
Fare rete contro la violenza sulle donne, una sfida raccolta dal Centro Pari Opportunità della Valdelsa che si riunisce (oggi 27 maggio) in seduta congiunta, esecutivo e assemblea, per fare il punto sulle azioni intraprese e da intraprendere dopo la riunione del IV Tavolo Valdelsa organizzato dal Centro Pari Opportunità della Valdelsa e dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Siena.
“Un tavolo importante – dichiara il presidente Cpo Lucia Coccheri – un evento formativo molto partecipato e forte della presenza del magistrato Fabio Roia, presidente della sezione prevenzione del Tribunale di Milano, dell'avvocato Manuela Ulivi della rete nazionale dei Centri Antiviolenza e dell'avvocato Rossella De Franco, referente per le pari opportunità dell'Ordine degli Avvocati di Siena”.
“Una grande opportunità – prosegue - per nostro territorio perché oltre ad aver altamente qualificato l'evento formativo ha offerto uno scambio di esperienze di pratica giudiziaria e processuale di grande interesse”.
L'evento, di natura formativa per operatori di giustizia, forze dell'ordine e assistenti sociali, ha affrontato il tema della prevenzione e della lotta contro la violenza domestica alla luce della conferenza di Istambul, diventata legge dello stato italiano il 1/8/2014, ponendo ai partecipanti e alla rete territoriale Valdelsa alcune questioni da approfondire e a cui dare risposte.
il formarsi di una avvocatura e di una magistratura inquirente e giudicante altamente specializzata e autorevole in questo ambito. Una sfida che sembra essere stata raccolta dai tanti avvocati presenti e su cui il Cpo metterà in campo tutto il proprio know-how a supporto dell’azione.
La seconda questione è quella di come la rete territoriale si muove in caso di grave violenza domestica seguita da denuncia della donna. Un tema particolarmente delicato e rilevante, come ha sottolineato l’avvocato Ulivi, perché si tende a pensare che la donna, dopo la denuncia, sia al riparo mentre in realtà è esattamente l'opposto specie se continua la convivenza, la relazione, il contatto con l'uomo che l'ha perseguitata. Occorre che la rete, le persone dotate di specifica esperienza e sensibilità, affianchino la donna che denuncia e sappiano valutare quanto è alto il rischio e il suo trattamento. “Su questo – spiega il Cpo - dobbiamo lavorare come tavolo, forti anche di una formazione sulla valutazione del rischio che il nostro Centro e i Centri Antivolenza della Valdelsa hanno già fatto con la formatrice oggi incaricata dal Ministero”.
La terza questione riguarda il passaggio da essere rete a come fare rete.
“Questione dirimente – chiude il Cpo - se vogliamo dare efficacia all'agire di tutti i soggetti del Tavolo Valdelsa”.
Notizie correlate
Tutte le notizie di Poggibonsi
<< Indietro





