Teatro di Cascina, non c'è l'accordo con i sindacati. Betti: "Avanti con il Piano di revisione della spesa"

Il teatro di Cascina

Il teatro di Cascina può tornare a pensare al futuro. La trattativa con le organizzazioni sindacali si è chiusa senza un accordo, ma l’esito negativo non impedisce l’attuazione di un Piano di revisione della spesa che punta a mettere in sicurezza i conti della Fondazione teatrali per i prossimi anni.

Per oltre sei mesi ci siamo trovati di fronte a una completa indisponibilità di sindacati e lavoratori a una revisione della spesa condivisa. A dicembre i lavoratori si erano detti disponibili a fare la propria parte e in questi mesi il Consiglio di amministrazione ha quindi presentato un Piano senza licenziamenti, che avrebbe comportato riduzioni stipendiali inferiori al 10%. Non c’è stata nessuna apertura alla discussione su questo fronte e, dopo oltre sei mesi di confronto, la dirigenza del teatro si è assunta la responsabilità di andare verso un piano di risanamento non condiviso, ma necessario. Non c’è stata la percezione della serietà della partita aperta per il futuro del teatro, ma in tutta la vicenda è importante restare ai fatti.

I sindacati ci accusano di voler investire sulla parte artistica? È vero e non può essere altrimenti. Le risorse economiche assegnate da Ministero e Regione dipendono dalla qualità e dai numeri della parte artistica.

I sindacati ci accusano di voler licenziare nove dipendenti? Non è vero. Il Piano prevede il taglio della direzione tecnica e l’esternalizzazione del servizio di pulizia.

I tagli riguardano solo i lavoratori? Non è vero. Attraverso il tempo abbiamo portato avanti un’operazione rigorosa di revisione della spesa in tutti i settori e le stesse consulenze indicate come "spreco" dai sindacati consentono risparmi. Il punto è che una struttura come quella del teatro di Cascina non può proseguire la propria attività con una voce “Personale” che vale quasi il 60% del bilancio. Per ridurla e difendere tutti i posti di lavoro abbiamo proposto una riuzione stipendiale per chi lavora a tempo indeterminato per la Fondazione, rivedendo le condizioni tra due anni. La risposta è stata negativa.

C’è un rifiuto del CdA di presentare domanda per la Cassa Integrazione? Secondo il parere dei nostri legali la Cassa Integrazione non è applicabile al teatro di Cascina. Lo strumento viene utilizzato da aziende in crisi produttiva (e non è questo il caso del nostro teatro) e impedirebbe tutte le assunzioni a termine che consentono di portare avanti le attività. Va anche detto che i sindacati che hanno avanzato la proposta di Cassa integrazione il 29 maggio ammettono di non averla ancora verificata. I tempi biblici talvolta si devono armonizzare con quelli dei bilanci.

 

Michelangelo Betti

(Fondazione Sipario Toscana Onlus - Presidente CdA)

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