Squadra che vince non si cambia al Dramma popolare di San Miniato: anche quest'anno lo spettacolo principale della sei giorni di teatro sarà condotto da Antonio Calenda, il regista campano protagonista dell'edizione 2014 con Finis Terrae.
La presentazione del programma completo è stata fatta oggi, mercoledì 10 giugno, nella a Palazzo Grifoni, alla presenza del presidente della Fondazione Istituto Dramma Popolare Marzio Gabbanini, del direttore artistico don Piero Ciardella, del regista Calenda, dell'amministratore diocesano don Morello Morelli e dei vertici della Fondazione CRSM, tra cui il presidente Antonio Guicciardini Salini.
"Siamo soddisfatti per le edizioni passate - introduce Gabbanini - ed è questo il primo passo degli sforzi di quest'anno. Vorrei soprattutto sottolineare l'importanza dell'obiettivo che ci siamo posti e abbiamo raggiunto come Dramma popolare: la rappresentazione durante il V Convegno della Chiesa italiana a Firenze di novembre".
A termine dell'intervento i ringraziamenti doverosi a Comune, diocesi, Cassa di Risparmio di San Miniato e alla Fondazione CRSM. A nome di quest'ultima una breve ma sferzante battuta di Guicciardini Salini: "In comune con il Dramma popolare abbiamo le stesse radici cattoliche, per questo il percorso è parallelo. La fondazione ha lasciato inalterato il contributo al Dramma. Un grande sforzo di cui siamo contenti per il valore del dramma. Sono le fondazioni a supplire le carenze dei governi sul fronte degli investimenti nella cultura".
Appoggio anche dal regista Antonio Calenda: "San Miniato combatte solitaria la battaglia per la difesa del sacro nel teatro. Un percorso unico e raro che ringrazio a nome di tutto il teatro italiano. Con questa rappresentazione sono al 156° spettacolo della mia carriera. Peccherò di immodestia ma sono sicuro che vi stupirà".
E ora spazio al programma, illustrato dal direttore artistico don Piero Ciardella. Lo spettacolo principale, Passio Hominis, unisce la tragedia della Seconda Guerra Mondiale con i giorni del terrorismo, negli anni di piombo dell’Italia calibro nove, del sequestro Moro e delle stragi. Dal 16 al 22 luglio, alle 21.30, Antonio Calenda mette in scena un Cristo carico di umanità e contraddizioni, colmo di amore verso la madre e allo stesso tempo insofferente.
Un 'ritorno al futuro', parlando di un tema tradizionale ma ambientato nel 1947, con i personaggi del Vangelo nella parte di uomini di fronte al loro destino di povertà e sofferenza. Il testo è ispirato dalle pergamene scritte a mano da Jacopa Floria Teatina nel cinquecento. Ha avuto due sole rappresentazioni circa 40 anni fa in un'edizione sperimentale, con la partecipazione di Elsa Merlini, al cospetto del cardinal Martini. Nel cast, di prim'ordine, del 2015 spunta il nome di Lina Sastri, accompagnata da Francesco Benedetto, Rosa Ferraiolo e Jacopo Venturiero.
Il via agli spettacoli sarà però dato il 29 giugno con 'Passione', spettacolo con Laura Curino, per la regia di Roberto Tarasco. Il 1 luglio, in Duomo, il regista Maurizio Panici presenta 'Un castello nel cuore. Teresa D’Avila' di Michele Di Martino, guidandoci alla scoperta di una delle figure femminili più significative della storia della Chiesa. In scena Pamela Villoresi con (voce e canto) Fabrizio Checcacci, Alessia Spinelli, Maurizio Panici.
Sull'onda degli uomini di fronte alla loro passione personale ancora due spettacoli: 'Quei filini blu' di e con Silvia Nati e Roberta Fornier, il 3 luglio, per riflettere sui giorni drammatici dell’Argentina degli anni’70; e 'Un cristiano. Don Giovanni Fornasini a Monte Sole', spettacolo di e con Alessandro Berti il 7 luglio, sulla figura del curato morto a Marzabotto sotto i colpi nazisti. Si prosegue il 10 luglio con “Ogni volta che guardi il mare” con Federica Carruba Toscano e la regia di Paolo Triestino. Spettacolo, in prima assoluta, ospitato per l’occasione all’Auditorium CARISMI.
Penultimo spettacolo del festival sarà l’opera “Come gli scambi del treno. La vita di Madeleine Delbrêl”: un’opera di e con Elisabetta Salvatori che ripercorre la vita intensa della francese Delbrêl, mistica, poetessa e assistente sociale che respira tutte le contraddizioni del secolo in cui vive, il 13 luglio.
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