da Irpet e Unioncamere. La Toscana, ha sottolineato, è una regione "che vede crescere le esportazioni, che vede attenuarsi il calo della domanda interna, che vede sostanzialmente una situazione economica migliore che nelle altre regioni. Possiamo dire con un cauto ottimismo che la situazione di crisi, che dal 2008 al 2014 ha creato un lungo ciclo di caduta degli indicatori economici, trova oggi una stabilizzazione e una concreta speranza per una ripresa effettiva nei prossimi mesi".

Unioncamere: "Previsioni 2015 buone ma bisogna mantenere la cautela"

"Il 2014 si chiude con un Pil regionale 'a crescita zero': la caduta registrata negli ultimi anni si è arrestata, e la Toscana si conferma in grado di limitare i danni, rispetto all'Italia, di una lunga crisi" ma "le previsioni di crescita per il 2015, sebbene giustificate da un contesto esterno certamente più favorevole, devono dunque essere accolte con molta cautela". Lo afferma il presidente Unioncamere Toscana Andrea Sereni, commentando i dati del rapporto annuale sulla situazione economica regionale, presentato oggi a Firenze da Irpet e Unioncamere. Il rapporto stima una crescita del Pil toscano nel 2015 dell'1,2%.

Secondo Sereni "dobbiamo comunque registrare, negli ultimi mesi, un graduale miglioramento del 'clima di fiducia' delle imprese, e non possiamo non rilevare una certa attenuazione delle difficoltà registrate anche sul fronte dell'accesso al credito e della gestione della liquidità. Le indagini realizzate da Unioncamere Toscana consentono di tratteggiare un atteggiamento degli imprenditori che adesso appare in effetti meno rassegnato, determinando anche il ritorno ad una maggiore propensione ad investire". Sereni sottolinea che "il sistema delle Camere di commercio è da sempre attento alle esigenze delle imprese e non mancherà di raccogliere questi segnali, rafforzando i propri servizi a sostegno dei nuovi imprenditori e semplificando le modalità di interlocuzione. Il mio auspicio è quindi che la riforma che attende le nostre Camere consenta di delineare una versione 2.0 del nostro sistema, certamente più moderna e snella, ma al tempo stesso più forte ed in grado di interpretare al meglio le necessità delle imprese".

Contro disoccupazione più investimenti. Rossi: "Necessario trovare punto di compromesso con Europa"

L'Irpet lo dice chiaramente. Per ricreare nuovi posti di lavoro e far crescere l'economia a ritmi più sostenuti servono più investimenti: 500 milioni in più ogni anno tra pubblico e privato, oltre alle risorse già garantite dall'attuale trend, un piano di almeno cinque anni, sarebbero necessari per creare da qui al 2025 cinquantamila nuovi posti di lavoro.

"Possiamo intensificare l'attività di attrazione degli investimenti condotta dalla Regione e che già ha invertito il trend. Dobbiamo farlo meglio e continuare a farlo – sottolinea il presidente della Toscana Enrico Rossi intervenendo al termine del rapporto annuale sull'economia toscana -: Servono l'infrastrutture (e cita gli accordi già fatti per Livorno, Piombino e le autostrade ndr) ma serve anche un'Europa che tenga conto, anche con politiche keynesiane, che la ripresa va aiutata e che occorre trovare un punto di equilibrio tra la tenuta del debito e il non soffocare con le politiche di austerity e l 'ordoliberismo bavarese le politiche di ripresa".

Lo si può fare, secondo il presidente, liberando ad esempio dal patto di stabilità la quota di compartecipazione regionale ai fondi europei. "In questo modo la Regione potrebbe già investire 100 milioni in più, capaci di attivare a loro volta altri investimenti".

Rossi parla poi della formazione. "La riforma - ricorda - l'abbiamo già scritta. Il nuovo lavoro si crea dalla scuole e dobbiamo formare tecnici e personale qualificato rispetto alle necessità delle aziende. Non vedo uno scandalo se anche in questo assomigliamo un po' più ai tedeschi". Quanti ai servizi, il presidente della Toscana Enrico Rossi conferma l'intenzione di dar presto vita ad un'agenzia regionale del lavoro, che potrà essere il tramite tra i bisogni delle aziende e il mondo della scuola. Se poi, con l'entrata in vigore tra qualche anno della nuova Costituzione, la delega diventerà statale, se ne ragionerà a tempo debito.

"I lavoratori partecipino alla gestione delle aziende". Rossi propone nuovo modello di relazioni

Il presidente della Toscana Enrico Rossi lo ripete più volte. La Toscana ha bisogno di un modello di relazioni sindacali più avanzato "dove i lavoratori compartecipino alla gestione dell'azienda". Un "modello alla tedesca", che di fatto espliciti quella "diversità che la Toscana ha nel proprio dna: un modello di eticità ed equità che può evolvere in un modello appunto di compartecipazione".

La sottolineatura del presidente arriva nel corso della presentazione stamani a Firenze del rapporto dell'Irpet e di Unioncamere sull'economia e il mercato del lavoro. "La Toscana ha tenuto ed è in piedi – dice -. Non si è piegata ed ha accettata la sfida della globalizzazione e della competitività. La Toscana emerge anche per la sua coesione sociale, per quella responsabilità dimostrata dalla gran parte di piccoli e medi imprenditori che hanno preferito indebitarsi e investire per conquistare nuovi mercati e dare fiato alla ripresa, anziché abbandonare lo sforzo produttivo e rifugiarsi nella rendita o nella speculazione finanziaria. La Toscana emerge per chi in fabbrica non si è sottratto ai sacrifici e dove si sono alzati i ritmi di lavoro, ma che sarebbe riduttivo leggere solo come sfruttamento. La Regione è con gli uni e gli altri, ambedue protagonisti della tenuta e della ripresa". "C'è in quei lavoratori una partecipazione nei fatti allo sforzo di gestione – sottolinea Rossi – e per questo serve un nuovo modello, introducendo un livello di dialogo che porti a superare il conflitto. Lo proporrò ai sindacati".

Serve nel privato, ma anche nel pubblica amministrazione a parere di Rossi e cita al riguardo la riforma in sanità portata avanti dalla Toscana. "Per capire come alleggerire la spesa dei 300 milioni tagliati dal governo e non pesare con nuove tasse sui cittadini – dice - ci rivolgeremo ai produttori di salute. Loro dovranno suggerirci come".

Fonte: Regione Toscana

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