Gli Studenti di Sinistra sfiduciano il Rettore uscente

La Facoltà di Lettere a Firenze

Gli Studenti di Sinistra sfiduciano il Rettore (uscente) dell’Università di Firenze, prof. Alberto Tesi. Lo fanno con una mozione di sfiducia depositata lo scorso 29 maggio. Il Senato Accademico si esprimerà oggi 10 giugno.

I FATTI

- LE ELEZIONI STUDENTESCHE: LA PRESENTAZIONE DELLE LISTE

Ogni 2 anni sono indette le elezioni studentesche per il rinnovo della rappresentanza negli organi UniFI. Sotto nostra forte spinta, quest’anno siamo passati da elezioni cartacee con urne e matite fisiche a elezioni telematiche con computer in cabina e schede a schermo. Anche la parte precedente al voto elettronico (quella di presentazione delle liste) è stata dematerializzata, nel tentativo di agevolare il processo. Si presentano alla tornata 31 liste studentesche.

- I PRESUNTI MALFUNZIONAMENTI: PROROGA DI PRESENTAZIONE DELLE LISTE

Alcuni giorni dopo la scadenza di presentazione, i delegati di due liste non presentate chiedono alla Commissione Elettorale Centrale (CEC) l’ammissione fuori tempo massimo delle proprie liste, lamentando presunti malfunzionamenti dell’applicativo e delle reti (lista 1 pagine 1 e 2, lista 2 pagina 1). La CEC, senza verificare, accoglie la ricostruzione soggettiva di quei delegati e propone al Rettore di prorogare la consegna delle liste.

Essendo assente il rettore Tesi spetta al prorettore vicario Poggi assumerne le funzioni. Poggi, anche lui senza verificare, fa propria la proposta della CEC e riapre i termini sia per gli organi centrali (in suo potere) che per gli organi periferici (non in suo potere, avrebbero dovuto riaprirli i Presidenti delle 10 Scuole). I termini infine sono riaperti per tutte le liste tranne che per quelle già consegnate, paradossalmente penalizzando chi avesse rispettato i tempi e favorendo quelle ritardatarie.

- LA VIOLAZIONE DELLA PAR CONDICIO: LISTE IMPRESENTABILI I delegati di 18 liste fanno ricorso alla CEC contro il decreto Poggi (ricorso 1 e 1 bis). La CEC risponde che l’imparzialità è tutelata e che rientrava nei poteri del vicerettore Poggi riaprire i termini anche per gli organi periferici. I rappresentanti degli Studenti di Sinistra negli organi centrali allora avanzano al Comitato Tecnico Amministrativo (CTA) un reclamo avverso il decreto Poggi. Il CTA sconfessa la CEC e ritiene che la par condicio sia stata violata nel riconoscere la riapertura dei termini solo a favore di alcune liste e che la competenza per la riapertura fosse dei Presidenti delle Scuole. A questo punto si sarebbe dovuta ripristinare la situazione originaria con l’ammissione delle sole liste “puntuali” (come del resto prescriveva in grassetto il decreto di indizione: «a pena di esclusione dalla competizione elettorale»).

- ULTERIORE PROROGA «PRO FORMA»: SALVARE LA FACCIA NONOSTANTE LA PROVA DI BROGLI

A fronte del parere del CTA, il rettore Tesi convoca i rappresentanti degli Studenti di Sinistra. Nel frattempo, alcuni delegati del ricorso alla CEC hanno ottenuto i log (registri elettronici) da cui si evince che i delegati delle liste “ritardatarie” hanno dichiarato il falso (log lista 1 e log lista 2) e lo comunicano ai rappresentanti degli Studenti di Sinistra.

Questi ultimi denunciano i brogli al Rettore che però non se ne interessa, decide di escludere le liste “ritardatarie” dagli organi periferici (per cui non sono mai emersi problemi) e di riaprire i termini per la presentazione delle liste negli organi centrali anche a chi non ne ha avuto occasione, intendendo garantire «pro forma» (cit. Tesi) il principio della par condicio. Comunica inoltre che se gli studenti fossero insorti contro la sua decisione «sarebbe stato costretto a rinviare le elezioni» a novembre.

I ricorrenti hanno quindi desistito a proseguire sulla strada dei ricorsi per non rischiare di lasciare senza rappresentanti gli studenti nel periodo compreso tra maggio (scadenza naturale del mandato degli attuali rappresentanti) e novembre (ipotetica data per le nuove elezioni) e per non rischiare di far crescere un senso di disillusione tra gli elettori che avrebbe potuto influire negativamente sull’affluenza.

A riprova della totale inutilità della seconda riapertura dei termini è il fatto che nessuna delle liste “puntuali” degli organi centrali ha usufruito dell’ulteriore proroga.

- IL RICORSO A URNE APERTE

Sentendone tuttavia la necessità di denunciare questa farsa e l’operato dell’Ateneo che, nelle sue più alte figure, fa di tutto per coprire i brogli elettorali, i delegati della lista degli Studenti di Sinistra presentano un ultimo ricorso – del tutto politico – alla CEC a urne ancora aperte «perché la gravità del fatto deve essere denunciata a prescindere dal risultato elettorale». La CEC giudica «inammissibile» il ricorso perché presentato fuori tempo massimo. È doveroso notare come il secondo ricorso alla CEC si sarebbe potuto evitare e si sarebbe acclarato il falso per tempo se ad alcuni membri del Senato Accademico e del Consiglio di Amministrazione non fossero stati negati i poteri di controllo (illimitato accesso agli atti e tempestivo ottenimento della documentazione), un diritto sancito dallo Statuto: i rappresentanti degli Studenti di Sinistra, infatti, avevano chiesto i log della presentazione delle liste, ma all’espletamento di questi poteri si frappone lo stesso Tesi con un’interpretazione dello Statuto del tutto arbitraria, demolita successivamente da un parere del Garante dei Diritti.

- I CHIARIMENTI NON PERVENUTI E I COMPORTAMENTI OMERTOSI

Per capire perché sia stata concessa proroga senza accertarsi della veridicità di dichiarazioni soggettive e si sia perseguita questa strada anche con la prova del falso, gli Studenti di Sinistra presentano un’interrogazione al Rettore. Tesi non risponde, ritiene di non dover sapere della veridicità delle dichiarazioni che non considera essenziale ai fini delle decisioni, e si dichiara inoltre non responsabile di quanto stabilito dalle Commissioni e dai Prorettori da lui nominati.

Non solo quindi si prendono per vere dichiarazioni soggettive senza trovare conferma, non solo ci si oppone ai diritti sanciti dallo Statuto e si nega la trasparenza, non solo si continua sulla stessa strada a testa bassa a coprire i brogli anche a fronte di una prova di falso incontrovertibile, non solo si minaccia di far saltare le elezioni, non solo non si porgono scuse per un comportamento quantomai fazioso e iniquo, ma si rifuggono anche le domande a cui è obbligatorio rispondere. La mozione di sfiducia è l’ultimo strumento istituzionale che ci è rimasto: come Studenti di Sinistra traiamo conclusioni politiche, non competendoci quelle disciplinari, né quelle penali.

LE CONCLUSIONI POLITICHE

Il rettore Tesi e i suoi nominati hanno sacrificato la dignità professionale di lavoratrici e lavoratori che hanno curato le elezioni telematiche (su tutti i Servizi Informatici e gli Affari Generali) pur di assecondare le ricostruzioni false di alcune liste studentesche.

Queste liste, se avessero avuto davvero intenzione di partecipare, si sarebbero dovute svegliare anzitempo a presentare i candidati (20 giorni disponibili) invece di ridursi anche le ultime due ore prima della scadenza, come dimostrano i log. Gli stessi log tracciano che nessun malfunzionamento è avvenuto, che anzi i delegati delle liste erano connessi e in frenetica attività perfino mezz’ora dopo la scadenza perentoria. Invece di ammettere la propria inettitudine (per nulla informatica, visto che alcuni conoscevano a menadito il sistema), questi delegati preferiscono dichiarare il falso addossando la responsabilità di lavoratori e lavoratrici del software e delle reti, mettendoli in una situazione spiacevole.

Invece di dar retta ai propri dipendenti – che con massimo “senso di responsabilità” hanno assiduamente curato il sistema nonostante l’Ateneo li avesse costretti a lavorare in situazione di stress, sotto organico e in pochissimo tempo, e che avrebbero potuto garantire a occhi chiusi che la presentazione delle liste avesse funzionato a dovere – San Marco li tradisce senza manifesto motivo a favore di bambini che non ammettono i propri errori e per cui è sempre “colpa degli altri”.

Si sapeva che altre liste studentesche vivessero le elezioni come una farsa, che ne facessero un trampolino di lancio per la politica negli enti territoriali, oppure che le utilizzassero per dare prova della propria esistenza due giorni ogni due anni. Sta di fatto che una palese violazione dell’imparzialità tra liste e una volontà precisa che non emergano i brogli commessi è inedita all’UniFI e in particolare è inedito che il rettore Tesi partecipasse attivamente e in massima consapevolezza alla copertura di questi brogli.

LA MOZIONE DI SFIDUCIA  Se la maggioranza speciale del Senato Accademico (i due terzi) approva la mozione, l’Ateneo tornerà alle urne nella stessa composizione che ha eletto il rettore venturo. Se il corpo elettorale approva a maggioranza assoluta la sfiducia a Tesi, spetterà a Poggi traghettare l’UniFI tra Tesi e Dei fino a novembre, espletando le funzioni di rettore limitatamente all’ordinaria amministrazione.

Fonte: Studenti di Sinistra

Notizie correlate



Tutte le notizie di Firenze

<< Indietro

torna a inizio pagina