L’esperienza di "Mugello nel cuore" in una tesi di laurea in medicina

Università di Firenze

Recentemente si è laureato alla Scuola di scienze della salute umana, nel Corso di Medicina e Chirurgia dell’Università di Firenze, lo studente Giulio De Cristofaro con una tesi dal titolo: «Dalla richiesta della popolazione alla gestione della cura: "Mugello nel Cuore", un modello organizzativo in una realtà extraurbana», discussa con il professor Luigi Padeletti e con il dottor Fabrizio Bandini che di quell’esperienza realizzata intorno all’ospedale di Borgo San Lorenzo è stato l’animatore.
Più di 100 pagine, 5 capitoli più introduzione e conclusioni, che raccontano per la prima volta in modo sistematico la genesi, le caratteristiche e i risultati di questa esperienza, partendo dai dati sulla popolazione over 65 e over 85 in Mugello e dai raffronti epidemiologici locali e nazionali sulle patologie cardiovascolari, lo scompenso cardiaco, le ischemie.

Le patologie cardiovascolari nel Mugello sono la prima causa di mortalità, determinando il 37% dei decessi, e la prima causa di ospedalizzazione con il 27,5% dei ricoveri, spiega la tesi di laurea. Di esse si occupano in questa zona "una struttura ospedaliera di primo livello con al suo interno un reparto di Cardiologia che conta sulla presenza di 5 specialisti, una struttura cardiologica privata accreditata e 60 medici di medicina generale", oltre al servizio di assistenza infermieristica domiciliare attivo tutti i giorni della settimana.
La tesi evidenzia come la mancanza di coordinamento fra l’ospedale e il territorio generi una “solitudine assistenziale” e sia la maggiore responsabile anche dell’"allungamento dei tempi delle liste di attesa per le visite cardiologiche che nel 2007 aveva raggiunto e superato i 100 giorni dal momento della prenotazione”. Non per carenza di personale o di strutture adeguate, ma per «un numero elevato di richieste di visite specialistiche inappropriate». La metà delle richieste, infatti, rivelava un'analisi retrospettiva dei dati, era non necessaria, ingolfava il sistema senza soddisfare il bisogno di salute della cittadinanza, fino a portare ad una emorragia di pazienti che, dalle zone di confine, emigravano per farsi curare in Emilia.

Con il progetto “Mugello nel Cuore” alla fine del 2008 le cose hanno cominciato a cambiare.
Le agende del Cup per la prenotazione di visite specialistiche, sono state innanzitutto riservate ai residenti. C’è stata una fortissima sensibilizzazione dei medici di famiglia e si è ricercato il loro coinvolgimento con gli specialisti e le strutture ospedaliere attraverso una costante relazione diretta.
Due i punti centrali del progetto: in primo luogo la presa di responsabilità completa di ogni singolo paziente il quale sale sul treno con un solo biglietto (richiesta di consulenza) e non scende più fino a che non è arrivato a destinazione (a conclusione dell’iter diagnostico terapeutico). La risposta specialistica, inoltre, è organizzata per codici di priorità e di complessità clinica, che determinano non solo la tempistica con cui la risposta viene erogata, ma anche il tipo/livello di approfondimenti clinico-strumentali che verranno effettuati, la struttura e le modalità di erogazione, che variano in base all’opportunità ed alle condizioni del paziente, per sfruttare al massimo le risorse disponibili. Nei casi più semplici, ad esempio, gli Ecg vengono eseguiti in più ambulatori sparsi nel territorio (ad accesso libero), ed il cardiologo ospedaliero li riceve e referta in giornata per via telematica.
È stato inoltre attivato un servizio di consulenza cardiologica telefonica, fruibile ogni giorno dalle 8 alle 20, per i dubbi ed i casi più urgenti per i quali è stato accelerato l’avvio dell’iter clinico. Questo canale di relazione diretta fra specialisti e medici di famiglia ha trovato anche il notevole apprezzamento dei pazienti e dei famigliari. Inoltre l’introduzione della consulenza cardiologica, una prestazione che integra in un'unica seduta di almeno un’ora visita, Ecg ed Ecocardiogramma color doppler, più altri eventuali esami di primo livello, ritenuti necessari, ha deframmentato il percorso del paziente.

Diversi sono stati gli interventi per stringere la collaborazione con i medici di medicina generale ed incrementare il grado di appropriatezza della domanda specialistica: riunioni di aggiornamento, stesura e diffusione di un documento di sintesi sulle indicazioni al ricorso alla valutazione cardiologica ed anche un corso residenziale di elettrocardiografia, per una prima lettura del tracciato. Molto importante è stato anche il coinvolgimento dell’unica struttura privata convenzionata di diagnostica cardiologica presente nel Mugello affinché adottasse le stesse modalità impiegate dal pubblico integrandosi completamente con esso.
L’analisi dei dati registrati dopo l’avvio del progetto ha mostrato che sono stati raggiunti importanti risultati. L’appropriatezza delle richieste, innanzitutto, è aumentata, passando in pochi mesi dal 50 all’80%. Le prenotazioni effettuate tramite Cup, nello stesso tempo, si sono ridotte del 30%, e con esse anche i relativi tempi di attesa, con grande soddisfazione da parte dei pazienti, senza che si verificassero abusi del ricorso al fast-track, che per i primi due anni si è stabilizzato intorno alle 35 richieste al mese per poi dimezzarsi negli anni successivi. Attualmente la latenza media annuale per consulenze ritenute programmabili non supera i 30 giorni. Dall’avvio del progetto, inoltre, in Mugello è ridotto il tasso di ospedalizzazione per infarto nei pazienti portatori di cardiopatia ischemica(dal 10,9% al 6,7%) ed è aumentata l’adesione alla terapia con beta bloccanti (dal 38,8% al 51,6% dei pazienti), quando analoghi miglioramenti non si verificavano, nello stesso periodo, in popolazioni di controllo, simili dal punto di vista socio-demografico.
L’architettura del modello sperimentato in Mugello è stata poi sviluppata dalla direzione aziendale anche in area metropolitana.

Fonte: Azienda Sanitaria Firenze

Tutte le notizie di Firenze

<< Indietro
torna a inizio pagina