
Festa della Repubblica in piazza a Empoli, condivisa con decine e decine di nuovi cittadini italiani che hanno acquisito la cittadinanza in questa ultima annata.
Un 2 giugno davvero particolare sotto la poca ombra del monumento ai caduti di piazza della Vittoria. Nonostante il sole cocente di questa mattina in circa 80 hanno risposto all’appello dell’amministrazione comunale. Intere famiglie di immigrati presenti sul territorio da anni, di persone che hanno scelto l’Italia ed Empoli per costruirsi un futuro, giovani coppie, 18enni nati in Italia, ma anche adulti che arrivano dai paesi dell’Africa, dell’Est Europeo o dall’Asia.
COSTITUZIONE - Con un semplice gesto, la consegna della Costituzione della Repubblica Italiana, il sindaco di Empoli Brenda Barnini ha voluto rappresentare a tutti loro un messaggio di benvenuto: «Ringrazio ancora per la vostra presenze – ha detto, dopo il corteo per il centro, e al termine della posa della seconda corona d’alloro al cippo ricordo dell’Antifascismo e della Resistenza, in piazza XXIV Luglio – l’augurio è che possiate vivere nel miglior modo possibile la vostra cittadinanza in Italia».
In precedenza, il primo cittadino, aveva toccato altri temi nel suo intervento pubblico: Empoli come città dell’accoglienza, forte astensionismo delle ultime elezioni, impegno degli amministratori a riportare i cittadini a credere nelle istituzioni.
AUTORITA’ - Insieme al sindaco Barnini, anche il vice sindaco Franco Mori, il presidente del consiglio comunale Roberto Bagnoli, l’assessore regionale Vittorio Bugli, i rappresentanti delle forze dell’ordine – con i comandanti di carabinieri, polizia, guardia di finanza, polizia municipale, poi ancora i vigili del fuoco – presente anche l’onorevole Dario Parrini, accompagnato da una delle figlie, rappresentanti di associazioni di ex combattenti, partigiani ed ex deportati, presente anche il gonfalone del Comune di Empoli.
STORIA - Barnini, dopo l’Inno di Mameli, l’alzabandiera, e il ‘Silenzio’, ha prima ricordato la storia della Festa della Repubblica: «Fu il primo suffragio universale, a cui parteciperanno anche le donne. Vinse la Repubblica e la festa quindi venne celebrata ufficialmente per la prima volta nel 1948 e si fissò ogni anno il 2 giugno fino al 1977, quando a causa della crisi economica fu stabilito che venisse ricordata ogni anno la prima domenica di giugno. La data del 2 giugno fu poi ristabilita, insieme alle celebrazioni, dal secondo governo Amato con una legge del novembre 2000».
CITTA’ ACCOGLIENTE - «Oggi la festeggiamo insieme a tanti cittadini stranieri che oggi possiamo chiamare italiani, che oggi sono nostri concittadini. Lo facciamo nel centro di una Empoli che possiamo tranquillamente definire città dell’accoglienza perché sa accogliere e che lo fa soprattutto grazie alle tante associazioni di volontariato che fanno il tessuto cittadino, di questa nostra bellissima comunità».
Chiaro il riferimento agli ultimi anni in cui il fenomeno dell’immigrazione nel nostro paese è andato moltiplicandosi e ai recenti arrivi nel nostro territorio di decine di profughi partiti dalle coste del Nord Africa: «E’ solo sapendo affrontare anche queste momenti di emergenza che possiamo avere la faccia – passatemi l’espressione – per Festeggiare la Repubblica, per rendere onore ai nostri caduti, per non smarrire il senso dei loro gesti, del loro impegno e del loro eroismo. E forse non è esatto parlare di eroismo, perché per loro quelle azioni furono cose normali, di tutti i giorni, con cui hanno contribuito a liberare l’Italia, a liberarla dal fascismo e a ridarle una dignità. Grazie a loro possiamo oggi festeggiare un giorno come il 2 giugno».
PATRIA NUOVA - «Proprio perché veniamo da così lontano e abbiamo radici così profonde, io penso che riuscire a essere una Patria nuova e forte anche per tutti coloro che scelgono di diventare nuovi italiani sia motivo di orgoglio. Per questo ci è sembrato indispensabile, per dare un senso a questo 2 giugno, festeggiarlo insieme a chi italiano lo è diventato e non lo è nato. Forse perché molto spesso chi lo nasce dimentica da dove veniamo e quale sia il senso profondo delle nostre istituzioni».
RECUPERARE SENSO DELLE ISTITUZIONI - «Siamo freschi da una elezione, e al di là dei risultati che non voglio commentare, mi interessa sottolineare che sempre più poche persone vanno a votare. Credo che proprio nel giorno della Festa della Repubblica dobbiamo ricordare a noi stessi che non esercitare il diritto di voto non sia un modo per dare un segnale alla politica, brutta, cattiva o poco interessante che sia, ma è un modo per tradire le istituzioni. Allora l’impegno come sindaci e amministratori locali, per noi che siamo tutti i giorni a contatto con i cittadini, è quello di trovare un modo per riportare le persone a credere che la democrazia rappresentativa non abbia smarrito la propria funzione, che può continuare a essere utile. Come? Decidendo, le istituzioni devono decidere, che significa anche far partecipare la cittadinanza. Per questo nella nostra azione quotidiana come amministrazione comunale ci sforziamo di tenere assieme le due cose: avere un’idea chiara di dove volgiamo andare ma anche coinvolgere i cittadini».
Fonte: Comune di Empoli - Ufficio Stampa
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