
Martedì 16 giugno, in occasione di Pitti Uomo #88, torna a Villa Favard il Polimoda Show, l’appuntamento con i migliori talenti emergenti del Fashion Design diplomati a Polimoda nel 2015.
Alle 18, e in replica alle 20, sfilano le venti migliori collezioni ideate, progettate e realizzate dagli allievi dell’ultimo anno del celebre corso per designer di moda, guidato dal belga Patrick De Muynck e frequentato ogni anno da oltre ottanta giovani da tutto il mondo presso l’istituto fiorentino.
Venti collezioni e altrettante individualità: otto outfit ciascuna, frutto finale di un percorso durato tre anni alla ricerca della propria identità creativa e modalità espressiva e, finalmente, biglietto da visita per presentarsi, farsi conoscere e inserirsi nel mondo della moda.
Un’occasione unica per i giovani designer per mostrare il proprio lavoro e anche per gli addetti ai lavori alla ricerca di talenti emergenti. L’evento è rivolto a rappresentanti di aziende, buyer, designer, head-hunter, giornalisti e fashion blogger - costituendo per i giovani un importante trampolino di lancio verso il mondo del lavoro e l’Olimpo della Moda.
“Siamo i primi a credere nel talento dei nostri designer - spiega Patrick De Muynck, Head of Design Department di Polimoda dal 2008 - Li abbiamo visti crescere professionalmente e, nel corso di questi anni, abbiamo condiviso con loro conquiste e sconfitte, frustrazioni e traguardi, abbiamo cercato di trasmettergli background e competenze del settore e li abbiamo accompagnati nella loro maturazione personale e professionale.
Adesso che sono pronti è nostro compito aiutarli ad emergere e dare ai più meritevoli di loro l’opportunità di presentare il proprio lavoro.”
In passerella nel suggestivo scenario di Villa Favard, sede dell’istituto, undici collezioni donna e nove collezioni uomo e otto diverse nazionalità: i migliori designer del 2015 vengono da Italia, Russia, Corea, Austria, Spagna, Portogallo, Grecia e Turchia.
Apre la sfilata Marina Galiatsatou con Alone, Together: una collezione ispirata all’idea di coesistenza e contrapposizione, formata da capi classici rivisitati e destrutturati quasi a concepire vere e proprie architetture e sottolineata dalla presenza di due pezzi dello stesso capo che prendono direzioni diverse.
L’austriaco Hannes Wandaller presenta Du Bist, Ich Bin, che ha tratto ispirazione dal fenomeno del bullismo, in una collezione composta da giacche decostruite e T-shirt drappeggiate che richiamano i colori tipici dei lividi e silhouette che ricordano strappi e deformazioni di una lotta.
Totem di Armando Punzetto vuole essere pura sperimentazione, con tagli minimalisti e silhouette dalla forma pura, enfatizzata dall’uso di materiali hi-tech e dalla tecnica dello stencil, per esaltare il corpo femminile. Samira Yusifova in Tension Adorned sviluppa un trattamento tessile sperimentale, con jeans laminato con di foglie di lattuga come metafora di freschezza, abbinato a mosaici sgargianti fatti di velluto crespato in una rivisitazione del Pourpoint e del Paysley.
I capi in nylon plastificato e il colore bianco di Puritatem, della campana Daria D’Ambrosio, evocano i concetti di sacrificio e purificazione ispirandosi alla storia della monaca di clausura statunitense Charlotte Wells.
Il napoletano Alessandro Trincone in Kings and Queers si immedesima nella figura di Pulcinella, incompreso e deriso per il modo di vestire, in una collezione uomo dai capi armonici e ricchi di ornamenti floreali, che mantengono un tocco maschile grazie ai tessuti sartoriali. Ís di Alice Saltarelli sfoggia abiti dai colori delicati ma brillanti, con stampe e materiali tecnici che rimandano al viaggio e all’esplorazione, ispirandosi a Viaggio al centro della Terra di Verne.
La collezione Self Preservation di Elisa Di Leo è incentrata sull’antagonismo tra carnefice e salvatore, in una rivisitazione del grembiule del macellaio rielaborato nei tagli e nei materiali, in contrasto con l’idea di salvagente evocata dalla salpa. Cecilia Sertori con Dethroned God racconta la percezione della realtà vissuta attraverso lo schermo: ramificazioni di vene e cavi, pelli martoriate e forti contrasti sul rosso e nero narrano una realtà univoca che non esiste.
Mr. Sandman di Sofia Roccuzzo appare come un sogno psichedelico, in un vortice originato da colori pastello e pop, motivi floreali e geometrici, materiali consistenti e semitrasparenti, in un mix innovativo tra silhouette maschile e femminile per un gentleman supereroe.
Vanity of Vanities: All is vanity: la citazione da l’Ecclesiaste è il punto di partenza della collezione di Ksenia Novakovskaia in un tributo alle sue origini ebraiche, tra forme elementari che riflettono il concetto di ciclicità del mondo, grandi volumi frontali e pieghettature che richiamano l’abito bianco cerimoniale del Bat-Mitzvah.
I capi della collezione di Utku Serkan Zengin, I Wonder as I Wander, rappresentano il patrimonio culturale della nativa Turchia rivisitati a fruizione di un uomo creativo e moderno, tra colori della natura e paesaggio urbano, forme organiche e strutturate. Fade Memoria di Min Yu Park si ispira a capi e danze buddisti, con colori neutri e capi “fantasma” che evocano l’evanescenza della memoria.
L’ispirazione di Violante Toscani per Women I Wanna Be è la giovane donna della buona società degli anni ’70, in un mondo fatto di viaggi e lunghe pellicce, moquette e champagne, integrata con rielaborazioni di parti del proprio volto in una ricerca introspettiva della propria identità di ventunenne. Jònsi & Alex di Ambra Inghilleri è un racconto di crinoline, cambiamenti, volumi e stereotipi, ispirato alla coppia gay che dà il nome alla collezione e alle deformazioni e segni che i loro movimenti avrebbero impresso sui capi, colorati a mano dalla designer.
Gli abiti di Benedetta Bianchini in Via dell’Apparita prendono ispirazione dalle strutturate silhouette di inizio 900 e dalla cittadina natia di Pienza, elevata a città ideale: una collezione incentrata sull’equilibrio tra uomo e natura per una donna che cerca l’armonia perfetta.
La collezione del madrileno Pio Boserman Son Tus Ojos Estrellas evoca il Marocco attraverso la decostruzione e la reinterpretazione degli abiti maschili marocchini, di cui riprende i colori dipinti a mano sui capi. Leonor De Assis Ferreira, portoghese, per Of Flappers and Philosophers parte dal mondo del galateo di Scott Fitzgerald e Evelyn Waughn, in contrapposizione con quello di una ragazza moderna che ignora le regole, per un mix di surrealismo e caos tra camicie tradizionali e pantaloni classici aperti e dipinti a mano, gonne con le frange e antichi panciotti.
Ode to a Nightingale di Matilde Gennari si ispira al film Bright Stars sulla vita di John Keats: attraverso la figura di un cacciatore poeta, la collezione accosta l’abbigliamento tecnico della caccia alla raffinatezza del ricamo in oro, nero e verde. Chiude la carrellata di giovani promesse del fashion design la collezione Of Zero Gravity di Anzhelika Balaeva: un fresco look retro-futuristico ispirato al film Solaris, che abbina texture dall’aspetto metallico, plastiche trasparenti e parossismo del design a dettagli familiari e domestici e della tradizione artigianale russa.
Un’anteprima sullo scenario internazionale della moda di domani, tramessa in live streaming sul sito www.polimoda.com e in esclusiva su www.notjustalabel.com grazie alla speciale partnership con Not Just a Label (NJAL) - piattaforma leader nel mondo dedicata ai giovani talenti indipendenti della moda.
Fonte: Polimoda - Ufficio Stampa
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