Al via il restauro della Cappella di Santo Stefano in Sardinia

unnamed

La Cappella di Santo Stefano in Sardina tornerà presto al suo antico splendore. Sono iniziati il 21 Maggio scorso gli interventi di recupero del piccolo gioiello architettonico situato nell’area più a nord di Calcinaia. Il restauro dell’edificio settecentesco, promosso dal Comune, riguarderà sia la parte architettonica – la struttura stessa e il tetto -, sia quella “artistica”: il primo step ha avuto infatti per protagonista la grande tela risalente alla seconda metà del Settecento, posizionata al di sopra dell’altare.

“Siamo arrivati finalmente all’inizio di un’opera di restauro – dichiara il sindaco del Comune di Calcinaia Lucia Ciampi - che da molto tempo gli abitanti di Sardina desideravano. Intorno alla cappella, negli ultimi dieci anni, sono sorte numerose abitazioni: lo stato di abbandono e decadenza nel quale l’antico oratorio si trovava richiedeva al più presto un intervento. Fondamentale è stato l’impegno dell’architetto e consigliere Christian Ristori, il quale, in collaborazione con l’Ufficio Tecnico e il direttore dei lavori, l’architetto Jacopo Fedele Donati, si è occupato di seguire le pratiche e le ricerche storiche necessarie all’avvio dei cantieri. Grazie a questo intenso lavoro preliminare, l’amministrazione comunale ha potuto procedere all’acquisizione dell’immobile dai vecchi proprietari, dando così il via a una riqualificazione dell’intera zona”.

“Il minuscolo oratorio – afferma il consigliere Ristori - necessitava di un restauro accurato, dopo secoli passati in mezzo alla campagna, alla mercé degli agenti atmosferici. La struttura nel tempo ha risentito delle vibrazioni dei mezzi pesanti che hanno transitato nei vicini cantieri delle abitazioni in costruzione. Il tetto, riparato provvisoriamente dagli abitanti con una colletta più di trent’anni fa, ha di nuovo bisogno di manutenzione, così come gli intonaci, i pavimenti e, per concludere, anche il quadro al di sopra dell’altare della cappella. Il primo passaggio ha infatti visto l’asportazione della tela al 1767, raffigurante il beato Arcangelo Canetoli, opera del pittore Gaetano Maria Franchi”.

“Invitiamo gli abitanti di Sardina – conclude Ristori - a pazientare fino alla conclusione dell’intervento. L’apertura dei cantieri attorno alla cappella è infatti stata predisposta per un nobile fine: veder presto tornare all’antico splendore un piccolo scrigno delle memorie che rischiava di andare inesorabilmente perduto”.

Il restauro della parte architettonica è diretto dall’architetto Jacopo Fedele Donati, coadiuvato dall’architetto Ristori. L’intervento sarà realizzato a scomputo di oneri dall’impresa Bianchi Sergio.

Il restauro della tela è stato invece affidato alla restauratrice d’arte Maria Teresa Leotta ed è finanziato dalla ditta Birindelli Auto, che ha usufruito delle agevolazioni del Decreto Art Bonus. La titolare dell’impresa, la signora Rossella Birindelli, ha finanziato l’opera in memoria del marito Giacomo Corsi, scomparso improvvisamente pochi mesi fa e per lungo tempo titolare della ditta Ruffo, che si trovava proprio nella strada in cui la cappella sorge.

Un po’ di storia

La Cappella di Santo Stefano in Sardina si erge sui ruderi di un preesistente edificio documentato fin dall’XI secolo. Essa si presenta nelle forme barocche della metà del Settecento, quando fu riedificata per volere dei Canonici Regolari Lateranensi del monastero di Nicosia presso Calci, l’ordine a cui appartennero le terre di Sardina dal 1455 al 1778. Dopo la soppressione del monastero, la cappella conobbe più di un secolo di abbandono fino a quando, la famiglia Corsi che acquistò quelle terre, nei primi anni nel Novecento provvedette a restaurarla.

Anche la tela del settecento fuori per restauro

Per la prima volta dopo oltre due secoli è fuori per restauro. Ad aver lasciato la sua sede occupata da più di duecento anni, vale a dire la piccola Cappella di Santo Stefano in Sardina, a Calcinaia, è stato l’antico quadro che troneggia sopra l’altare dell’oratorio. Non si è trattato di uno “sfratto”, di un “addio” definitivo, ma di un semplice “arrivederci”: la tela, realizzata dal pittore Gaetano Maria Franchi nel 1767, mancherà per qualche tempo dall’edificio in via di recupero. Ad attenderlo nelle settimane che lo separano dal ritorno sarà un intervento di “restyling”, a cura delle esperte mani della restauratrice d’arte incaricata, Maria Teresa Leotta.

Il restauro del quadro, finanziato dalla ditta Birindelli Auto grazie alle agevolazioni del Decreto Art Bonus, in memoria del signor Giacomo Corsi, si inserisce nel progetto di riqualificazione dell’intera Cappella di Santo Stefano in Sardina, promosso dall’amministrazione comunale e avviato il 21 Maggio scorso.

L’opera d’arte, da pochi conosciuta, ma di singolare bellezza, raffigura il beato Arcangelo Canetoli membro dell’Ordine dei Canonici Regolari Lateranensi. I colori, i tratti, i dettagli sono però nascosti dietro una fitta coltre di polvere, da una patina lasciata dal tempo che rischiava purtroppo di compromettere per sempre la tela, finora mai restaurata. Proprio per impedire una simile perdita è stato predisposto l’intervento di recupero.

Il primo step è consistito nell’asportazione del quadro: un passaggio delicato – si trattava infatti probabilmente della prima volta dopo secoli che la tela veniva staccata dalla parete a cui era stata fissata – a cui hanno preso parte la restauratrice Maria Teresa Leotta e alcuni operai del Comune di Calcinaia, alla presenza del direttore dei lavori, l’architetto Jacopo Fedele Donati, del consigliere comunale e architetto Christian Ristori, autore di studi e ricerche sulla Cappella, e dell’architetto Cinzia Forsi, responsabile dell’Ufficio Tecnico comunale. Per evitare rotture o strappi, la tela è stata sottoposta a un’operazione di protezione e velinatura: un’apposita e sottilissima carta è stata fatta aderire alla superficie pittorica, grazie a un collante a base di cellulosa steso con un adeguato pennello.

Ma questa non è stata che la prima tappa di un lungo iter verso l’antica bellezza. “Una volta portato il quadro in laboratorio – prosegue la restauratrice Maria Teresa Leotta -, procederò con la fase di foderatura. Verificherò innanzitutto se il telaio originale è recuperabile o se va sostituito con uno nuovo. Osservando e pulendo il retro della tela, controllerò poi anche la eventuale presenza di incrostazioni o tele aggiunte. Continuerò servendomi di una tela nuova: la fisserò sulla parte posteriore della tela originale con una colla speciale e applicherò un impermeabilizzante, tagliando poi le eccedenze”.

“Dopo aver riposizionato il tutto sul telaio prescelto – conclude Leotta - , procederò alla pulitura del colore, alla stuccatura e alla livellatura delle lacune, fino ad arrivare al passaggio dell’integrazione pittorica delle stesse”.

SI tratta di un intervento complesso, che richiede maestria, attenzione, tempo e pazienza, ma che restituirà a tutta la collettività un antico e bellissimo gioiello riportato al suo antico splendore.

Fonte: Comune di Calcinaia - Ufficio Stampa

Tutte le notizie di Calcinaia

<< Indietro
torna a inizio pagina