Sacci, la Regione torna a chiedere un tavolo nazionale sul cemento

Vittorio Bugli

La crisi del cotto è iniziata tre anni fa assieme a quella della Sacci, la cementeria di Testi, metà nel comune di Greve in Chianti e l'altra metà in quello di San Casciano. E non è successo per caso. Tutte e due sono figlie infatti della crisi dell'edilizia, tra i settori più colpiti dalla difficili congiuntura economica degli ultimi sette anni.

Il viaggio tra le industrie del Chianti di stamani dell'assessore Bugli, assieme ai sindacati e ai sindaci della zona, non poteva dunque che concludersi alla Sacci.

L'assessore, che ha incontrato prima gli operai (a Testi lavorano in 108) e poi il direttore dello stabilimento, ha di nuovo sollecitato l'azienda a incontrare le istituzioni rispondendo all'invito avanzato mesi fa dal presidente Rossi.
Dopo che sembrava prossima una possibile acquisizione del gruppo, il mese scorso l'azienda ha presentato richiesta di concordato fallimentare.

Sullo stabilimento sono stati fatti investimenti per 40 milioni prima della crisi, per l'adeguamento produttivo e la riqualificazione ambientale. Il problema è di mercato, con una domanda nazionale dimezzatasi in dieci anni ed ancora di più in Toscana. Tant'è che se nel 2010 lo stabilimento di Testi produceva 650 mila tonnellate di cemento l'anno (e 250 mila a Livorno, ora chiusa), l'anno scorso la produzione è stata di appena 250 mila tonnellate. Con margini di ricavo peraltro più bassi.

Per l'assessore Bugli, d'accorso con i sindacati, per trovare una soluzione è necessario che il governo istituisca e convochi al più presto un tavolo nazionale sul settore del cemento.

Fonte: Regione Toscana

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